La favola del Team Roth Racing è giunta al capolinea. Dopo aver partecipato quasi costantemente a tutti gli appuntamenti del campionato Indycar 2008, il team privato del canadese cinquant’enne manager-pilota sembra che sia stato costretto nolente ad alzare le tende. La scuderia ha corso i primi eventi del 2008 con due vetture, con alla guida lo stesso Marty Roth sulla Dallara. 25 dalla livrea prima rossa, poi nera con sponsors “Lids” e “Cirrus”, e dal giovane Jay Howard , alternatosi con John Andretti sulla seconda monoposto di colore bianco. Nell’ultima settimana è stata licenziata la quasi totalità dei suoi dipendenti tra meccanici, ingegneri e impiegati vari. Si potrebbe avallare un’ipotesi a fondamento della causa di questa crisi , quella della mancanza cronica di sponsors, che avrebbe portato all’allontanamento di parte del personale durante il periodo invernale. Parte della stagione non solo scarna di lavoro ma anche difficile da gestire economicamente parlando visto che il budget già di per sè scarso del team non avrebbe permesso un pagamento costante a favore dei dipendenti, riassunti poi alle porte della stagione nuova. Il dudget confermato sembra bastare per partecipare al solo evento della Indianapolis 500, e a questa situazione particolare del team si aggiunge anche lo stato di cirsi dell’economia statunitense e mondiale.
Un’altra spiegazione dell’allontanamento del personale potrebbe essere la decisione dei vertici della Indycar di togliere la superlicenza al team, costretto a vendere tutto il materiale comprese le quattro monoposto per una somma che si aggira, in termini pecuniari, a due milioni di dollari.
Alcune fonti canadesi parlano anche di un possibile interessamento all’acquisto di quel che resta della scuderia, da parte della “Rubicon Race Team”, scuderia che quest’anno ha clamorosamente fallito la qualificazione alla Indianapolis 500 con il nostro Max Papis per colpa del meteo instabile e degli incidenti in cui è stata coinvolta la Dallara del nostro connazionale.
Comunque vada sembra essere terminata l’avventuta agonistica in Indycar di Roth: due partenze nella Indy 500 del biennio 2004-2005 (ventiquattresimo in gara il primo anno, ventinovesimo in griglia nel secondo) ; proprietario in questi due anni di un team nella Indy Pro Series dopo aver nel 2003, acquisito il materiale dalla Panther Racing. Nel 2006 annuncia di voler prendere parte al campionato IRL a tempo pieno, dopo aver venduto la squadra della IPS. Nel frattempo partecipa alla 500 Miglia del 2006 ma fallisce la qualifica dopo un incidente in uno dei giri di lancio nella giornata del “Bump Day” e torna a metà stagione nello Speedway di Michigan ed in altre due eventi di fine campionato tra cui il Kansas dove chiude diciottesimo (stesso risultato del Michigan). Nel 2007 corre tre gare fra cui anche la gara dell’Indiana. Quest’anno la stagione con la scuderia impegnata a tempo pieno: buoni risultati in qualifica nelle primissime gare, poi un netto calo dovuto alla crescita degli avversari “diretti” , i teams di transizione della CCWS con poca esperienza con la Dallara. Il personale migliore risultato di Roth è stato un tredicesimo posto a Nashville. Protagonista di eventi controversi ed ironici, se si pensa all’accaduto di Kansas ai box, oltre che di incidenti più o meno spettacolari, il canadese ha comunque concluso una dignitosa stagione. Per quel che riguarda la seconda vettura, Howard è stato prima rimpiazzato da John Andretti a partire da Indianapolis per le altre quattro gare seguenti, poi ha preso parte alla gara di Watkins Glen e per mancanza di sponsors il team del pilota manager di Toronto ha dovuto rinunciare a schierare la Dallara n.24 negli eventi successivi.
MN
Share this content:
Ma quando c’era bisogno di auto per fare numero non esitavano a rinnovargli la lincenza… 👿
Poi non mi è sembrato un pericolo in pista, sicuramente meno di altri…
Marty Roth… ahahahahha
L’ Alex Yoong della IRL ( solo un po’ più vecchio )
diciamo che Roth, tutto sommato, sugli ovali se l’è cavata benino. Yoong, con la F1 che si ritrovava e, certo, un livello molto più eccelso che si può avere in Indycar che non è da sottovalutare, nemmeno al traguardo arrivava. Comunque tutto sommato, il malese è migliorato moltissimo negli ultimi anni, e guarda caso è ritornato ai vertici con la Gp2. Roth, invece, sempre allo stesso livello è rimasto, ma del resto lui pagava e lui decideva.
Roth era il CLASSICO pilota pagante che corre per sfizio ( GENTLEMAN ). E’ normale che le sue prestazioni fossero quelle che sono