Dal podio a una posizione a centro gruppo, dalle stelle alle stalle, dalla felicità con il bicchiere di vino alla delusione con un alettone anteriore perso al primo giro del gp di Malesia, e che ancora viaggia nel circuito di Sepang. Ebbene sì, Nico Rosberg ha saputo affascinare i più scettici in Australia con un terzo posto che sapeva di rivincita nei confronti di chi lo vedeva solo come il classico figlio di papà, l’eterna promessa, il traghettatore di speranze e nient’altro ma invece ha saputo cogliere l’attimo, ha disputato una gara perfetta, non si è mai deconcentrato, ha saputo svegliare una Williams che, era in crescita sì, ma che ancora doveva approdare alla realtà. Insomma, festeggiamenti e titoloni in prima pagina con quell’abbraccio fraterno con l’amico-nemico di battaglie Hamilton. Passa una settimana, cresce la voglia di vedere il tedesco, che parla mille lingue tranne il finlandese, ritornare sul podio a godersi di nuovo il calice della vittoria, ed invece? Invece è successo tutto il contrario, sembrava un altro pilota, per intenderci sembrava Ukyo Katayama per non degenerare nei piloti col conto in banca. Eppure erano passati solo 7 giorni e tutto era cambiato, addirittura irriconoscibile quando non è riuscito a qualificarsi per la Q3 oppure quando ha scalfito le speranze di paradiso del tedesco Glock. Altra storia, tutto diverso e il ritorno, non tanto desiderato, alla realtà, un ritorno ai commenti negativi ed un ritorno ai suoi primi gp nel circus. Siamo tutti curiosi di vedere cosa combinerà in Bahrain il tedesco, ci delizierà gli occhi o ci farà rimanere con la bocca asciutta? Tutto potrà succedere ma l’importante, in un mondo così spietato come quello del circus, è che non si lasci trasportare dalla gloria e dalla falsa notorietà, perchè se rimarrà se stesso e starà con i piedi per terra, non solo la Williams ritornerà ai livelli che più la competono, ma anche la sua mente ritornerà a essere competitiva e una prova l’abbiamo, il gp d’Australia 2008.
Stefano Chinappi
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