Dopo tanti cambiamenti, parole e tira e molla tra team e federazione siamo arrivati al momento della verità: venerdì si alzerà il sipario sul Mondiale di Formula 1 numero 60 caratterizzato da tante incognite e da una nuova alleanza tra i costruttori che la FIA sta cercando con ogni mezzo di far decare.
“E’ evidente che in questo momento c’è un contrasto tra FIA e FOTA. La cosa grave è che la Federazione continua a commettere errori, poichè sostenere una causa che va contro le regole sportive mi sempre una superficialità.” commenta Gian Carlo Minardi ai microfoni di Minardi.it “Non credo a Mosley quando afferma che Ecclestone gli aveva confermato l’appoggio dei costruttori per cambiare il regolamento, poiché i comunicati emanati dalla FOTA erano chiari: pertanto si sarebbe dovuto confrontare non tanto con Ecclestone ma con Luca Cordero di Montezemolo (Presidente FOTA). A mio avviso si sta cercando di creare tensione e nervosismo tra i costruttori con il chiaro intento di portarli a una rottura. Questo è molto grave: già nel passato recente, quando si era ventilato di poter avere due campionato, Ecclestone aveva dichiarato (in modo volgare) di aver “comprato” il silenzio della Ferrari, infrangendo la coalizione dei team.
Mi auguro che i costruttori, in occasione del primo gran premio in Australia, possano riunirsi per cercare di trovare una soluzione sulla regolarità delle vetture senza arrivare ad uno scontro: in questo momento la Brawn GP ha sicuramente un vantaggio poiché i team avevano dato proprio a Ross Brawn (ancora in orbita Ferrari) il compito di stilare il regolamento: dettando e avendo scelto queste regole è a conoscenza anche dei l limiti, per cui in questo momento non è possibile stabili chi ha una vettura regolare da chi è nel torto. Devono risolvere il problema senza cercare uno scontro con la FIA, che è quello che la stessa Federazione si augura proprio per far cadere quest’alleanza. Molto spesso le scuderie predicavano bene e razzolavano male, mentre oggi ci troviamo di fronte ad un cambiamento radicale e anche generazionale: ci stiamo avvicinando al rinnovo del presidente della Federazione Internazionale dell’Automobilismo, bisogna iniziare a pensare al dopo Bernie Ecclestone e con i team che devono ragionare da costruttori, creando quelle sinergie che permetteranno alla Formula 1 di avere regolamenti stabili e chiari.
Per tornare al nodo della matassa, la volontà di premiare chi arriva sul gradino più alto del podio non era sbagliato: la FIA, qualche anno fa, aveva introdotto l’attuale punteggio per cercare di limitare lo strapotere di Michael Schumacher rendendo i campionati più aperti e combattuti. Premiare il pilota che vince più gare (o più medaglie) non fa parte dello sport e della storia dell’automobilismo. E’ come se nel ciclismo, il Giro d’Italia venisse vinto da un velocista perché ha conquistato più successi, nonostante un suo ritiro con l’inizio dei gran premi della montagna e delle salite. La Formula 1 è un campionato del mondo a tappe e chi fa più punti si deve laureare campione. E’ giusto che sia premiati chi vince e chi sfrutta meglio tutto il pacchetto nell’arco dell’intera stagione.”
Tra meno di due giorni si alzerà il sipario sul nuovo mondiale, dove per la prima volta dopo tanti anni, ci sarà una grande incertezza sui valori in campo delle scuderie, anche se apparentemente la McLaren sembra in ritardo rispetto agli altri top team “Non credo che si siano nascosti: anche negli ultimi test, pur avendo migliorato, hanno accusato qualche problema di affidabilità e sul tempo finale. Come abbiamo detto le altre volte la Brawn GP ha sicuramente stupito per la sua affidabilità e questo potrà fare la differenza in Australia. Il divario tra i piloti è diminuito notevolmente, infatti in alcune sessioni abbiamo avuto tutti i piloti racchiusi in un secondo. Avremo un campionato interessante e combattuto con tante sorprese. Molte scuderie saranno costrette a fare molto bene per poter continuare a sopravvivere, come Brawn, Toyota, Williams (che ha da poco o che firmerà un contratto con un importante sponsor nel settore petrolifero).
Sono ansioso di assistere alle prime prove dove tutti cercheranno di sfruttare ogni istante della sessione, visto che i chilometri del venerdì non rientrano nel chilometraggio che l’unita deve portare a termine prima di essere sostituita. L’unico neo è che questo turno non sarà dedicato ai giovani piloti. E’ il mio chiodo fisso e continuo a battermi per la loro causa. Solo 3 giorni mi sembrano molto pochi. Si poteva anche far girare un rooky e un driver ufficiale per team: sarebbe stato bello e competitivo senza far lievitare i costi” conclude Gian Carlo Minardi
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