SINGAPORE 27.09.2009 Ci aveva lasciato alla seconda di Lesmo, stampato contro le barriere di protezione all’ultimo giro, sintomo di una voglia e di una foga fuori dal normale. Lo ritroviamo adesso, sulla cima del podio beato e festante, cancellando quel crash con una vittoria in grande stile, rispondendo così alle critiche dei giornali.
Si conferma l’arbitro di questo mondiale Lewis Hamilton, alla sua seconda vittoria in stagione che indirettamente sancisce, anzi consegna il mondiale agli amici della Brawn. Perfetto, ovunque e comunque. In qualifica, in partenza e in gara. Peccato che questo mondiale ha avuto tanti volti e tante facce. Poteva esser la volta di Nico Rosberg, pronto a mettere la sua di faccia per una vittoria, ma gli è andata male. Un errore, un grosso errore, lo ha portato a rinunciare ad un podio più che certo, come Vettel, forse ancora acerbo per puntare all’iride. L’iride, appunto, e due piloti dall’ugual tuta pronti ad accaparrarselo. Barrichello e Button, entrambi opachi, ma in grado di portare a casa quei pochi punti utili anche in classifica costruttori. E tra i costruttori in lotta, Ferrari e McLaren, se la giocheranno fino alla fine. Con l’unica, sostanziale, differenza. La rossa da qui a fine anno sarà sempre la stessa.
FLAG TO FLAG Al via Hamilton mantiene facilmente la pole, mentre Rosberg infila un incerto Vettel che deve difendersi dall’attacco di Alonso. Lo spagnolo, così facendo, perde due posizioni su Webber e Glock. Hamilton, Rosberg, Vettel, Webber, Glock, Alonso, Barrichello, Kubica, Kovalainen e Button i primi dieci. Problemi ai freni costringono Grosjean al ritiro già al terzo giro, mentre Fisico e Liuzzi duellano nelle retrovie. Fino alle prime soste niente da segnalare, poi al 20esimo passaggio Sutil centra Heidfeld e la Safety-car è inevitabile. La gara vive il suo massimo splendore al rientro della vettura di sicurezza. Rosberg sconta un drive-trough per aver scavalcato la famosa linea bianca in uscita dai box, e Vettel è libero di lanciarsi alle calcagna di Hamilton. La posizione dell’ inglese, saldamente in testa, non sembra mai in pericolo anche perché il tedesco RedBull ha meno carburante del campione del mondo. Al momento della seconda sosta però, Vettel oltrepassa il limite di velocità in pit lane ed il drive trough è inevitabile.
Traggono vantaggio dalla penalità Glock, sorprendentemente secondo, e Alonso che nel caos safety-car hanno avuto la meglio.
L’ultimo sussulto avviene al 45esimo giro, quando Webber, in netta crisi di freni, va fuori alla prima curva. Per un attimo si teme il nuovo ingresso della safety-car, ma la vettura austriaca non è in posizione pericolosa. Falso allarme quindi. In ogni caso la vittoria di Hamilton non sarebbe stata messa in discussione. Riscatto compiuto.
Valerio Lo Muzzo
World Championship standings, round 14:
Drivers: Constructors:
1. Button 84 1. Brawn-Mercedes 153
2. Barrichello 69 2. Red Bull-Renault 110.5
3. Vettel 59 3. Ferrari 62
4. Webber 51.5 4. McLaren-Mercedes 59
5. Raikkonen 40 5. Toyota 46.5
6. Hamilton 37 6. Williams-Toyota 30.5
7. Rosberg 30.5 7. Renault 26
8. Alonso 26 8. BMW Sauber 21
9. Glock 24 9. Force India-Mercedes 13
10. Trulli 22.5 10. Toro Rosso-Ferrari 5
11. Kovalainen 22
12. Massa 22
13. Heidfeld 12
14. Kubica 9
15. Fisichella 8
16. Sutil 5
17. Buemi 3
18. Bourdais 2
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