Nel giro di appena cinque tornate Tracy è riuscito a salire alla media velocistica di 220 miglia orarie. Più tardi, sceso nuovamente in pista, ha battuto e scalzato Scott Sharp in cima alla lista dei tempi.
“Grazie all’opportunità concessami, di prendere parte al Rookie Orientation Test pur non essendo un debuttante qui, partiamo abbastanza avvantaggiati” – le parole di Tracy, assente ad Indianapolis dal 2002 – “Le previsioni meteo prevedono pioggia per i prossimi giorni, quindi molte giornate di prove libere probabilmente salteranno e non saranno recuperate. Sono soddisfatto del lavoro svolto finora. Non sono venuto qui per vincere, voglio soltanto correre questa fantastica gara. Questo è stato il mio desiderio fin da bambino, da quando avevo sei anni, e non volevo appendere il casco al chiodo dopo sedici-diciassette anni di attività agonistica ad alti livelli senza essere tornati qui, la culla del nostro motorsport. E’ come un cerchio che si chiude. Quando lo scorso anno ci fu il fallimento della Champ Car, alias Cart, il mio team non decise di venire a correre in Indycar ma di allontanarsi dalla competizione. Fu un brutto momento perchè si ruppe una sorta di armonia quella del mio legame con le corse qui in America, e mi ritrovai d’un colpo senza volante e prospettive sicure per il futuro. No, non volevo finisse tutto cosi’. Sapevo benissimo di non poter correre altri dieci anni, che sono di media una carriera normale per un pilota, ovviamente avevo superato i trent’anni ed ero anche oltre, vicino ai quaranta. Per qualche altra stagione in più però volevo essere ancora protagonista, me lo sentivo dentro, avevo quella rabbia agonistica che si prova quando si è giovani e si vuole emergere. Qualche spiraglio dopo si è aperto, prima con Walker e Vision ad Edmonton, ora con Jimmy ad Indy. Voglio regalare per quel che mi resta da correre, ancora forti emozioni ai miei fans, qualcosa per cui saranno ricordati quest’ ultimo mio lasso di tempo di attività. <Paul Tracy? Quel pilota che correva negli anni Novanta e che ha dato l’anima in Cart ?”> <No, quello che a quarant’anni suonati, era ancora li’ davanti a combattere come un leone sugli ovali della IRL>.
La prima giornata di prove ha regalato ai fans anche la prestazione notevole di Scott Sharp (221.878 mph). L’ex- alfiere della Kelley Racing, e di Rahal-Letterman, ha lasciato la Indycar Series per correre nell’ALMS, dove è al volante di un prototipo della Acura. La sua livrea non è molto differente da quella con cui l’avevamo visto in azione l’ultima volta nel 2007.
“Mi sento bene, l’attesa è grande e qui ad Indy proprio per tradizione si costruisce un apparato scenico di preparazione meticolosa alla gara vera e propria che si corre dopo un mese di attesa e suspance. Devo ringraziare Patron e Panther Racing che mi permettono di essere nuovamente protagonista qui. Uscire in pista per i primi giri mi ha regalato nuove emozioni del tutto nuove ed inaspettate, seppur quest’ asfalto mi sia molto familiare. E’ come se mi fossi indossato una scarpa che non calzavo da molto tempo e scoprire con mia grande sorpresa di camminarci comodamente. Ero teso ed ora sono rilassato”.
Robert Doornbos ha guidato il gruppo dei debuttanti veri e proprio con il tempo di 221.735 miglia orarie di media. L’olandese della Newman Haas è stato il primo rookie a superare le quattro fasi necessarie, per un totale di 72 giri. “Mi sono trovato a mio agio, sembra che impari in fretta a guidare sugli ovali. Il mio team sta facendo un lavoro incredibile per permettermi di fare bene, ed io cerco di ripagarli come posso. Non vedo ad ora una ragione per cui non possiamo entrare nella top 11 nelle qualifiche” – parole che sembrano pronunciate con molta sicurezza quelle di Robert. La sua livrea denota alcuni cambiamenti: il rosso predomina ancora, ma si nota sulla fiancata l’utilizzo del logo della scuderia Newman Haas Laningan. Si offre dunque all’occhio anche la sua parte e si rende la vettura esteticamente più appetibile di quanto sia stata finora.
Raphael Matos è quarto assoluto, con il tempo di 218.613 miglia orarie di media. “Oggi è stato un gran giorno. La vettura consistente, il team ha apportato cambiamenti aerodinamici che si sono dimostrati veramente efficienti. Ciò ci ha dato l’opportunità di verificare come la vettura si può comportare nelle variegate situazioni che potenzialmente possono presentarci davanti. Sono stato abile ad impormi mentalmente ed a non farmi sopraffare dall’idea di correre qui nel tempio della velocità. E’ un passo importante per il proseguio del mese”. Utilizza la livrea argento-blu (Air Force) che ha portato in pista anche a Long Beach ed in Kansas.
Alex Tagliani (Conquest n°34) e Mike Conway (Dreyer&Reinbold n°24) hanno passato le quattro fasi del loro programma. Tagliani (218.333 mph) è quinto, Conway (217.063 mph) sesto. “Il primo giro è stato un pò strano. Qui il circuito è enorme, e la velocità molto alta. Dopo aver compiuto la prima tornata, sono tornato ai box, mi sono seduto appartato e ho incominciato a rimuginare. Mi sentivo in difficoltà come se il pensiero di correre qui mi avesse sopraffatto. Dopo il secondo tentativo mi sono sentito di gran lunga meglio. Questo da l’idea di come sia correre con queste vetture, solo se ti rilassi puoi concentrarti, e puoi controllare agevolmente la tua velocità, capire dove sbagli, dove stai per sbagliare e rimediare prima che succeda il peggio con un contatto a muro. Ho imparato molto, il mio setup non è male, pensiamo di poter migliorare domani”.
Per entrambi i piloti importanti modifiche estetiche sulle loro livree. Conway utilizza una vettura che conserva il colore blu oltremare, tuttavia molto più curata nei particolari con sfumatore di ciano e bianco. Lo sponsor principale a sorpresa non è “Dad’s” quanto invece la famosa marca di detergenti “Purex” che proprio in IRL è stata a sponsor del team Reinbold nel 2002 con proprio Buhl (e Fisher) alla guida.
Alex Tagliani e Conquest/Rubicon invece abbandonano la livrea arancione per firmare un accordo con un paio di nuovi sponsors: “AmazingMail” e”LifeLock” che si vanno ad aggiungere alla già presenti “Rexall Edmonton” e “Northlands”, scritte che compaiono sulle fiancate laterali. Veramente singolare la colorazione della “gobba” del muso davanti raffigurante la celeberrima maschera funebre del faraone egizio “Tutankhamon”. Per il resto una splendida combinazione cromatica fra nero e bianco intervallato da sottili linee dorate che corrono lungo i lati del muso fino a raggiungere l’airscoope e gli scarichi.
Nelson Philippe (settimo – 214.786 mph) e Stanton Barrett (nono — 207.522 mph) continueranno i loro tentativi domani dal momento che non hanno completato la trafila delle prove previste.
Livrea della HVM n°00 abbastanza particolare anch’essa, forse quella che ha i colori più psichedelici ed “elettrici” di questa edizione, un’accoppiata verde pisello e giallo limone che vivacizza il gruppo di vetture (molte vetture hanno una livrea tendente al nero) e si rende distinguibile a primo colpo.
Per Lloyd solo dieci tornate prima di rientrare definitivamente ai box. La sua livrea l’avevamo già anticipata ieri, tuttavia ora possiamo mostrarla per intero in azione.
MN
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