HUNGARORING 26.07.2009 A volte ritornano, e come se ritornano. Ritornano dal passato, dall’oscuro, dall’oltretomba. Torna alla vittoria Lewis Hamilton, torna alla grande, da campione del mondo, segnando il gol della bandiera, inutile ma simbolico, in un campionato strano comandato dalle furbate da un lato, da i colpi di genio dall’altro.
Torna anche la Ferrari, seppur in versione mono vista l’assenza di Massa, che con questa vettura avrebbe potuto dire la sua anche in pista.
Torna tutto alla fine, tranne i conti in casa Brawn e in casa RedBull. Sì, le rivali dell’anno questa volta hanno toppato. Da un lato la Brawn è stata raggiunta dal punto di vista tecnico da Ferrari, McLaren e Williams, all’altro la RedBull sembra troppo confusa a capire su chi puntare, salvo poi perdere qualche punto per strada, inceppandosi quel tanto che basta per far perdere a Webber la seconda piazza a favore di Kimi, ma andiamo per ordine.
PARTENZA Allo start Alonso mantiene la testa, Hamilton e Raikkonen si sfidano a colpi di Kers, e Vettel in men che non si dica perde cinque posizioni scivolando al settimo posto. Il tedesco sembra la copia di Michael Schumacher anche nelle pessime partenze. Intanto Alonso fugge, Hamilton liquida Webber con un colpo di Kers e Raikkonen guida il trenino degli inseguitori composto da Rosberg, Kovalainen, Vettel, Nakajima, Button e Trulli.
La vista di Alonso che fa da lepre esorta l’accanimento di Hamilton che comincia ad inanellare una serie di giri veloci utili a ridurre il gap tra lui e lo spagnolo. Fernando appunto, iperleggero, si ferma al giro 13 per la prima sosta, e rinuncia ad ogni sogno di podio visto il pessimo lavoro dei meccanici. Anteriore destra montata male, la ruota scappa dopo poche curve, e lo spagnolo rientra nuovamente ai box su tre ruote danneggiando irrimediabilmente il fondo vettura.
NOIA Hamilton prende quindi il comando per non mollarlo più. Arriva il momento delle soste ed ecco che il podio comincia a prendere forma. Webber e Raikkonen rientrano contemporaneamente, l’australiano perde qualche secondo per l’esitazione dell’uomo con il lecca lecca, e quasi i due piloti rischiano il crash in piena corsia box. Kimi esce prima, Webber subito dietro. Del resto non cambia nulla, se non la strategia di Vettel, ubriacato di benzina visto il tappo “offerto” da Kovalainen. Per il tedesco però non è giornata, la vettura non lo asseconda e al giro 30 anche lui è out, come Alonso, come Sutil. Tutto il resto è noia o giù di lì. Hamilton trionfa, Raikkonen e Webber vanno a podio, Rosberg, Kovalainen, Glock, Button e Trulli completano la zona punti.
MONDIALE E’ quindi un mondiale sempre aperto, ma con un’incognita in più. Ferrari, McLaren e Williams non sono poi così indietro come si credeva e faranno da arbitri da qui e per il proseguo della stagione. Quella di Hamilton è la prima vettura non Brawn/RedBull a vincere quest’anno e forse, non sarà l’unica. Non lo sarà perché stanno tornando tutti pian piano. Tornerà anche Felipe Massa, magari con un po’ di fortuna in più.
Valerio Lo Muzzo
Classifiche:
Piloti: Costruttori:
1. Button 70 1. Brawn-Mercedes 114
2. Webber 51.5 2. Red Bull-Renault 98.5
3. Vettel 47 3. Ferrari 40
4. Barrichello 44 4. Toyota 38.5
5. Rosberg 25.5 5. McLaren-Mercedes 28
6. Trulli 22.5 6. Williams-Toyota 25.5
7. Massa 22 7. Renault 13
8. Hamilton 19 8. BMW Sauber 8
9. Raikkonen 18 9. Toro Rosso-Ferrari 5
10. Glock 16
11. Alonso 13
12. Kovalainen 9
13. Heidfeld 6
14. Buemi 3
15. Bourdais 2
16. Kubica 2
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