Icona mondiale dello sportivo diversamente abile è il sudafricano Oscar Pistorius. Un fuoriclasse che compete con gli atleti normodotati nei 400 m piani, correndo con delle protesi al carbonio al posto dei piedi, con ottimi risultati. Anche nel mondo dei motori ci sono piloti che nonostante gravi disabilità non si tirano indietro nello spingere a fondo il pedale dell’acceleratore. Scopriamo quelli più famosi.
Jean De Pourtales, è un pilota francese. Prima dell’incidente stradale, che gli troncò l’avambraccio sinistro, era una promessa dello sci francese. Aveva partecipato ai mondiali junior di discesa libera, quando accadde l’infortunio. La passione per la velocità lo spinse a correre in auto, ottenendo buoni risultati nonostante al posto della mano sinistra abbia un uncino che aggancia al volante. Ha corso per anni con le monoposto dalla Formula Renault alla Formula 3000. Adesso si cimenta nella Le Mans series con un prototipo Lmp2.
Jason Watt, si avviava ad essere il primo pilota di colore della Formula 1 quando la sua brillante carriera (Formula Ford, Formula Opel e Formula 3000), fu interrotta da un grave incidente motociclistico. Paralizzato agli arti inferiori tornò a correre e divenne campione turismo nel suo paese, la Danimarca, nel 2002. Ancora oggi gareggia con la Seat Leon nella serie turismo danese.
Adrian Hang, spinto dai tanti successi in kart in Argentina, arrivò in Italia sognando di ripetere la carriera del suo illustre connazionale Carlos Reutemann. Dopo una parentesi in Formula 3, corse il campionato di Superformula. Nella gara di Monza, conseguenza di un cruento crash dopo il via, gli venne amputato il piede destro. Con l’ausilio di una protesi Adrian ha continuato a correre (e vincere) nei campionati turismo argentino e italiano.
Alessandro Nannini, al momento dell’incidente (1990) era all’apice della carriera: aveva ottenuto la prima vittoria in Formula 1 (Giappone ’89) e clamorosamente aveva rifiutato la corte della Ferrari. L’incidente, mai del tutto chiarito, si verificò nella sua tenuta di campagna. L’elicottero sul quale viaggiava, precipitò al suolo ed una delle pale gli amputò di netto il braccio destro. Arto che miracolosamente gli venne riattaccato e dopo due anni di dura riabilitazione, il senese tornò a correre nel turismo con l’Alfa Romeo cogliendo numerosi successi.
Alex Zanardi, è uno dei principali protagonisti del WTCC nonché fresco vincitore della gara di Brno. Il suo curriculum sportivo è lungo un chilometro ed è noto a tutti gli appassionati del dio motore. Basta ricordare il leggendario sorpasso al cavatappi di Laguna Seca e i due titoli nella Formula Cart che ne fecero un idolo, lui italiano, negli States. Nell’anno “dis-grazia” 2001 successe l’incidente. Sull’ovale tedesco di Lausitzring Alex era in testa alla corsa. Il destino, però, l’aspettava al varco. All’uscita dei box con le gomme ancora fredde, Zanardi fece un testacoda e fu centrato a 300 all’ora dal canadese Tagliani. L’impatto devastante disintegrò la parte anteriore della Reynard del Mo Nunn Racing con dentro le sue gambe. Alex quasi dissanguato venne portato all’ospedale di Berlino in condizioni disperate. Si riprese in maniera miracolosa. Dopo soli novanta giorni commosse il mondo alzandosi in piedi alla cerimonia dei Caschi d’Oro di Autosprint. Era il primo “passo” verso il ritorno alla vita di sempre…e alle corse. Nel 2003 la Cart gli dette la possibilità di completare i 13 giri che mancavano alla sua gara in Germania. Girò così veloce che il suo crono gli avrebbe permesso di qualificarsi al quinto posto in griglia. Con grande spirito di sacrificio e forza d’animo superò i momenti critici della riabilitazione, grazie anche all’aiuto dell’amico Claudio Costa. Conferma della ritrovata normalità fu la decisione di tornare alle corse. Scelse la BMW e il mondiale turismo. Impegno che affronta a modo suo, da vincente! Curioso il test drive del suo “capo” Roberto Ravaglia a Vallelunga. Il mestrino provò la macchina del Zanna mettendosi nelle sue stesse condizioni: si fece irrigidire le gambe e guidò usando i servo comandi sul volante. Il risultato fu disastroso. L’ex pluricampione turismo (mica Rubinho Pallinho), non solo non era veloce ma nemmeno riusciva a guidare decentemente in quelle condizioni. Questo spiega, una volta per tutte, la grandezza del pilota Zanardi. Il suo sorriso sincero e contagioso quasi nasconde le reali difficoltà delle sue imprese corsaiole di assoluto valore, infatti guida frenando con le protesi mentre frizione e acceleratore sono sul volante. Il bolognese alle corse in auto alterna, con pari soddisfazione, quelle con la handbike, che ne fanno il “bracciatoneta” più famoso d’Italia.
Questi ragazzi, eroi o pazzi scatenati (secondo i punti di vista), vincono la loro corsa ogni giorno, ben prima dello spegnimento del semaforo rosso. Tenaci fino alla testardaggine sfidano il loro handicap con risultati lusinghieri, a volte straordinari. Le loro prodezze sportive sono da esempio a chi, con un destino simile, si abbandona alla depressione e alla rassegnazione per una vita non più normale. La loro, comunque vada, sarà una corsa che li porterà di diritto in cima al gradino più alto del podio, sempre!
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Sono daccordo con Gonzalo, e aggiungo che Sandrino è anche generoso preciso
dignitoso capace di tenere testa in qualunque circostanza anche politica che personalmente ritengo per chi la fà seriamente sia l’arte più difficile da realizzare cn risuiltati a tempo stabilito .
Zanardi Alessandro è temprato abituato a lavorare e a dare tutto se stesso in ogni contesto. E’ geniale amante dela sua famiglia è rispettoso degli altri (tutti) a prescindere da ogni ipotesi …è UOMO affidabile e sincero.
Trovare un difetto direi senza dubbio che è una persona perbene mah…..troppo
positivo nonostante i sacrifici le rinunce il sangue versato per lo sport dei motori e il sudore per tutto cio’ che fa e lo fa bene!!!!Insomma non ha difetti visibili da quegli occhi così pieni di amore verso chi li guarda. E’ Angelo custode di tutti.
Dio si serve di Alessandro Zanardi perchè è da Lui prescelto a prescindere da altro. Beati tutti i suoi fan,amici,tecnici,ingegneri,sponsor,parenti,conoscenti vicini perechè vivono in grazia di DIO. Non sono un prete è ciò che credo di lui.