Riacquista la gioia dei tempi in cui il suo corpo longilineo era capace di far saltare il banco in qualsiasi circuito europeo. Erano gli anni della F3000, dell’amata e sognata F1, anche se l’esperienza durò ben poco. Ma Justin Wilson non si è mai abbattuto, credendo attraverso il suo talento in una carriera ancora esaltante e con l’ennesimo sogno nel cassetto; quello di trionfare dinanzi al pubblico americano, che rispetto parlando conosce e intepreta al massimo il motorsport. Il britannico, proveniente dalla defunta CCWS, finalmente è entrato a far parte della comunità dei vincitori alle prime armi in questa categoria, che comprende piloti ben più giovani di lui: Ryan Hunter Reay, Ryan Briscoe e Graham Rahal.
La vittoria giunge nel momento più importante del campionato, che vede assoluti protagonisti un kiwi volante ed un brasiliano nelle vesti di ballerino spumeggiante. Tuttavia, Detroit regala la prima soddisfazione stagionale a Justin Wilson, il quale ha saputo approfittare di un favore offertogli da Castroneves. La causa di questo sorpasso assolutamente “troppo facile” è da attribuire alla troppa irruenza del brasiliano nel chiudere l’allora prossimo vincitore di Belle Isle. Una difesa troppo forzata, qualche staccata anticipata di troppo ed ecco la folta presenza di commissari vestiti di giallo ad ordinare al Race strategist Cindric di chiudere i battenti e sperare in un ritorno alla follia, ops…un sorpasso che riporti tutto com’era giri prima.
Ma la gara inizia nel migliore dei modi per Castroneves, partito e per una serie di giri alle spalle di Dixon; il neozelandese non si spaventa, colpisce quasi a fondo il resto della compagnia e porta con sè il rivale n° 1. Prima una caution, al giro iniziale, con la Duno disperata per un testacoda facilissimo da evitare; già da qui si poteva intuire una corsa piena di bandiere gialle, rallentamenti e via dicendo. Secondo attimo importante da notare ci porta direttamente all’incidente tra Wheldon e Camara; il britannico, reduce da uno splash anticipato, ritarda la frenata e centra in pieno il brasiliano che riesce a malapena a vedere il rivale bianco rosso.
Il momento cruciale che segnerà in parte la corsa avviene ora, con Dixon che anticipa la sosta, per l’incredulità del pubblico e lo stupore dei meccanici Penske che studiano la sosta del nemico. Molta benzina, pneumatici a posto e tante difficoltà per poter passare la marmaglia di piloti più lenti, a partire da un Alex Tagliani, che ci fa tornare alla mente quello scontro fantastico di San Jose con Tracy.
Scott Dixon sbaglia la tattica, trova traffico e il problema più grande proviene da Castroneves, il quale, sapendo della situazione infelice del rivale, comincia a disturbare i dolci alberi che attorniano il circuito con una sequenza di giri veloci da far impazzire chiunque ribelle in cerca di forti emozioni.
Le soste aumento ma gli incidenti non sono esenti da qualsiasi situazione; chiedere per credere a Danica Patrick che spintona Meira e lo relega nelle ultime posizioni. Infelice quanto basta la milady di Motegi, dovrà anche arrendersi prima del previsto. Un tentato doppio sorpasso da parte di Meira e Rahal che ha visto prevalere solo il terzo incomodo, Mister St Petersburg. Il rookie d’arte stupisce e riesce a far brillare gli occhi al padre, in attesa di un sorpasso da parte del suo “operaio” Hunter Reay ai danni del figliolo.
Sarà andata bene a Wilson, ma non si può dire lo stesso del giovane Rahal che ha dovuto cedere le prime posizioni a causa di un rabbocco posto a pochissimi giri dalla fine, tale da relegarlo definitivamente al 13esimo posto.
In fin dei conti, il successo del britannico ha favorito leggermente Dixon, che potrà disporre nuovamente di un considerevole match point, l’ultimo, a Chicagoland; nella terra che gli ha regalato solo tristezza e delusioni.
Castroneves, come al solito apparentemente sorridente davanti alle telecamere, si è visto scippare una prima posizione meritata, difesa finchè è potuto durare. Quindi, saranno 30 i punti di svantaggio che dovrà recuperare. Pertanto vale la pena chiudere cosi:“See you on Chicago, the Helio’s show land”. Che sia di buon auspicio…..
Stefano Chinappi
Indycar – Detroit Belle Isle – Gara:
1 – Justin Wilson – NHL – 87 giri
2 – Helio Castroneves – Penske – 4.4058
3 – Tony Kanaan – AGR – 17.6815
4 – Oriol Servia – KV – 26.5468
5 – Scott Dixon – Ganassi – 27.7185
6 – Ryan Hunter-Reay – Rahal Letterman – 28.2688
7 – Bruno Junqueira – Coyne – 28.6815
8 – Will Power – KV – 28.8776
9 – Ryan Briscoe – Penske – 35.5244
10 – AJ Foyt IV – Vision – 38.1040
11 – Hideki Mutoh – AGR – 38.3811
12 – Darren Manning – Foyt – 44.4662
13 – Graham Rahal – NHL – 47.8028
14 – Ed Carpenter – Vision – 1:01.2770
15 – Mario Moraes – Coyne – 1 giro
16 – Danica Patrick – AGR – 1 giro
17 – Vitor Meira – Panther – 4 giri
18 – Marco Andretti – AGR – 6 giri
19 – Buddy Rice – D&R – 11 giri
20 – Dan Wheldon – Ganassi – 23 giri
21 – Tomas Scheckter – Luczo Dragon – 31 giri
22 – Alex Tagliani – Conquest – 33 giri
23 – Milka Duno – D&R – 41 giri
24 – EJ Viso – HVM – 55 giri
25 – Jaime Camara – Conquest – 71 giri
Il campionato
1. Dixon 606; 2. Castroneves 576; 3. Kanaan 481; 4. Wheldon 464; 5. Briscoe 412.
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