Lewis Hamilton, nuovo Campione del Mondo, racconta come ha vissuto la serata di Domenica insieme al team per festeggiare la sua grande vittoria: “Non ho bevuto molto, solo un paio di bicchieri di champagne, ma principalmente acqua. Ricordo la fine della serata: Ero seduto su un lato e una canzone risuanava: “We are the champions” dei Queen. Ho visto tutte le persone del team: i miei meccanici, i miei ingegneri, i ristoratori, i capi, mio padre, tutti gli altri – tutti erano così felici. Potevo solo stare seduto. E’ stato una sensazione che non posso esprimere in parole; vedere quanto felici erano, e quanto lavoro hanno fatto e quanto erano soddisfatti. E’ stato veramente bello vedere questa scena e dopo ero in piedi e pronto per andare a letto. Ho imparato la lezione dallo scorso anno!
Mi sento in grande forma – sorrideva Hamilton – non credo mi suoni ancora familiare. Mi sono alzato questa mattina ed ero rilassato e soddisfatto, mi sentivo pieno di energia. Stavo veramente bene e pensavo sempre: wow, sono il campione del mondo!”
Lewis parla anche della sua gara indimenticabile per tutti gli appassionati: “ Ero molto preoccupato per l’intera situazione. Ho riflettuto sull’intera gara, non sapevo che Felipe fosse in testa, ma l’ho ipotizzato. Non ho chiesto alla radio perché ero concentrato sul mio lavoro. Sapevo che dovevo finire almeno in quinta posizione, ero molto concentrato su questo. Ero quarto, tranquillo in quella posizione. Stavo solo cercando di portare la macchina a traguardo, facendo attenzione a ogni cambiata, badando alle gomme e curando ogni particolare. Verso la fine è stato difficile perché avevo un enorme carico di carburante. Come sapete si consumano di più le gomme in certe situazione e io stavo provando, con un grande carico di carburante, a fare attenzione alle gomme. Stavo controllando Vettel ma le condizioni metereologi che sono precipitate. Abbiamo cambiato le gomme e ho avuto meno aderenza degli altri, eravamo i più veloci nei rettilinei, ma per il bagnato non era buono. Abbiamo provato durantemente a tenerlo dietro e gli ultimi due giri sono stati i più duri della mia intera carriera. Dopo aver perso la posizione non c’era più nulla che io potessi fare. Stavo spingendo molto per raggiungerlo, così ho preso più rischi, ma erano necessari perché ero consapevole di essere in sesta posizione e sapevo di essere ad un punto di distanza dal campionato del mondo. Quando ho iniziato l’ultimo giro sapevo che non avevo ancora vinto. Pensavo solo: devo raggiungerlo. Non avevo tempo per perdere la concentraione o per pensare che sarebbe scappato. Dovevo solo pensare a come sorpassarlo, dove avevo perso tempo. Stavo cercando di capire dove potevo aver perso tempo. La vettura non era molto buona. I ero vicino al traguardo, ma rimanevano ancora un paio di curve. Le gomme posteriori erano deteriorate, così non potevo avvicinarli a lui. Stavo pensando alla curva 10, il team mi ha detto che Glock era proprio davanti a me. Aveva gomme da asciutto ed era in difficoltà. Se l’avessi sorpassato sarebbe stato fantastico. Non sapevo se ero abbastanza vicino e rimanevano solo due curve. Sono arrivato alla curva 11 e ho visto Vettel superarlo, li era alla curva e io ho preso l’interno. A quel punto mi sono rilassato e sapendo che avrei vinto. Stavo aspettando il team mi dicesse “wooo hoo, hai vinto il campionato!” ma non l’hanno fatto. Sono caduto nel panico per un secondo. Uan volta sorpassato il traguardo e capito di essere il campione, ero più emozionato di sempre. Successivamente i giornalisti, vedendo la mia famiglia e il mio team, hanno festeggiato con loro. E’ stato un po’ strano perché noi abbiamo fatto cosa era necessario fare. Eravamo arrivati qui per finire in una determinata posizione, ed è difficile per un pilota accettare che non sarà vincitore quel weekend. Ma volevamo il premio più grande. E’ stato estenuante. Ho lasciato una parte di me l’anno scorso, ma quest’anno ho preso più di quanto avevo lasciato. C’erano molti che correvano, con persone che mi spingevano a destra e a sinistra. Io volevo solo fermare quel momento, e sono ancora là. E’ fantastico; mi sono svegliato questa mattina sentendomi rilassato. E non devo avere più il numero 22 sulla mia macchina. Posso avere il numero 1 sulla macchina, ed è la cosa più bella.”
Lewis Hamilton, tuttavia, non poterà solo il titolo del Campione del Mondo a casa, ma come ha dichiarato, il 2008 gli ha insegnato molte cose rendendolo un pilota più maturo dello scorso anno. “ Credo che quest’anno sia stato molto diverso dallo scorso – sostiene l’Inglese – lo scorso anno abbiamo avuto una consistenza migliore, e abbiamo fatto meno errori. Ma alla fine dello scorso anno no ho vissuto un momento della mia vita alla ribalta. Ero in testa al campionato del mondo e la pressione di poter essere campione in quella gara (Brasile 2007) era veramente grande da portare sulle spalle. Credo che perdere quel campionato mi abbia fatto più forte e questo è il motivo per cui ce l’abbiamo fatta alla fine di quest’anno. Ma ci sono state gare altre gare quest’anno che abbiamo vinto, alcune delle migliori: Silverstone, Monaco, Hockheim – ma ci ne sono state altre che abbiamo perso facendo degli errori da parte mia o del team. Ma abbiamo vinto e perso come una squadra. Credo che avvicinandoci alla prossima stagione analizzeremo tutte le cose successe quet’anno e proveremo a migliorarle. Sono solo sottili cambiamenti, ma che hanno un impatto enorme sui risultati. Così lavoreremo sodo sulla macchina, voglio il più preparato per la prima gara . adesso ci stiamo concentrando per non fare più questi errori, come il nostro approccio a questo weekend, e per essere più consistenti.”
Nicolò Papi
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