L’attesa sale, la Finestra si stà per aprire.
Davanti ad una buona bottiglia di SanGiovese, osservati discretamente dal sempre attento Enzo, Tazio ed Elio discutono del passaggio in Rosso del fenomeno Alonso. Al centro del locale Didier e Gilles raccolgono le scommesse, Graham tenta di accendersi l’ennesima sigaretta, Riccardo soffia per l’ennesima volta sul cerino,uno spaesato Henry punta una sedia in prima fila. Un sorriso, una leggera pacca sulla spalla destra, un pollice in versione autostop che lo invita a trovarsi un posto nelle retrovie dello schieramento …”Ma chi cavolo … Roland ??? Roland Chi ??? Imola ’94 ?? No .. avevo tre anni, come faccio a ricordare?”
Non ci sono angoli in questo Locale, ma se mai ce ne fosse uno Lui è là,lontano da tutto e da tutti, assorto nei suoi pensieri, i suoi occhi marroni a contemplare un orizzonte tendente all’ infinito. La solita inseparabile 24 ore aperta sul tavolino, la stessa che in un pomeriggio d’estate quel gran bastardo di Gherard fece volare giu’ dall’ elicottero per scherzo, conserva gelosamente dati di telemetria, assetti e configurazioni. Gomme scanalate o gomme liscie, motori turbo o motori a recupero d’energia, sempre le stesse facce al comando, pivellini sempre piu’ giovani che verranno dimenticati alla fine del campionato
In fondo è cambiato poco o nulla da quell’ultima volta. L’unica cosa che conta ancora è avere Fame. Quel tedesco che si ritirato un paio d’anni fa, quello si che ne aveva. Un autentico cannibale.
“Peccato non averci potuto correre seriamente contro. Sarebbero state scintille, ruotate all’ultima curva. Chissà, forse anche sberle. Altro che quel chiacchierone del Francesino nasone. Ah … finalmente la Finestra si apre … vediamo che tempo fa laggiu’…”
Dopo due giorni di pioggia torrenziale, di assetti da asciutto portati a spasso su fiumi che attraversano l’asfalto, finalmente splende il sole. Davanti a tutti oggi c’è il padrone di casa Rubigno, subito seguito da KangarooWebber. I loro compagni di squadra partono ascoltando la telecronaca online su BossaNova Radio Station. Dalla settima e ottava fila, da laggiu’ in fondo alla collina non si puo’ fare altrimenti. Adrian e Jarno partono dalla seconda fila, mentre il primo con il bottone della SuperPotenza oggi è ChiOffrediPiùKimi. Dal ponte di comando Charlie osserva ghignante lo schieramento con il freno a mano tirato e la prima inserita.
Le luci si spengono, i freni a mano si abbassano, la torcida brasiliana parte nell’ esatto momento in cui ChiOffreDiPiùKimi schiaccia il bottone giallo. Fulmina sul posto Jarno, affianca Adrian all’esterno della prima curva per poi passarlo all’ interno della seconda. Il kapellone mette subito nel mirino l’ australiano, seguendone la scia come un’ ombra. Il tutto mentre uno strabico Mark guarda con un occhio il retrotreno di Rubigno allontanarsi e con l’altro lo specchietto sinistro, il lato da dove il kapellone stà per infilarsi. Lo prende per mano, lo accompagna a raccogliere margherite e gli spacca il naso in un paio di decimi di secondo come la miglior tradizione corsaiola impone.
Li dietro anche Adrian utilizza la stessa tecnica nei confronti di Montepulciano D.O.C. Trulli, con risultati diametramente opposti. Mentre Jarno si frantuma sul muro, nell’ istante successivo Adrian si trasforma da pilota a passeggero della sua Force India in versione trattorino tagliaerba a 800 cavalli, sfalciando il prato nel senso della lunghezza. Come tutte le cose belle, ad un certo punto il prato finisce per lasciar spazio a quel nastro d’asfalto ondulato e slavato che i più da queste parti chiamano Pista. Dopo una lunga e impetuosa cavalcata il trattorino imbizzarrito rientra, centrando in pieno lo SpagnoloInRosso, da quel momento in poi semplice spettatore della sfuriata di un Incavolatoabbestia in Mondovisione Jarno.
L’ingresso del Campione del Mondo di SafetyCar Maylander è scontato, mentre commissari di pista intenti ad accattastare cumuli di carbonio, cerchioni e alettoni attaccano codici a barre prezzando al volo ogni singolo pezzo raccolto. Da queste parti il Mercatino del Carbonio Usato apre, come da tradizione ventennale, al calare della bandiera a scacchi.
Le immagini che provengono dagli lcd ai box sortiscono l’effetto immediato di attivare tutta quella gente che stava ancora prendendo fiato dopo la rituale sgroppata per sgombrare la starting grid. Alettoni e gomme vengono preparati in fretta e furia dagli uomini in Rosso e in Grigio. Dopo il collega Luigino che approfitta della Safety per cambiare strategia, anche CercoLavoroKovalainen entra dopo un testacoda iniziale. Il tutto mentre ChiOffreDiPiùKimi riporta ai suoi ragazzi un’ alettone spezzato che mani sapienti sapranno trasformare in un tanto costoso quanto ambito memorabilia-portaombrelli.
Uno sguardo d’intesa, come ai vecchi tempi, Didier e Gilles se la ridono di gusto. Sanno già cosa stà per capitare. Il PalettaMan ( declassato a ScopettoneMan subito dopo l’accaduto ) dei Grigi alza di scatto il suo strumento di lavoro nel momento esatto in cui la MP4-24 viene riportata con le ruote per terra. Il solito tsunami di Uomini e Benzina si abbatte sulla pit lane. Ignaro di tutto cio’, un ri-alettonato Kimi scatta dal suo pit, ritrovandosi ad inseguire un tubo argentato che lo innaffia come fosse con un geranio sotto al tiepido sole primaverile.
Anche Riccardo Paletti sa cosa stà per accadere. La benzina nebulizzata e lo scarico incandescente della bancata sinistra del V8 di Kimi innescano una vera e propria vampata, peraltro spenta quasi automaticamente. Proprio come i cerini di Graham. Se solo sapesse del Divieto di Fumo …
La sonda a ultrasuoni nel pozzetto delle Acque Nere della F60 del Kapellone registra un improvviso e repentino aumento di livello mentre uno sconsolato ViPregoToglietemiQuestAffareKovalainen getta agli uomini della Brawn Gp lo stesso sguardo impetosito del Gatto con gli Stivali visto in Shrek2. Incredibilmente gli uomini loggati Virgin si prestano ad aiutare il finlandese, quello simpatico dei due, staccandogli il tubo dalla pancia e rimandandolo in pista prima ancora che gli Uomini in Grigio realizzino l’accaduto.
Nessuno aiuto’ Felipe a Singapore… Mondo Crudele…
Con tutta la carne messa al fuoco nel primo giro ( quella di Kimi compresa ) la Giuria emetterà una qualsiasi verdetto non prima di 3 giorni lavorativi. Le notizie di inchieste aperte iniziano a fioccare mentre Bernd e la Amg piu’ usata di tutta la storia della F1 rientrano, lasciando campo libero ai superstiti del primo giro. Grazie alla cinque posizioni guadagnate in partenza dal concentratissimo Gienson, le frequenze di BossaNova Radio Station vengono inserite a pieno titolo nel software di partenza delle BrawnGp 2010. La sua gara, la sua rincorsa al titolo di CampeaoDuMundo inizia cosi, mentre il suo collega domina il GP di casa nove posizioni piu’ avanti. I primi sorpassi in pista si vedono subito grazie al concretissimo Kubica che infila un’ incantato ( e incantevole agli occhi delle brasiliane ) HarryRosbergPotter. Con la sua bacchetta magica è riuscito nella difficilissima impresa di far sparire in uno colpo solo i quattro che gli stavano davanti e adesso si gusta la sua poco meritata quarta posizione. Li dietro invece il mirino della numero 22 mette a fuoco l’unica Renault rimasta in pista, quella sbagliata, e dopo una bella lotta la passa di slancio. Immediatamente dopo un altro bersaglio dai colori bianchi e blu viene acquisito e sverniciato, mentre anche Luigino Hamilton inizia la sua personale rimonta.
Dietro ai suoi soliti occhiali scuri, pensieroso nel suo impeccabile gessato scuro, un arrabbiatissimo Enzo fatica a sopportare quello che stà vedendo. Le sue due Rosse sono li, dietro a tutto e a tutti, in una stagione avara di soddisfazioni. Persino sfortunata. Ma quando la sfortuna te la vai a cercare … Una granitica manona romagnola sbatte sul tavolino del Locale.“ Soccm… ops. Tazio, ma dico io. Se non l’avevamo preso quindici anni fa quel romano li, un motivo ci dovrà pur essere stato … o no ??!! “
I duelli in Pista, una di quelle vere che ancora permettono i sorpassi, si sprecano. Il BarboneVettel tenta di infilare un coriaceo Nakajima, mentre li davanti il compagno Australiano inizia a martellare tempi record nell’ evidente tentativo di pressare il padrone di casa. I pesi delle vetture parlano di un Mark un po’ piu’ lungo di Rubigno. Il freddo, anonimo tentativo di sorpasso dalla corsia box andrà in onda attorno al venticiquesimo giro. Li fuori invece Gienson combatte con tutte le sue forze contro un incredibile Kobayashi, qui in veste di sostituto del povero Timo, e l’ unica Toyota superstite. Quindici giri di ruote fumanti, di staccate al limite, di incroci di traiettoria, di ridicole richieste di interventi del vecchio Charlie e urla di vittoria riappacificano il pubblico ( quello che ancora non dorme ) con la F1.
Le porte annerite dal fuoco della pit lane si aprono dopo una ventina di giri per accogliere Nick. Lui entra, la benzina no. Scatta dai blocchi e dopo neanche un giro parcheggia a bordo pista. Slaccia cinture, casco e stranamente si gusta il resto della gara dalla postazione dei commissari. L’ultimo messaggio radio era fin troppo chiaro “Ue ave iour creditcard numbers… open eies… Piranha on track … ”
Il capo fila Rubens entra in pitlane. Al suo rientro in pista è dietro al redivivo Kubica, ma davanti di un niente ad Hamilton che subito lo mette nel mirino. Nel frattempo KangarooWebber capisce che questa è l’occasione buona per ipotecare il Gran Premio. Con Rubens e tutti gli altri imbottigliati nel traffico il buon Mark stampa una serie di giri veloci prima di rientrare per la sua prima volta. Al suo rientro l’Australiano, oltre ad essere l’unico pilota in tutto il circuito a non aver ancora effettuato un sorpasso degno di tal nome, è Primo. Un giro dopo una strana vibrazione pervade l’intero circuito.
I sensori applicati alle tribune Pauliste registrano un’ improvvisa scossa. Nel Paese in cui i fondoschiena femminili sfidano con gioia e spensieratezza la gravità terrestre, il ritiro del bellissimo Nico e del suo cambio tritato hanno l’effetto dell’ AntiGravità. Decine di migliaia di fan brasiliane si siedono all’ unisono, ponendo cosi fine alla Samba e all’ esposizione di tutto il Ben di Dio possibile immaginabile.
“Ehi Tazio, che guardi ? Fa piu’ male della benzina quella roba là, dovresti saperlo … “
“Uè Elio, la Gnocca l’è Gnocca !!!” Due bicchieri di SanGiovese alzati al Cielo, due sorrisi sanciscono una tra le piu’ grandi Verità.
Là sotto invece i due Giap al posto del sottocasco ignifugo indossano la bandana bianca con il sole nascente. Dopo una serie di giri tirati, seguiti dal timoroso Sebastian, anche per loro arriva il momento del pit, il momento della Resa dei Conti. Kazuki entra un giro dopo di Kamui. Quando esce lo fa con la chiara intenzione di vendere cara la pelle. Kamui pero’ non ci stà. Memore delle precendenti azioni fin qui impunite di Mark e Adrian , anche lui stringe la traiettoria invitando senza troppi complimenti il suo compaesano a raccogliere le ricercatissime margherite brasiliane. Scaffali che si riempiono ulteriormente di pezzi pregiati, codici a barre, mani rugose segnate dal tempo che si sfregano tra loro, coltelli a serramanico e pistole pronte a difendere il bottino, una ridicola bandierina gialla da sventolare. Il Brasile, neanche troppo in fondo in fondo è anche questo.
Quando mancano ancora trentotto giri alla fine, Gienson si aggrappa ai freni con tutto se stesso e alla fine del rettilineo infila all’ interno il buonissimo Buemi, riuscendo cosi nell’ impresa di agganciare la zona del punti.
Chi ha ritardato tantissimo la sua prima sosta come Sebastian e Gienson e chi ha cambiato strategia in corsa come Luigino entra ai box in questa fase di gara, mentre chi stà sulle due soste rientra quando mancheranno dai trenta ai venti giri alla fine. Nel rispetto della più triste tradizione della F1, i sorpassi dell’ agguerrito Gienson e del triste Sebastian ai danni del AffumicatoKimi si verificano proprio in pit lane.
Il padrone di casa Rubens esce da quello che crede essere l’ultimo pit in sesta posizione, riuscendo a mantenersi dietro uno scatenato Luigino. Mentre l’australiano e il polacco li davanti hanno ormai consolidato le loro posizioni, l’inglese vede davanti a sé il gradino piu’ basso del podio. Ne’ le chiavi del circuito sventolate in rettilineo dal povero Rubens ne’ tantomeno gli striscioni promettenti una fine orribile apparsi in tutte le terrazze di San Paolo sortiscono l’effetto di fermare la furia cieca dell’ Inglesino, quello senza barba dei due. In piena accelerazione infila la sua McLaren tra il muretto e la Brawn Gp, staccando sullo sporco nel tentativo di dimostrare al Mondo una volta di piu’ chi è, ancora per dieci miseri giri, il vero CampeaoDuMundo.
Le stelle a tre punte gettate dagli inferociti Brasiliani nel tentativo di fermare Hammy ora colpiscono a caso, colpiscono duro. L’unico a farne le spese è, manco a dirlo, CalimeroRubigno. Quando mancano solamente otto giri alla fine la posteriore sinistra non ne vuole sapere di farsi vedere in quello stato da BandierinaAScacchi Felipe. Dopo la velocissima sostituzione rientra in pista ottavo, mentre il suo compagno di squadra naviga tranquillo in quinta posizione.
Il tedeschino barbone, dopo un weekend che difficilmente riuscirà a dimenticare, sale fino al quarto posto. I suoi sogni di gloria si infrangono cosi, tra un nubifragio prima e una giornata di sole poi.
Alle sue spalle l’Inglese dimenticato, quello disoccupato nello scorso Natale. Alle sue spalle il pilota che in tutto lo scorso campionato conquisto’ tre punti, il pilota che a Montecarlo non aveva idea di dove parcheggiare a fine gara, il pilota che in tutta la seconda metà del campionato in corso ha sempre parcheggiato in parco chiuso.
Quel figlio tanto amato dal padre in lacrime, che intona con quel poco di fiato che gli rimane la canzone piu’ celebre dei Queen, taglia il traguardo del Brasile e si laurea Campione del Mondo sotto agli occhi lucidi di Ross. La buccia di banana al suo fianco è testimone di un’ impresa che resterà, nel bene e nel male, nella Storia dell’ Automobilismo moderno. Una sterlina per rilevare un’ intera Scuderia, un interpretazione particolare del non troppo rigido regolamento, tanto ma mai troppo lavoro, un sogno diventato realtà nello spazio di una stagione irripetibile.
La Finestra si chiude.
I pochi che hanno scommesso qualcosa sull’ Australiano battono sulla cassa vuota. Didier e Gilles, come al solito, non si trovano. Graham sorride ( Riccardo un po’ meno ) rivedendo gli ultimi replay di Kimi che và a fuoco. Tazio ed Elio, sotto la supervisione del giovane Henry, girano estasiati l’uno contro l’altro sulla PlayStation7 all’ AbuDhabi Circuit.
“Ehi tu, laggiù, nell’ angolo che non c’è …”
“Dici a me Enzo ?”
“Eh , te ne avrei dette di cose … l’hai letto questo ?”
Un giornale locale brasiliano viene lanciato sul tavolino, una rapida occhiata all’ assurdo titolo, un raro gesto di stizza e la pagina strappata finisce nella ventiquattro ore.
“ Prima o poi quel Bernie passerà di quà, tutti passano di quà. Due sberle non gliele leva nessu …”
Una luce rossa acceccante illumina istantaneamente il Cielo fino a quel momento azzurrissimo, la potente voce angelica dell’ annunciatore/trice squarcia l’aria.
“ L’autista del Boss è atteso immediatamente in Presidenza !!!”
Pochi passi, dietro un’angolo che non c’è, dietro ad una porta che non c’è, Lui è là.
“Ayrton, il fatto che tu sia il Mio autista non significa che Quassu’ tu possa permetterti di prendere a sberle chiunque. Anche se obiettivamente…”
by Pierpaolo Gelussi
http://www.pierpaologelussiphotographer.com/
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Il finale è favoloso. Il riferimento al Boss è mitico.
Solo una precisazione. Quel Riccardo chi è? (paletti?)
Si si … Paletti. 2 Gran Premi e un brutto incidente a chiudere un sogno. Indimenticato.
Questa era difficile però! Ci ho dovuto pensare!
Detto questo complimenti per la foto…bella la trasparenza!