Kentucky è ai suoi piedi e non poteva essere altrimenti quando si tratta di Scott Dixon. Il neozelandese inizia al comando ma subisce fin da subito gli attacchi da parte di Meira ed Andretti, ma è proprio quest’ultimo ad ingannarlo con un sorpasso nei pressi dell’ultima curva nella fase centrale di gara, beneficiato dal rallentamento causato da Camara. La corsa non finisce qui perchè il finale sarà tanto incredibile quanto eccezionale; ma a tradire le attese ci pensa Milka Duno, che sbatte a muro mentre la corsa si avviava all’insolito dominio da parte di Andretti. Altra finestra box, tutti fermi e il solito lavorone svolto da Ganassi ha i suoi frutti e ribalta per l’ennesima volta la situazione, con Dixon nuovamente in testa ma è inquietante la presenza di Marco che non si da pace, quindi dopo una lunga e decisa fase di studio, riesce nell’intento di sorpassare l’impossibile e si appresta a regalare emozioni all’omonimo team. Tanto semplice il cammino del “kiwi” che si limita ad assistere da spettatore la corsa davanti, mentre alle sue spalle Kanaan ritrova il suo regolare passo dopo una partenza pessima, stesso discorso poteva valere per Wheldon, ma all’inverso. Digressione breve che aumenta le speranze da parte nostra di assistere ad un capovolgimento di fronte in casa Ganassi. Wheldon non commette imperfezioni nei primi giri, ma col passare del tempo si fa risucchiare dal solito uragano formato dal solito Kanaan, Carpenter, Briscoe. Finirà quinto, alle spalle di un Meira che meritava di più. Ebbene sì, il brasiliano poteva rendere di più e le possibilità di una sua vittoria erano molte. Ma la strategia paga, sbaglia assieme ad Andretti nell’entrare ai box quando mancano poco più di 10 giri. Una sosta di troppo, uno splash che pagheranno caro entrambi, mentre sia Dixon che Castroneves ne approfittano tanto da accapararsi le prime due posizioni. Insomma, quanto meno te lo aspetti, l’alfiere del team Penske sbuca dal nulla dopo aver compiuto una gara pessima senza alcun emozione a lottare nelle retrovie. In questo campionato puoi anche correre in testa, ma se non hai a disposizione testa e un team all’altezza, inutile sperare in qualcosa di eccezionale. Tornando alla corsa, Dixon non ha la benzina sufficiente per rimanere in pista mentre Castroneves decide di non perdere tempo e di pregustarsi un trionfo che sa di beffa per il diretto rivale. Ma l’etanolo si esaurisce, la vettura inizia a rallentare e il neozelandese, fresco di sosta, rovina e sgretola i piani di una grande strategia attuata da Penske. Dunque arriva il trionfo, per il clamore del pubblico che ha avuto modo di seguire una corsa decisamente entusiasmante. Oramai gli ultimi tentativi da parte del brasiliano anche questa volta sono svaniti nel nulla, complice anche l’immensa fortuna accomunata alla bravura di Scott Dixon, il quale è oramai certo di aver conquistato il titolo nonostante manchi l’ufficialità che giungerà probabilmente dopo la gara di Sonoma.
Stefano Chinappi
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