Vecchie tradizioni si ripropongono.
Il sistema punteggio della Indycar Series torna alle origini, dal momento che si concederà al pilota che farà segnare la pole position un punto bonus. Questa regola era stata abolita nel 2001 in IRL quando si era stabilito che si dovessero concedere tre punti al pilota che avrebbe condotto il maggior numero di tornate in gara, senza però dare alcun vantaggio in simili termini a chi avesse ottenuto la prima piazzola in griglia. Soltanto una retribuzione di tipo pecuniario con un premio in denaro , simbolizzato dal famoso assegno “gigante” che compare di norma nelle foto di rito.
Da questa stagione verranno dati due punti al pilota che condurrà di volta in volta più tornate in testa durante una gara, un punto al poleman.
Brian Barnhardt spiega che cosi’ facendo si vuole valorizzare il giorno delle qualifiche. Una competizione divenuta di grande importanza ai fini dell’ economia del fine settimana di gara, anche grazie alla novità della eliminazione “shoot out” sulla scia del nuovo format adottato nella Formula Uno.
“La lotta per la pole è per tutta la durata delle qualificazioni un vero e proprio apice continuo di’pathos’, c’è molta suspance che giova sia all’entusiasmo degli astanti, sia agli stessi piloti che vivono questo momento assorti in un’ enorme concentrazione da cui non vogliono distogliersi. Mi sembra giusto premiare chi sopravvive a quattro giri con velocità tirate sugli ovali o riesce a scampare a tre turni di eliminazione sui circuiti misti “.
Il poleman continuerà a ricevere diecimila dollari come premio monetario, prezzo che salirà a centomila per la pole alla 500 Miglia di Indianapolis.
MN
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