Valentino Rossi torna a provare la Ferrari. A due anni dall’ ultimo test di Valencia, il campione della Motogp riassapora il brivido della Formula 1 sulla pista del Mugello, questa volta per il semplice piacere di guidare una monoposto. Un amore mai sopito quello per le quattro ruote, testimoniato anche dalla recentissima partecipazione al Rally Show di Monza. Tanti i curiosi che si sono presentati al circuito (circa 1.000 persone), come sono stati tanti gli amici di Rossi che hanno voluto seguirlo in questa avventura. Alla presenza di papà Graziano, è sceso un pista nella mattinata cogliendo dopo 26 giri un buon 1’23″9, da confrontarsi con l’ 1’21” scarso fatto da segnare da Massa a bordo della F2008. Nel pomeriggio, presa confidenza con la macchina percorre altre 25 tornate, abbassando progressivamente i suoi tempi fino ad un ottimo 1’22″5, prima che un temporale interrompesse la sessione. Alla fine della giornata, un Valentino visibilmente contento si confessa ai microfoni dei giornalisti: “C’era il potenziale per diventare un buon pilota di F1. Lo avevamo visto analizzando i tempi che avevamo fatto a Fiorano, qui e a Valencia – ha spiegato Rossi – e quindi con un buon progetto di lavoro e con tanto impegno sarei potuto diventare un buon pilota di Formula 1. E’ dura dire se sarei diventato vincente o meno, ma il potenziale c’era e c’e’’ Il Test proseguirà nella giornata di domani, anche se la pioggia prevista potrebbe rovinare i programmi del Dottore.
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Fa bene a dire…….sarei potuto diventare,usando il condizionale.
Sono rarissimi i casi di centauri che sono andati fortissimo con la
formula uno,e con le attuali monoposto sarebbe impossibile.
Primo per il fisico che per un conduttore di formula si forma nel corso della carriera per
riuscire a contrastare 4/5 g ,poi per una particolarità che si portano
dietro i piloti di moto. Essi cercano istintivamente la corda con molto
anticipo e questo in macchina è un limite,specialmente nelle curve lente di
ritorno dove per poter scaricare gli 800 e oltre cavalli di una F1 occorre prendere
la corda in ritardo per poi aprire prima e sfruttare la accelerazione.
Quindi Valentino che è il più grande di tutti i tempi sulle moto,difficilmente
potrebbe arrivare al limite con una monoposto della massima categoria e
ancor più difficile per lui sarebbe resistere alla durata di un gran premio.
Glp, la tua analisi è sostanzialmente giusta, io la vedo in modo ancor più semplicistico: un conto è stampare un buon tempo in un test isolato, un conto è avere la costanza mentale e fisica per affrontare un gran premio di F1 nel modo giusto 😉 Valentino in F1 sarebbe stato un discreto pilota, nulla di più. Non penso avrebbe mai vinto una gara, seppur con la miglior macchina. Le favole non esistono, non puoi iniziare a guidare in macchina a 26 e sperare di battere allegramente gente che sono da 10 anni lì… mi sembrerebbe semplicistico.
Sì Zonda,Valentino avrebbe la costanza mentale,gli deriva dal suo
dna di pilota,ma certamente,come tu confermi non quella fisica.
La costanza mentale potrebbe averla se tutte le sue energie
psicofisiche non saranno assorbite totalmente per il controllo
macchina. In moto è un fuoriclasse e pilota con una tale
naturalezza che gli rimane tempo per pensare e fare strategia
in corsa. In macchina questo non gli sarebbe possibile per
la ragioni che abbiamo esposto.