Fin dal Sabato mattina era nelle previsioni un tris targato Seat, e ciò è arrivato prontamente in gara 1. Successo strameritato da parte di Yvan Muller, come sempre aggressivo nonostante l’abbondante presenza di zavorra all’interno della sua Leon TDI. Il francese, partito abbastanza bene, si è visto lottare costantemente con Tarquini, il quale approfittando della scia imposta sul rettilineo finale, gli ruba lo scettro di leader per pochi giri; ebbene si, il cinghio quando oramai ci troviamo nei pressi del last lap, è saldamente in testa ma la situazione precedente si capovolge a favore del rivale di Casa francese, che lo detronizza alla prima variante anche grazie agli ordini pervenuti dai box, che preferiscono in ogni caso la bandiera a scacchi invece di un doppio ritiro per una sciocchezza di uno dei due. Dunque, in virtù di questo sorpasso “comandato”, Muller si porta a 14 punti di vantaggio in classifica sul secondo Tarquini, mentre perde provvisoriamente la terza piazza Rydell, sia nel mondiale che definitivamente in pista poichè durante l’ultimo giro, nel cercare di chiudere Larini alla solita famigerata prima variante, ritarda la staccata e taglia la chicane senza concedere al toscano quel posto ambito sul podio. Ad approfittare di ciò è Priaulx, il quale si regala un podio intriso di speranza, ringraziando anche la Chevy Lacetti del toscano giunta sesta causa problema tecnico alla Parabolica, e non solo, anche il motore in fumo di Farfus alla Parabolica. Quinto posto per uno scatenato Monteiro, a seguire lo stesso Larini e un determinato Huff partito male causa botto di Thompson alla prima variante; un errore banale del britannico della Honda causato da una toccatina con Porteiro, ritiratosi subito dopo, e Jorg Muller. Sandwich bavarese che non è andato giù alla giapponesina. Pertanto, sia Huff che Menu sono rimasti coinvolti da questa insulsa bagarre. Infine, per quanto riguarda la coppa indipendenti il successo è andato a Corthals su Leon del team Exagon. Sfortunato D’Aste, vittima di un doppio scontro durante la corsa ma con la testa pronta per Gara 2.
Wtcc – Monza – Gara 1:
1 – Yvan Muller (Seat Leon TDI) – Oreca – 9 laps
2 – Gabriele Tarquini (Seat Leon TDI) – Seat – 0″277
3 – Rickard Rydell (Seat Leon TDI) – Seat – 0″972
4 – Andy Priaulx (BMW 320si) – RBM – 1″710
5 – Tiago Monteiro (Seat Leon TDI) – Oreca – 3″699
6 – Nicola Larini (Chevrolet Lacetti) – RML – 8″111
7 – Robert Huff (Chevrolet Lacetti) – RML – 8″206
8 – Jordi Genè (Seat Leon TDI) – Seat – 8″434
9 – Alex Zanardi (BMW 320si) – Schnitzer – 11″056
10 – Jorg Muller (BMW 320si) – Schnitzer – 11″547
11 – Tom Coronel (Seat Leon) – Sunred – 14″396
12 – Alain Menu (Chevrolet Lacetti) – RML – 19″722
13 – Pierre Yves Corthals (Seat Leon) – Exagon – 21″114
14 – Franz Engstler (BMW 320si) – Engstler – 21″722
15 – Sergio Hernandez (BMW 320si) – Proteam – 24″884
16 – Manabu Orido (Chevrolet Lacetti) – RML – 28″993
17 – Takayuki Aoki (BMW 320si) – Wiechers – 31″499
18 – Andrey Romanov (BMW 320si) – Engstler – 36″751
19 – Ibrahim Okyay (BMW 320si) – Borusan – 37″459
20 – George Tanev (BMW 320si) – Petrol GT – 45″927
21 – Yukinori Taniguchi (Honda Accord) – N Technology – 47″715
22 – Kirill Ladygin (Lada 110) – Russian Bears – 58″278
23 – Kristian Poulsen (BMW 320si) – Poulsen – 1 lap
Gara 2:
Si è conclusa nel migliore dei modi l’apotesi Seat sul circuito brianzolo, ma questa volta a festeggiare è stato Tarquini che si riscatta nel migliore dei modi dal deludente secondo posto in gara 1. La partenza non lo vede tra i favoriti con il solo settimo posizionamento in griglia, davanti al rivale Muller che non saprà approfittare pienamente della bagarre creatasi subito dopo lo spegnimento del semaforo, giungendo nel finale solo quarto. Mentre il francese si limita a gestire la gara, Tarquini prende questi per il collo fino a raggiungere la testa grazie all’aiuto offerto da Jordi Genè, abile nel fare da “tappo” quando le cose si mettono per il verso giuto per i suoi compagni. Poche soddisfazioni in carriera per il fratello di Marc, ma molto rispetto da parte dei suoi compagni. A chiudere il podio c’ha pensato Larini, finalmente in palla senza l’ausilio della sfortuna. Il toscano è stato deciso nei momenti che più lo richiedevano, tenendo testa proprio ad un rinunciatario Muller. Chevy competitive anche grazie al forcing creato da Menu, snervante con un Monteiro in vena di punti quanto mai se escludiamo la cara Estoril. Tutto sommato, a farne le spese tra i tre made in Chevy è stato Huff, sfortunato protagonista di un lungo alla seconda variante quando la corsa era nel vivo e Tarquini era già davanti al compagno di Casa; il britannico, nell’indugiare sui big Bmw, ha calcolato male la staccata e sapete bene che a Monza allungare una variante non può che portare frutti “marciti”, quindi guai. Foratura all’anteriore sinistra, ed anche per Priaulx stessa fine e stesso risultato. Proprio quando il britannico era nel pieno della sua risurrezione, lottando addirittura con Monteiro e Muller, si è visto sfumare un posto a punti nella maniera più ignobile. Stagione no per il detentore del titolo. Tuttavia, a salvare la baracca in Bmw non poteva che essere il nostro Zanardi che era addirittura partito dalla pole per poi farsi risucchiare dal vortice spagnolo. Settimo piazzamento per l’italiano che riesce a regolare finalmente i conti con il resto della marmaglia mentre subito dietro Farfus, che ha difeso con onore il punticino nei confronti di Rydell. Infine, trionfo di Hernandez nella coppa indipendenti.
Insomma, week-end italiano di Monza iper positivo sia dal punto di vista dello spettacolo in pista che del pubblico seduto sugli spalti. Siamo contenti per questo risultato raggiunto che ci rende orgogliosi poichè sapete bene che il motorsport non è rappresentato solo dalla F1, ma soprattutto da queste categorie che sanno esaltare ogni singolo essere umano in cerca di orgasmo sportivo. L’unico rammarico è che il Wtcc saluta con l’appuntamento brianzolo l’Europa per trasferirsi stabilmente nell’Asia con OKayama e Macao, due piste mozzafiato che assegneranno ufficialmente i due titoli in palio.
Stefano Chinappi
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