La 1000 km dell’Algarve, disputata in notturna sul nuovo e suggestivo tracciato di Portimao ha visto il Team Pescarolo Sport suggellare la stagione 2009 con una magistrale vittoria nella classifica generale. La Pescarolo Judd #16, unica vettura portata in Portogallo dal grande Henri per motivi di budget, e ben guidata da Jan Christophe Bouillon e Christophe Tinseau ha tenuto una condotta tattica parecchio intelligente e redditizia, cercando il più possibile di tenersi lontano dalle insidie della pista polverosa e dei doppiaggi fra le anguste curve in contropendenza. Il tutto, unito ad una eccellente affidabilità meccanica, ha portato l’equipe francese ad avere la meglio sui prototipi degli avversari, pur non essendo cronometricamente la miglior vettura presente a Portimao. Infatti, dall’esito delle qualifiche si poteva immaginare la Pescarolo Judd #16 in grado di puntare sì al podio, ma non al gradino più alto che sembrava più a portata di mano della Lola Aston Martin #007 e delle due Oreca Matmut AIM.
Al secondo posto fra i prototipi LM P1, dopo aver anche condotto le danze durante la prima metà di gara, troviamo la Lola Aston Martin #007 dell’Aston Martin Racing guidata da Jan Charouz, Tomas Enge e Stephane Mucke, che si conferma davvero una realtà estremamente concreta e redditizia, vista l’invidiabile sequela di podii conquistati nel 2009 in Le Mans Series. Per il team inglese infatti, il secondo posto di Portimao va a far compagnia nella bacheca al trofeo del primo posto nella 1000 km di Catalogna, a quello del terzo posto della 1000 km di Spa Francorchamps ed al quarto posto alla 24 ore di Le Mans. Detta così, ai lettori meno attenti potrebbe sembrare un normale quarto posto, in realtà per l’Aston Martin Racing vale come una vittoria, essendo a Le Mans presenti le celebri ed altrettanto criticabili vetture turbodiesel estremamente più veloci sul giro rispetto alla tradizionali vetture a benzina.
Per l’entourage di David Richards, che ricordiamo controllare l’Aston Martin Racing tramite la sua Prodrive, il week end portoghese ha messo in evidenza una volta di più la solidità del trio Charouz, Enge e Mucke e del secondo equipaggio formato da Harold Primat, Miguel Ramos e Darren Turner che, al volante della Lola Aston Martin #009 ha concluso al quinto posto.
Terzo e quarto posto invece, per i due prototipi teoricamente più veloci presenti a Portimao, le Oreca AIM 01 del Team Oreca Matmut che, dopo la Pole Position fatta segnare da Nicolas Lapierre sembravano intenzionate ad aggiudicarsi la gara portoghese. La vettura #11, guidata da Lapierre ed Olivier Panis, è scattata subito in testa dopo un bel duello alla staccata della prima curva con la Lola Aston Martin #007, conducendo la prima mezz’ora di gara prima di subire il sorpasso da parte di Mucke con la #007. Essendo la gara molto lunga, per l’equipe di Hugues de Chaunac l’aver subito il sorpasso non era motivo di grossa preoccupazione invece, dopo neanche una decina di minuti, Lapierre è stato costretto a raggiungere i box per problemi al circuito di alimentazione della benzina. Il danno è serio, infatti la vettura #11 rimarrà per ben 4 giri all’interno del garage prima di uscire con Olivier Panis al volante. Essendo precipitata nelle ultimissime posizioni ad un’eternità dai primi, l’aver conquistato il quarto posto finale rappresenta davvero una bellissima impresa per Lapierre e Panis, autori anche del giro più veloce in gara. L’Oreca #10 invece, ha concluso sul gradino più basso del podio, bissando così il risultato ottenuto nella gara di apertura a Montmelò. La vettura di Bruno Senna Lalli e Thiago Monteiro (che ha sostituito Ortelli) avrebbe potuto forse puntare a qualcosa di più del terzo posto, se il brasiliano non avesse perso tre posizioni nelle fasi iniziali di gara per un’escursione sulla ghiaia. Comunque in casa Oreca Matmut può regnare l’ottimismo in chiave futura per le rimanenti gare del 2009 e per la stagione 2010, in quanto la vettura nuova è davvero molto veloce ed agile nei cambi di direzione, con i piloti Lapierre, Senna Lalli, Panis, Ortelli e Monteiro davvero a loro agio.
Poca fortuna invece per la vettura che consideravamo come l’outsider, la variabile imprevedibile che avrebbe potuto rovinare i piani alla scuderie teoricamente più forti, difatti la Ginetta Zytek #23 dello Strakka Racing guidata da Danny Watts e Nick Leventis è stata costretta al ritiro. Stessa amara sorte anche per le due Audi R10 Tdi del Team Kolles, protagoniste di un curioso e buffo incidente fra loro stesse, con la #14 che, dopo aver perso il controllo taglia una curva centrando in pieno la #15 rompendo un radiatore.
Nella classe LM P2 si è vista la solita bagarre condita da colpi di scena e veri e propri episodi sfortunati fra i principali protagonisti, rendendo come sempre vivace e ricca di spunti interessanti la 1000 km, mostrando che, in condizioni di gara, le migliori LM P2 non sono poi così distanti dalle LM P1 meno prestanti come tempi sul giro.
Ad aggiudicarsi la vittoria di categoria, ed il sesto posto in classifica generale, è stata la Ginetta Zytek #40 del Quifel ASM Team guidata da Miguel Amaral ed Olivier Pla, che hanno doppiato di ben due giri la seconda LM P2 giunta al traguardo, ossia la Lola Judd #29 del Racing Box condotta dai nostri Andrea Ceccato, Filippo Francioni e Giacomo Piccini. Sul terzo gradino del podio troviamo invece la Zytek #41 del G.A.C. Racing Team pilotata da Karim Oijeh, Claude Yves Gosselin e Phillip Peter. Per i colori italiani, oltre al bel secondo posto di Ceccato, Francioni e Piccini, degna di nota è la quarta posizione di Thomas Biagi, Andrea Piccini e Matteo Bobbi al volante della Lola Judd #30 del Racing Box.
Nel triste crepuscolo delle granturismo LM GT1, facile vittoria per la Corvette C6R #72 dell’Alphand Adventures guidata da Patrice Goueslard, Yann Clayray e Julien Jousse, giunta al traguardo al 14° posto della classifica generale distaccando di oltre 22 giri la seconda e ultima GT1 presente, la Saleen S7R #50 del Larbre Competition, mai a proprio agio fra le anguste curve del tracciato nelle mani di Roland Berville, Sebastien Dumez e Stephane Lemeret. Bello e pieno di sentimento l’augurio di pronta guarigione a Luc “Lucho” Alphand apparso sulle portiere della Corvette, al quale ci associamo anche noi.
Fra le granturismo LM GT2, successo per un nostro portacolori, infatti nella prima posizione di categoria ed al 15° posto della classifica generale troviamo la Ferrari F430 GT #92 del JMW Motorsport guidata da Robert Bell e Gianmaria Bruni, al quale vanno i nostri complimenti più sinceri. Alle spalle della berlinetta modenese troviamo la Porsche 997 RSR #76 dell’IMSA Matmut pilotata da Patrick Pilet e Raymond Narac e, in terza posizione, la Ferrari F430 GT #84 del Team Modena di Antonio Garcia, Jaime Melo e Leo Mansell.
Non bastasse la vittoria di classe ed il terzo posto sul podio, a completare il successo delle Ferrari F430 GT vanno segnalati il quarto, quinto e sesto posto nella LM GT2. Gara invece tutta da dimenticare per la favorita della vigilia, la Porsche 997 RSR #77 del Felbermayr Proton, giunta ultima fra le auto classificate dopo mille e più disavventure, con una sfortuna ancor maggiore per la gemella #88 ritiratasi nel corso del primo giro.
Riportiamo di seguito i podii delle diverse categorie:
Classe LM P1
1) Pescarolo Judd #16 del Pescarolo Sport guidata da Bouillon e Tinseau
2) Lola Aston Martin #007 dell’Aston Martin Racing guidata da Charouz, Enge e Mucke
3) Oreca AIM 01 #10 del Team Oreca Matmut guidata da Senna Lalli e Monteiro
Classe LM P2
1) Ginetta Zytek #40 del Quifel ASM Team guidata da Amaral e Pla
2) Lola Judd #29 del Racing Box guidata da Ceccato, Francioni e Piccini
3) Zytek #41 del G.A.C. Racing Team guidata da Oijeh, Gosselin e Peter
Classe LM GT1
1) Corvette C6R #72 dell’Alphand Adventures guidata da Clairay, Jousse e Goueslard
2) Saleen S7R #50 del Larbre Competition guidata da Berville, Dumez e Leveret
Classe LM GT2
1) Ferrari F430 GT #92 del JMW Motorsport guidata da Bell e Bruni
2) Porsche 997 RSR #76 dell’IMSA Matmut guidata da Pilet e Narac
3) Ferrari F430 GT #84 del Team Modena guidata da Melo, Garcia e Mansell
C.J.
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