La 12 ore di Sebring svolta lo scorso fine settimana, finita con la vittoria della nuova Audi R15 Tdi, ha portato i principali protagonisti ad offrire ai microfoni le loro impressioni e le loro critiche. Riportiamo in seguito alcune delle idee espresse da piloti e manager.
Wolfgang Ullrich: secondo il direttore del Team Audi Motorsport, la vittoria della propria vettura è un risultato di assoluta eccellenza, in quanto ottenuto con un modello completamente nuovo che è arrivato a Sebring con alle spalle meno chilometri di test di quanto preventivato. Inoltre la R15 Tdi ha realizzato il record sulla distanza chilometrica della 12 ore, vincendo così la centesima corsa della Le Mans Series dal 1999 dopo una bella lotta con le Peugeot turbodiesel. Lo stesso Ullrich afferma di non ricordare un’altra edizione della gara floridense con quattro vetture così vicine nelle prestazioni sul giro per l’intera durata della corsa, come accaduto per Audi e Peugeot. L’unico rammarico, secondo il boss Audi, è rappresentato dalla perdita di tempo accusata nel finale dalla seconda vettura, altrimenti il trionfo sarebbe stato completo. Ullrich si congeda poi dalla stampa ringraziando tutti coloro che, grazie al lavoro, hanno contribuito a realizzare questa impresa.
Allan Mc Nish (vincitore LM P1): il pilota scozzese, che ha condiviso la vettura vincente con Dindo Capello e Tom Kristensen, afferma che la nuova Audi si è comportata in modo irreprensibile dall’inizio alla fine della settimana di Sebring. Secondo il driver, l’edizione 2009 della 12 ore rimarrà negli annali delle corse per l’intensità agonistica che ha trasformato una gara Endurance in una sorta di gara “sprint”, ove è venuto fuori il vero spirito dell’Audi, dato da coraggio e determinazione. La differenza in gara si è vista soprattutto nella costanza dell’Audi nel mantenere costanti le prestazioni lungo le 12 ore, a differenza delle Peugeot, magari più veloci sul singolo giro ma meno costanti sulla lunga distanza.
Franck Montagny (secondo in LM P1): il pilota francese della Peugeot numero 8 seconda classificata, dice di essere un po’ deluso per il piazzamento, ma tutto sommato è soddisfatto del lavoro globalmente svolto con la 908 Hdi in vista della 24 ore di Le Mans. Infatti, dice il transalpino, la Peugeot non ha assolutamente sfigurato rispetto all’Audi in una pista storicamente poco congeniale alle caratteristiche dell’auto francese.
Mike Rockenfeller (terzo in LM P1): secondo il pilota dell’Audi R15 terza classificata, c’è da essere molto soddisfatti del lavoro svolto, in quanto per lui era solo la terza volta che scendeva in pista al volante la R15 Tdi, ed è quasi riuscito ed eguagliare i tempi sul giro della vettura di Capello, Mc Nish e Kristensen. Il terzo posto lo soddisfa appieno, complimentandosi con i compagni di squadra e l’intero entourage di casa Audi.
Adrian Fernandez (primo in LM P2): il pilota dell’Acura ARX-01 afferma che tutto è andato perfettamente per il suo team, complimentandosi con il compagno di squadra Luis Diaz per aver ben guidato durante la 12 ore di Sebring. Fernandez, sportivamente si rammarica dei problemi accusati dalle Lola Mazda, mettendo però in evidenza di come abbia pagato la politica dell’Acura, fondata sulla ricerca dell’assoluta affidabilità in gara prima che la pura prestazione cronometrica sul giro. Infatti, il pilota ricorda di come due anni prima a Le Mans avesse un’auto velocissima ma che non l’ha condotto al traguardo per problemi meccanici.
Johnny O’Connell (primo in LM GT1): il pilota della Chevrolet Corvette C6-R, vincitore nella classe regina delle granturismo, dichiara che la gara è stata una bella lotta contro la vettura numero 4, avvantaggiata sul giro secco ma, grazie al grande lavoro di squadra con in propri compagni, è riuscito ad avere la meglio, con una battaglia racchiusa nell’ordine di 20-30 secondi. L’affermazione nelle gara di Sebring, dice O’Connell, sarà in grado di dare una notevole dose di entusiasmo a tutto il team in previsione della 24 ore di Le Mans.
Mika Salo (primo in LM GT2): il pilota finlandese della Ferrari F430 GT, vincitore nella classe GT2, dice di aver vinto partendo dal fondo della griglia come già accaduto anche l’anno scorso a Sebring, trovando delle difficoltà ad instaurare un buon ritmo di pilotaggio, in quanto vi erano poche vetture della stessa classe in pista. Inoltre, aggiunge Salo, guidando poco durante l’anno questo tipo di vetture, è difficile trovare il giusto feeling per poter frenare sempre negli stessi punti e percorrere in ogni tornata le traiettorie ideali, creando quindi situazioni di imbarazzo per i piloti delle categorie maggiori che sopraggiungono ad elevata velocità per i doppiaggi.
C.J.
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