Diario da Monza – 13/09/09 – Brianza do Brazil

bandiera_brasile_1 Diario da Monza - 13/09/09 - Brianza do Brazil

MONZA 13.09.2009 Chiamiamola colonizzazione brasiliana, conquista, o giornata gialloverde. Nasr, Razia, Barrichello. Tre piloti, tre brasiliani, tre vincitori. Il primo conquista la vittoria in F. BMW già in mattinata, cominciando a riscaldare il cuore dei tanti sudamericani presenti a Monza.

Poi ci pensa Razia a far risuonare l’inno brasiliano, indiscusso vincitore della Gara 2 di GP2. Ma il momento più atteso del giorno comincia a farsi sentire. Treni e navette provenienti da tutto l’interland milanese sono stracolmi. I bagarini sono super attivi. I biglietti venduti sono effettivamente scontati. Misteri Italiani.

La folla in autodromo aumenta a vista d’occhio. I tifosi inglesi son sempre i più bizzarri, sempre pronti a sfoggiare vestiti animaleschi in stile asino. Poi non mancano i finlandesi, sempre presenti ma mai sorridenti. Infine Brasiliani e Polacchi sono ovunque. I Polacchi soprattutto, col solito super mega lungo striscione  pro Kubica. E’ quello dell’anno scorso.

Passeggiando per l’autodromo si incontra Grosjean impegnato in una corsa a ritmo abbastanza sostenuto. Figurarsi che un tifoso a caccia dell’autografo non riusciva a stargli dietro. Sul rettilineo che porta alla parabolica figurano striscioni pro Schumacher. “Schumy sono qui per te”, “ We have a dream, Schumi come back” campeggiano sulle tribune in bella evidenza.

Nell’attesa dell’ora X, leggasi 14, i punti di ristorazione mobile fanno affari. Sui prezzi del cibo è inutile avviare una polemica, perché maggiorati sono e maggiorati rimarranno. La birra scorre a fiumi, come il tempo che già segna le 13. Il camion per il drivers track parade è pronto, proprio come lo speaker che comincia ad intervistare Fisichella. Segue boato del pubblico. Alonso, quando è il suo turno, parla già da pilota in rosso e tra le tribune lo acclamano come se già fosse un pilota in rosso. Il giro di pista si chiude con Kimi Raikkonen acclamato dalle trombe dei tifosi.

Al termine del giro le pit-girls cominciano ad uscire e a posizionarsi sulla griglia, mentre i bersaglieri si cimentano nell’interpretazione dell’inno di Mameli prima, e di “O mi bela madunina” poi. Un messaggio di Massa viene trasmesso agli altoparlanti dell’autodromo. Dopo le telecamere inquadrano la signora Briatore, con tanto di colonna sonora gratuita creata dai fischi complimentosi che si levano dalle tribune.

Pochi minuti alla partenza e il pubblico si scalda. Allo start Raikkonen parte a razzo, così come i suoi sostenitori che scattano in piedi rumoreggianti. Son pronti a fare altrettanto al primo pit-stop, ma il finnico non riesce a sopravanzare Hamilton, né riuscirà a sopravanzare le Brawn che con una sosta conquistano i primi due gradini del podio. Il podio, appunto, galleggia sopra una marea di gente. Soltanto pochi inglesi son lì per Button, mentre i tanti italiani continuano ad osannare quel Rubens tanto amato in passato. Probabilmente la folla sotto il podio sarebbe stata minore se Hamilton non avesse sbattuto alla seconda di lesmo. Quando accade il fatto bandiere e trombe sventolano e risuonano per tutto l’autodromo, come se il terzo posto di Raikkonen valga quanto una vittoria.

Poi ancora una volta l’inno brasiliano, la premiazione e la protesta. Sì perché bandiere leghiste si levano al vento sotto il podio come se la pista fosse diventata una piazza ove fare comizi. In autodromo figura uno striscione contro il Gp di Roma, ma a certi venti polemici si risponde sportivamente. Come i tifosi brasiliani, oggi in festa fin dal mattino. Come i tifosi ferrari che urlano “Kiiiimiii Kiiiimiii” sotto il podio. Come gli appassionati che a fine gara vanno in giro per la pista in cerca di un ricordo. Un cartellone pubblicitario, un cartello di segnalazione o un semplice pezzo perso dalla McLaren di Hamilton durante il crash. Ecco il miglior modo di festeggiare l’ottantesima edizione del gran premio d’Italia.

Valerio Lo Muzzo

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