Nella marcia di avvicinamento al terzo appuntamento dell’America Le Mans Series in programma Sabato 18 Aprile a Long Beach, Gil De Ferran parla a ruota libera della sua carriera e dell’intenso rapporto di amore ed odio con il famoso tracciato cittadino. L’esperto conduttore, proprietario del team De Ferran Motorsport, prenderà il via alla gara di Long Beach condividendo il volante dell’Acura ARX-02 di categoria LM P1 con Simon Pagenaud, cercando di puntare al gradino più alto del podio.
De Ferran, driver dal palmares di assoluto prestigio, presenta nel carniere ben tre Pole positions ottenute a Long Beach guidando le monoposto di Formula C.A.R.T., ottenendo però risultati deludenti in gara, collezionando una sequela di quinti, sesti e settimi posti nelle sei partecipazioni alle corse C.A.R.T. disputate a Long Beach. Nonostante questi risultati poco esaltanti rispetto alle aspettative delle partenze al palo, De Ferran raconta di provare un “sentimento” positivo nei confronti di questo tracciato cittadino, in quanto permette ad un pilota talentuoso di esprimersi al meglio fra le strade, i tombini e le curve secche delle città piuttosto che sui lunghi curvoni in appoggio degli ovali degli States. Per la gara di Sabato infatti, unendo la propria esperienza sui circuiti cittadini con il talento di Simon Pagenaud e con l’agilità sui cambi di direzione dell’Acura ARX-02, Gil è convinto di poter puntare alla vittoria, auspicando anche una buona affidabilità della meccanica della macchina.
A difesa dalle gare di ALMS ed LMS, nonostante esse siano poco seguite dal pubblico di massa a causa anche della scarsa copertura mediatica degli eventi, va sottolineato come il livello tecnologico delle vetture della classe regina LM P1 sia di assoluta eccellenza. A questo ha fatto appunto riferimento De Ferran, dichiarando di non aver mai guidato nella sua carriera automobili dalla caratura tecnica elevata come i prototipi LM P1, assolutamente superiori alle monoposto ex C.A.R.T., tanto veloci sì ma dotate di tecnologia parecchio inferiore. Davvero un bel complimento da parte di Gil De Ferran.
C.J.
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