Tre mesi sono passati dacchè i piloti della Indycar Series hanno assaggiato, chi più chi meno, le gioie di un circuito non ovale. A luglio, nel mese caldo del campionato, in tutti i sensi, inizia la seconda parte della stagione proprio nello stradale che tanta storia porta con sè. Come consuetudine in IRL dal 2005 ormai, ci saranno sessanta giri per un tracciato che misura 3.4 miglia, non la sua conformazione di layout originaria comunque che fu usata spesso nel passato in F1. Nelle prime nove gare del campionato 2008, ben otto a parte St Petersburg che è un cittadino, si sono corse su “anelli”, mentre questa è la prima gara in assoluto su stradale permanente. Ne mancano altre otto tra cui anche Edmonton, un aeroportuale aggiunto in corsa, che decideranno il titolo. Dopo Indianapolis si sono corse ben quattro gare a distanza di una sola settimana fra di esse. A Milwaukee la vittoria è toccata a Briscoe in regime di safety car, trionfo comunque meritato dal giovane australiano, che ormai non è più una promessa dell’automobilismo , ma deve iniziare a vincere sul serio. Soprattutto quando ormai corri per un top team. La sua stagione tribolata, che potrebbe portarlo al licenziamento a fine anno, gli ha regalato comunque la gioia del primo alloro in carriera nelle competizioni ad alti livelli. Nella notte Texana il re è stato ancora Dixon che ha letteralmente dominato come suo solito quest’anno, con Marco Andretti e Hunter Reay che avrebbero potuto impensierirlo alla fine, se non ci fossero stati i fuochi d’artificio finali. Ad Iowa risorge Wheldon con una tattica oculata quanto rischiosa, mentre in Virginia, a Richmond, è arrivata la prima gioia stagionale per Kanaan, bravo a gestire la corsa fino alla fine quando è arrivato stremato alla bandiera a scacchi.
Che cosa succederà ora a Watkins?
I piloti delle scuderia della Champ Car si aspettano di ben figurare sui circuiti stradali, più adatti alle loro caratteristiche, ma le loro posizioni in classifica generale comprometteno però una loro eventuale, quanto remota fin dall’inizio, lotta per il titolo finale. Graham Rahal ha vinto la gara cittadina di St Petersburg , tra l’altro alla sua prima partecipazione alla Indycar Series, e la Newman Haas Laningan è stata la prima scuderia , tra quelle che hanno operato il difficile trapasso, a trionfare, inaspettatamente. Per Watikins Glen è sicuramente uno fra i favoriti del suo gruppo, ma attenzione anche a Servia che dopo le prime tre gare in cui ha preso confidenza con la sua vettura, si è rivelato più consistente di Will Power sugli ovali, e non solo, visto che tra i rookies sarebbe in testa se non fosse per Mutoh. E’ arrivato sesto a Milwaukee e quinto a Richmond, degli short ovals molto difficili. All’australiano poi va il merito di aver fatto una buona prima parte di gara, non eccelsa, a St Petersburg, e lo stesso Aussie è stato il trionfatore di Long Beach, gara che però non ha visto fra i suoi partecipanti piloti ex-IRL. Il compagno di scuderia Justin Wilson anch’egli parte con i galloni di favorito tra i piloti ex-Champ Car, mentre lo stesso Ej Viso della HVM che viene dalla Gp2 ha grande affinità con questa tipologia di tracciati. Meno quotati Camara Nieto e Bernoldi della Conquest, e Moraes della Dale Coyne, mentre Junqueira è ancora alla ricerca della forma migliore dei suoi tempi d’oro.
Ma passiamo ai veri favoriti dell’evento: Ganassi, Penske e Andretti Green Racing. I loro piloti occupano le prime otto posizioni della classifica generale, e Dixon è al comando del campionato con 43 punti di vantaggio su Castroneves e ben tre vittorie consecutive all’attivo qui a Watkins (nell’edizione del 2005 corse anche il nostro Giorgio Pantano con una splendida prestazione). Dixon è in flessione negativa però, e nelle ultime due gare non ha dato mai mostra di poter lottare seriamente per la vittoria ad Iowa e Richmond.
Il secondo favorito d’obbligo è Castroneves, secondo in classifica generale nonostante nessun trionfo quest’anno e grande specialista di questa tipologia di corse visto che dal 1998 al 2001 ha partecipato al campionato CART. Il brasiliano quest’anno ha fallito la “Top Five” finale soltanto una volta.
Poi c’è Kanaan, ottantadue punti di distacco, ma tanti rimpianti per come sono andate molte gare ad incominciare da quella inaugurale ad Homestead per passare ad Indianapolis ed Iowa. Nella prima a soli tre giri dal termine al comando è stato coinvolto in un inaspettato incidente con la HVM di Viso.Ad Indy in testa verso metà gara prima del compimento dei 100 giri è stato attaccato in maniera scorretta dal compagno Marco Andretti, mentre ad Iowa la sua 7-Eleven si era dimostrata molto veloce in gara, e nel tentativo di recuperare i primi due, Wheldon e Mutoh , e lo stava facendo agevolmente, ha commesso un errore madornale girandosi sul banking. Con la vittoria di Richmond è riaffiorata un pò di fiducia. “Avevo un conto con la sorte e questa volta mi ha aiutato nel momento più difficile. La scorsa settimana feci un errore mio però, e quando accadono queste cose hai una tendenza a farti più forza che in condizioni normali. A dieci giri dal termine pensavo: “Che mi può accadere ora, vediamo un pò.. la pioggia? Bè vincerei lo stesso. Un’incidente, un contatto? O un errore mio? No non può accadere nuovamente..almeno spero. Alla fine sono uscito dall’abitacolo stremato come avete potuto vedere in diretta tv”.
Briscoe è un altro potenziale favorito, nonostante una stagione con più ombre che luci, a parte Milwaukee. A Watkins ha già corso per Dreyer&Reinbold nel 2006, non un top team, ma grande prestazione e podio finale.
Il secondo pilota del duo Ganassi è Wheldon, che su circuiti di questa tipologia non ha mai dato il meglio di sè a parte la prima gara inaugurale di St Petersburg nell’anno del trionfo del titolo. Assieme a Dixon è il pilota ad aver collezionato più vittorie nel 2008 nonostante prestazioni opache negli altri appuntamenti. Per lui la terza posizione in campionato a 52 punti dalla vetta. “Ci sono ancora tante gare che ci separano dal titolo, e ormai ho quell’esperienza necessaria per cercare di avvicinarmi il più possibile alla testa della classifica pur non vincendo tante gare. Dobbiamo mantenere la calma e lavorare di tattica.”
Un’occhio di riguardo anche ad Hunter Reay e Mutoh. Soprattutto il secondo si sta dimostrando di ottimo valore sugli ovali nonostante nessuno ne parli, ed è più concreto di Andretti Marco e Patrick.
A Watkins si rivedrà anche Jay Howard, che correrà per Roth le rimanenti gare andando a sostituire John Andretti, che a sua volta aveva rilevato il suo posto ad inizio stagione, e Milka Duno che prende il posto di Bell che ha anche partecipato alla sua terza gara stagionale in Virginia.
MN
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Spettacolare la IRL. Io la seguo sempre grazie agli highlights del sito ufficiale… Forza Kanaan!!!!!!! E che vinca il migliore. Anche se un colpo di coda di qualche ex-Champ non mi dispiacerebbe… 😉
Quindi se vuoi che vinca il migliore, hai scelto l’uomo giusto da tifare. Dalla mia, forza Dixon.
Anche io tifo Kanaan!!
Però ormai seguendola da un pò di anni, e documentandomi per quanto mi è possibile sulla storia passata delle formule americane, mi sono affezionato un pò a tutti quanti chi più, chi meno..
Questo è il bello della Indycar