Due giorni di test sull’Indianapolis Motor Speedway per la Indycar Series. Marco Andretti (Andretti Green Racing), Tomas Scheckter (Dreyer&Rainbold Racing) e Vitor Meira (AJ Foyt Racing) hanno testato alcune modifiche aerodinamiche (sugli alettoni posteriori) che si spera possano ulteriormente migliorare la qualità delle corse per il prossimo anno. L’intenzione è quella di ridurre le turbolenze quando si sta in scia ad un’altra vettura, ma per avere delle migliori indicazioni sarebbe necessario correre in gruppo con più vetture, come ha sottolineato Scheckter. “Penso che la cosa importante sia capire le reazioni nel traffico“, ha detto il sudafricano. “Con la precedente configurazione era più difficile seguire le altre vetture nelle curve, e per cercare di migliorare le condizioni di corsa forse questo è il modo giusto.” La Indy 500 di quest’anno è stata una delle gare che hanno sofferto, nella prima parte di stagione, di qualche problema a causa della nuova configurazione aerodinamica, che rendeva più difficili i sorpassi. In conseguenza di questi problemi gli organizzatori della serie hanno apportato dei cambiamenti aerodinamici (più l’introduzione del push-to-pass) che hanno riportato le gare su ovale ai soliti livelli di spettacolarità.
I test hanno dato anche la possibilità a Vitor Meira di tornare al volante di una vettura, quattro mesi dopo l’incidente durante la 500 Miglia. “A metà del primo giro mi sentivo già bene“, ha detto Meira. “Quando ti fai male e provi dolore, non sei frustrato perché pensi ad altro che a riposare e guarire. Ma per me, dopo qualche settimana, c’era frustrazione, perché mi sentivo bene, mi sentivo guarito, anche se non lo ero. Ho pensato: ‘sono pronto a tornare’, ma gli esami mi dicevano il contrario. Ho cercato di fare un po’ di go-kart e sentivo male la schiena, e allora ho capito che stavo ancora male.” Anche AJ Foyt, che in passato ha dovuto recuperare da diversi incidenti durante la sua carriera, ha notato degli aspetti positivi dai due giorni di test. “Nella mia carriera sono riuscito a tornare competitivo dopo diversi incidenti, ma un sacco di ragazzi non ce l’hanno fatta“, ha detto Foyt. “Questo è quello che volevo capire su Vitor. Questa è la ragione per cui ho voluto farlo venire qui e fargli fare alcuni giri. A volte si può dire che sei ok, ma poi non ce la fai. Sapevo che Vitor sarebbe stato in grado di tornare in pista perché lo voleva fortemente, e ha lavorato tanto per tornare. Adesso lui sa che è in grado di tornare in pista.”
Share this content: