Intervista – Le Mans Model Fan Club, un sodalizio per la Sarthe

sandivasci Intervista - Le Mans Model Fan Club, un sodalizio per la Sarthe

Nicola Sandivasci è il presidente del Le Mans Model Fan Club con sede a Ferrandina, località di circa novemila anime ubicata in provincia di Matera, lungo la valle dove scorre il fiume Basento, nella montuosa Basilicata. Il desiderio di costituire un sodalizio intitolato alla mitica 24 Ore della Sarthe l’ha potuto concretizzare tredici anni fa, quando nacque l’associazione nella quale ben presto confluirono appassionati di modellismo e competizioni tipo Le Mans. Col trascorrere del tempo, la realtà del LMMFC si è sempre più imposta, catturando anche l’attenzione di piloti professionisti quali Dindo Capello, Beppe Gabbiani, Riccardo Patrese, Emanuele Pirro, solo per citarne alcuni tra coloro che hanno aderito con entusiasmo al progetto.

Segue un’intervista gentilmente concessa da Nicola Sandivasci, utile per meglio comprendere gli aspetti peculiari che caratterizzano la classicissima maratona della Sarthe, tuttora avvolta in una magica aura di ammaliante fascino e intatta spregiudicatezza, nonostante sia ormai in procinto, nel fine settimana del 13-14 giugno 2009, di festeggiare le settantasette edizioni.


Presidente Sandivasci, mi può delineare come avviene la nascita del progetto Le Mans Model Fan Club?

Il Le Mans Model Fan Club (LMMFC) nasce nel 1996 quasi per scherzo. L’idea era quella di mettere insieme e raccogliere sull’intero territorio nazionale tutti gli appassionati di modellismo della 24 Ore, tematica che io da oltre trent’anni coltivo, modellisticamente parlando. Venne fuori, e c’è ancora tuttora, una risposta molto selettiva ma professionale, lo sapevamo fin dal principio che l’Endurance in Italia è poco seguita e soprattutto non molto capita dagli appassionati di motori. Inoltre non potevamo “concorrere” con i fan della F.1 piuttosto che di Valentino Rossi.

In che modo si è sviluppata l’idea di unire la pratica del modellismo all’automobilismo sportivo?

Un buon modellista non va alla ceca collezionando tutto quello che si trova in commercio, ha sempre una tematica da seguire… ed è sempre la tematica che ama, anche motoristicamente parlando, altrimenti sarebbe dispersivo e molto poco serio. Noi seguiamo la 24 Ore di Le Mans , e siccome il 90% dei modellisti cura il modellismo SPECIALE (in kit, o addirittura autocostruito), è nata l’idea di organizzare le trasferte a Le Mans, prendendo come si dice “due piccioni con una fava”. Si tratta quindi di andare a vedere le vetture dei propri sogni e sbirciare i dettagli più fini per poterli riportare sui propri modelli (antenne, ganci, estrattori, interni… piccoli dettagli che in foto non si possono rilevare). L’unico problema consiste nel fatto che Le Mans è blindatissima, ben peggio della F.1, e quindi i dettagli si possono vedere solo al venerdì, quando la pit lane rimane aperta e nonostante i dieci metri che separano dalle vetture, siamo sempre riusciti, grazie anche a forti teleobiettivi, ad immortalare i particolari che ci servivano.

Che significato ha per lei la 24 Ore di Le Mans?

Sicuramente stiamo parlando della gara più bella del mondo, è una grande festa, pensi che noi quando effettuiamo la trasferta, partendo dal Sud Italia, facciamo 2200 chilometri di strada, aggregando gente da tutto il territorio , quindi si arriva a Le Mans stanchissimi. Poi le tende, la terra a stretto contatto, polvere, incubi Inglesi ecc., ma quando si solcano i paddock e ci sono i primi avvisi di motori caldi, tutto sparisce come per incanto. Adesso siamo arrivati, forse grazie alla nostra serietà, ad avere strettissimi contatti con chi ci corre e con l’organizzazione, quindi è tutto più rilassante. Io personalmente ho solcato tracciati di tutto il mondo, scoprendo anche categorie diverse, ma il fascino della 24 Ore per me è inimitabile.

La maratona della Sarthe offre indubbiamente numerosi spunti interessanti, ma forse la notte di Le Mans costituisce quel valore aggiunto che solo chi l’ha vissuta in prima persona, da spettatore o da pilota, può comprenderne i delicati meccanismi. Qual è l’atmosfera che si respira dopo il tramonto, mentre i vari concorrenti continuano a dare spettacolo in pista?

A Le Mans tutto è bello da vedere, soprattutto al tramonto. Il fascino della notte, l’alba , ma ARNAGE… è il quadro fantastico, staccate al limite con dischi iper roventi e ripartenze fuori da ogni limite, con la sovralimentazione che sbruffa a ogni cambiata, vedi la perfezione di guida di esperti del volante VERO, l’inserimento pennellato e le traiettorie come se ci fossero delle rotaie, perché uscire fuori dalle stesse è vietato. Il ponte Dunlop è un’altra chicca nella notte della 24 Ore, appena sul dosso si intravede il 60% del rettilineo e la S prima dello stesso con cambi di carico e direzione micidiali, mentre i fari allo xeno, cresciuti proprio a Le Mans, creano delle scie da cartolina. Le combustioni fanno venire DAVVERO la pelle d’oca.

Ricordo di aver letto su diverse riviste di settore in merito alle trasferte organizzate dalla sua associazione con l’obiettivo di portare gli appassionati ad assistere alla 24 Ore. L’appuntamento non si rinnoverà però nel fine settimana del 13-14 giugno…

Per undici anni abbiamo organizzato trasferte a Le Mans, inizialmente con vetture private, poi con pullman, ultimamente siamo passati ai pulmini a noleggio di pochi posti, perché, come dicevo, nonostante le nostre “prediche” per educare i nostri connazionali a questo evento, gli esiti si sono rivelati scarsi o poco più. Quest’anno purtroppo la trasferta è stata annullata per mancanza di partecipanti, si conferma quindi l’imperante disinteresse per l’endurance e le gare importanti che non sono i Gran Premi di Formula Uno. Peccato, perché con gli accrediti è tutto più semplice, e i nuovi aggregati, al momento del passaggio del PASS, non credono a quello che vedono, ritornano sempre come se avessero fatto dei tour su Marte. Evidenzio poi il supporto in pista che ad ogni edizione abbiamo garantito ai nostri amici Piloti Italiani, non a caso l’unica bandiera del nostro Paese a Le Mans è targata LMMFC.

L’attività di presidente del Le Mans Model Fan Club le ha certamente permesso di conoscere personalmente numerosi piloti. Ha degli episodi curiosi o divertenti da raccontare?

Accennavo prima della nostra serietà su tutto quello che facciamo e proponiamo, da qui è partita una fiducia estrema riposta dalla maggior parte dei Piloti Italiani a Le Mans, che poi sono stati seguiti anche in Italia in varie categorie. Ci sono stati sempre riconoscenti del “colore” che noi abbiamo sempre portato alla 24 Ore solo per loro, a volte facendo anche i salti mortali per far produrre striscioni e bandiere che avessero un buon impatto e visibilità. Hanno sempre accolto questi nostri sforzi, dandoci una mano quando lo abbiamo chiesto, vedi l’asta da campioni per LMMFC, ma abbiamo anche fatto modelli in edizione limitata con loro autografi. Molti sono nostri soci onorari, come Dindo Capello, Max Angelelli, Max Papis, e non si sono mai tirati indietro. Nel 2000 abbiamo fatto produrre degli stickers del sodalizio da apporre sulle vetture, e questa è una “mano” reciproca che fa bene ad entrambe le parti.

Mi può rivelare come sono nati il Premio Michele Alboreto e il Premio Alberto Moioli, istituiti dalla sua associazione?

Il Premio ALBORETO è nato da una simpatia personale per Michele, ci siamo incontrati proprio a Le Mans con Dindo Capello che ci faceva da supporto e gli aveva parlato del sodalizio. Dindo gli fece avere degli indirizzi che lui puntualmente visitò, inoltre gli aveva fatto notare dei nostri supporti proprio di fronte al box Audi, e poi mi disse una frase che per me è rimasta indelebile. SIETE GRANDI E UNICI, CONTINUATE COSI’ CHE AVEVAMO BISOGNO DI GENTE COME VOI, QUESTO E’ IL MIO CELLULARE E QUANDO VUOI E SE HAI BISOGNO PER IL PROSIEGUO DELLE ATTIVITA’… CHIAMAMI CHE SARO’ PRONTO A TUTTO… Il Premio MOIOLI è nato un po’ come l’Alboreto, io personalmente ho sempre avuto degli ottimi rapporti con Racing Box, con tutto lo staff per la precisione, ma non avevo mai avuto l’occasione di conoscere questo mito, anche se tutti ne parlavano per il suo impegno verso le nuove e giovani leve del volante. Già socio del Team, alla fine ci siamo accorti che il Moioli ci seguiva da anni restando sempre nell’ombra, e lo stesso sapendo delle nostre esposizioni per il modellismo e motorsport in giro per l’Italia. Mi scrisse una lettera, aveva portato con Practice l’appuntamento che faceva tutti gli anni da Monza Autodromo a Padova Fiere, e mi disse: VOGLIO A TUTTI I COSTI CHE ESPONIATE A PADOVA NELLA MIA ORGANIZZAZIONE. Io gli risposi: guarda, in questo momento non abbiamo fondi per fare questo, anzi siamo proprio “al verde”, anche perché in Lombardia ci sono molti soci, in Veneto sono un po’ pochini e poi bisogna vedere se gli stessi mi danno disponibilità. NON CI SONO PROBLEMI, VI PAGO LO SPAZIO ESPOSITIVO E TUTTA LA PARTE LOGISTICA, L’IMPORTANTE PER ME E’ CHE CI SIATE… sapevo che il Moioli era un mito dei giovani, sapevo che era una persona brillante, perfetta e precisa, ma non immaginavo potesse spingersi a tanto. A Padova ho finalmente stretto la mano a Moioli, che non mi ha dato il tempo di fargli i complimenti perché era lui a farli di continuo a noi. Quando è scomparso non potevamo fare a meno di dedicargli un premio, era la miglior soluzione che potessimo scegliere per ricordarne l’eccezionale figura.

Navigando nel sito internet www.lemansmodelfanclub.org non ho potuto evitare di notare una sezione intitolata “Arte & Motori”. Di cosa si tratta esattamente?

Sono litografie, stampe e dipinti di un nostro socio di Varese che oltre ad avere l’hobby del modellismo, si diletta a dipingere… e cosa se non Le Mans?! Inoltre è sempre disponibile a ringraziare nostri amici con delle riconoscenze.

Che cosa suggerirebbe di fare ad un appassionato desideroso di godersi dal vivo la 24 Ore di Le Mans in compagnia dei soci del Fan Club?

La trasferta alla 24 Ore è come fare un CAMEL Adventure, fornirsi di tenda, viveri rigorosamente Made in Italy (in Francia fanno schifo e costano un occhio), cambi anche pesanti perché il tempo è molto bisbetico da quelle parti. Un po’ di quattrini non ci stonano in quanto ci sono tante attrazioni alle quali a volte non si può dire di no, eventuali farmaci e creme antizanzare, liquidi… tanti liquidi, sedioline, marsupi, scarpe varie e l’immancabile apparecchio fotografico… e dimenticavo , il cellulare molto carico dal momento che si è fuori patria. Se poi ci si associa, è il massimo.

Quali iniziative avete in programma di realizzare in futuro?

L’ultimo week-end di settembre saremo ad esporre a Novegro, in provincia di Milano, a Hobby Model Expo. Non sappiamo se ci saremo al Motor Show… sarà difficile, sempre per le finanze, comunque realizzeremo il decimo modello limitato, autografato dai piloti. Nel frattempo continuiamo a fare promozione MotorModellistica con delle giornate promozionali rivolte soprattutto a chi non ha mai visto da vicino una vettura da competizione o un R/C ecc.. Segnalo inoltre la consegna del Premio Michele Alboreto 2009, già destinato al direttore tecnico di Toro Rosso F.1 Giorgio Ascanelli in data e luogo da destinarsi, e poi il Premio Alberto Moioli in occasione del Rally Show di Monza. Vedremo a chi andrà questo riconoscimento, e certamente altre iniziative sono allo studio… forse siamo iperattivi?!


Ulteriori informazioni sulle attività del Le Mans Model Fan Club si possono ricavare consultando il sito Internet www.lemansmodelfanclub.org .

Ermanno Frassoni

www.frassoni.com/angolo.htm

Share this content:

Lascia un commento