Buongiorno a tutti! Questo sarà il primo numero di una rubrica nata per i polemici. In tanti si ricorderanno infatti quel programma che fu di Vittorio Sgarbi: “Sgarbi quotidiani”. Il mio nome è Giacomo Sgarbossa, ma potete anche chiamarmi “Sgarbo”, un soprannome che in fin dei conti è soltanto un semplice e banale diminutivo del mio cognome: troppo lungo da scrivere.
Parliamo di corse, non potremmo fare altro, perché il blog ha questo tema ed io sono una persona che probabilmente vive soltanto per questo (e so di non essere l’unico).
Manca soltanto una settimana alla domenica prima di natale, per questo in fin dei conti siamo tutti un pò più buoni. Lo sono i piloti, che come ogni anno si sono divertiti e ritrovati tutti insieme o quasi alla tradizionale Corsa dei campioni. Un clima goliardico che poi tanto goliardico non è stato. Si sono scannati, come al solito, perché un pilota è una persona a senso unico, o meglio, una personalità a senso unico: vuole la vittoria e la cerca a tutti i costi. E’ stata una domenica di cose strane: ci ha stupito Vettel, che ha fatto cose eccezionali nella Nation Cup- anche se poi, nella ROC vera e propria, ha fatto la figura dell’appagato-, ci ha sorpreso pure Priaulx, capace di dare la biada ai grandi delle ruote scoperte e quel Pastrana, incredibilmente vittorioso nella sfida con Gronholm che invece ha finito per vivere a pieno il suo inverno nero, nel quale nulla è andato come sperava, ma evidentemente andare oltre manica al finnico non porta molto bene. Infine parliamo di Ekstrom: il biondino capace di stupire sull’asfalto come sulla neve. Questa è la solita vecchia storia del talento snobbato da tutti, che vince stando zitto, non facendo mai parlare di se e in fin dei conti, che vinca o meno, mai nessuno parla di lui, ne tanto meno se lo fila nessuno, visto che non ha mai girato nemmeno su una Force India, che di questi tempi ha recentemente contattato Gaston Mazzacane per provare la vettura, il quale ha già affermato che farà di tutto per mettersi alle spalle il tragico passato.
Problema che evidentemente non riguarda tal Michael Schumacher che, senza indugi o riverenze, sta provando di tutto: go kart, moto, corsa dei campioni e perfino le corse dei taxi. Alla fine riesce sempre a far parlare di se, anche se arrivasse ultimo alla sagra della bresaola si Sondrio. Perfino la stampa, che pur di assecondarlo e vendere, fa passare l’avventura alla Race of Champions di Schumy come una “pietra miliare nella storia dello sport”, dimenticandosi che il tedesco in finale c’è arrivato perché ha corso solo sul mezzo che più gli andava a genio nelle eliminatorie e che, nella Nation Cup, deve dire grazie ad un certo Vettel se ha vinto, dopo essersi piantato allo start come un novello patentato, facendosi poi infilare da un certo Kovalainen.
Ma rimaniamo in Inghilterra, visto che anche la Mclaren è riuscita a far parlare di se ancora, in un anno dove sarebbe stato più opportuno aspettare di appendere il calendario 2008 nella sede di Woking, dopo un 2007 che andrà nelle secrete del Paragon catalogato come “anno orribile”(lo dico in italiano perché il latino è una lingua morta). Parliamo di Mclaren: prima la stangata della FIA e Max Mosley, salito al monte Tabor e poi sceso dicendo:”La Renault è colpevole ma non punibile”. Bene, ma questa cosa non l’avevamo mica già sentita?! Si ma…alla fine ci siamo pure rotti le scatole di aspettare sentenze: archiviamo tutto senza nemmeno rileggere, è ora di piantarla, tanto in Formula 1 copiano tutti dal 1950 ad oggi e “chi sa” nemmeno si arrabbia per certe cose da bar, scritte “per far cassa”…e noi, siccome scrivendo qua non ricaviamo nemmeno un centesimo, lasciamo “la paura delle vendite” ad altri. E’ arrivato Kovalainen, se n’è andato Nando, sotto consiglio della nonna, e via di bisbigli su chi sarà la prima guida tra i grigi, dalle Alpi alle piramidi, o se permettete, da Oxford Street fino a Singapore, dove intanto hanno appena messo in luce l’impianto di illuminazione faraonico per permettere alle figlie dello zio Bernie di far colazione a mezzogiorno vedendo la gara che il babbo ha organizzato per il loro/ suo business.
Il suo business, come sempre, visto che l’interesse di Bernie, ancora una volta ha assecondato quello di Max Mosley, che per vedere la sua Formula 1 regina tra le regine, ha già spazzato via dalla scena tutti gli altri, in un vortice dal quale le categorie Endurance, ma soprattutto Rally, ne sono uscite distrutte: da prima organizzando speciali attorno al giardino di casa, togliendo quell’incognita chiamata buio a far la differenza tra i grandi ed i mediocri, e per finire, distruggendo la serie stessa, che nei prossimi anni vedrà i grandi rally di Montecarlo, Svezia, Italia, Francia, Finlandia ed Inghilterra obbligati ad alternarsi con Giordania, Polonia, Russia, Cipro e Turchia. Nel prossimo numero “Il crepuscolo degli dei”.
Giacomo Sgarbossa
Share this content: