Scott Dixon ipoteca il titolo della Indycar grazie all’ennesimo trionfo stagionale ai danni di Castroneves. Sul tracciato canadese nessuno avrebbe mai scommesso un dollaro sul neozelandese visto come si era presentato al pubblico nelle due giornate precedenti. In effetti, il duo formato da Briscoe e Castroneves sembrava irresistibile, praticamente imbattibile. Ma giunti alla partenza della corsa, l’australiano cede fin da subito la leadership al compagno brasiliano. Castroneves sembra non avere avversari, distrugge ogni singolo record ed è già pronto a festeggiare sul podio a suon di champagne. Ma eccoci arrivati al primo intoppo con l’uscita di scena da parte di Mutoh, ma il brasiliano ne esce brillantemente da questa situazione. Oramai nessuno dubita del finale, quasi scontato, ma fuoriesce dal nulla il colpo fatale, che tanto voleva Rahal. Invece lo statunitense l’ha regalato al pubblico canadese con un botto causato da una piccola spintarella di Viso, il quale ha causato fin troppi problemi in pista quest’anno. Insomma, giunge la Pace car e si forma il solito trenino di piloti per poter entrare ai box. Gli unici che mancano all’appello sono Kanaan e Foyt IV, che rimangono in pista ad attendere la ripartenza. La situazione è delle migliori con Castroneves primo e Dixon terzo, appena prima aveva superato Servia. Sosta, benzina immessa, gomme nuove e si parte!. Il neozelandese, avendo la piazzola box poco più avanti a quella di Penske, parte poco dopo il brasiliano e lo supera. Da qui in poi succede di tutto; Kanaan si concede un testacoda, Briscoe è vittima di una toccata concessa senza favoritismi da Wheldon, il quale è stato autore di un’altra gara anonima ma con tanto di punti in tasca. Ma tra aerei e foglie d’acero, non finisce qui la festa. Marco Andretti, altro protagonista in negativo di questa stagione, mostra tutte le sue lacune andando a tamponare la compagna di squadra Patrick. Per l’americano solo alettone anteriore sostituito, mentre per la Miledi di Motegi un altro scarso risultato che fa riflettere, sognando un posto al sole con tanto di copertine e coppe. Ma i sogni son desideri e spesso non si compiono, quindi della stessa idea è Power che fin da subito ha avuto a che fare con problemi ai freni, favorendo l’ascesa verso il podio di Wilson, il quale ha concluso terzo gustandosi la festa in casa Newmaan Haas. Nonostante abbia avuto difficoltà per tutto il week-end, Tracy si fa notare e nella prima ed ultima gara in indycar si aggiudica il quarto posto, che sorprende l’intero popolo amante delle open wheels. Ma tornando alla lotta per il primo posto, mancano pochi minuti e Castroneves si avvicina sempre più al nemico proveniente dalla terra della vela e del Rugby. Oramai le speranze sono poche e il brasiliano tenta l’ultima carta, un sorpasso in staccata alla prima curva. Ma Dixon è freddo, chiude e travolge i mille pensieri dell’uomo Penske, che crolla assieme ai pneumatici e finisce largo. Nulla da fare, la gara si conclude al limite delle due ore prefissate e il neozelandese può festeggiare. Il campionato è ancora aperto, anche se 65 punti sembrano troppi anche per un pilota che oltre a baciare l’asfalto, corteggia i parquet con la samba.
Stefano Chinappi
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