Dopo una gara ricca di sorpassi e colpi di scena, Will Power vince l’Honda Grand Prix of St.Petersburg e conquista la seconda vittoria consecutiva in due gare disputate. L’ultimo a vincere le prime due gare della stagione fu Sam Hornish Jr nel 2001 (a Phoenix ed Homestead). Il dominio di questo inizio stagione da parte del Team Penske è stato confermato dal terzo e quarto posto di Ryan Briscoe e Helio Castroneves. Justin Wilson ha negato al Team Penske la tripletta giungendo secondo con la Dallara del Dreyer&Reinbold Racing. Nonostante Power avesse dominato l’intero weekend (primo nelle libere, primo nelle qualifiche e quindi partenza dalla pole position), la vittoria è stata molto più difficile di quanto il pilota australiano auspicasse. Dopo il rinvio da domenica a lunedì a causa di un temporale, la pioggia ha continuato a cadere fino alle 8 del mattino (il via della corsa era previsto per le 10). Una volta cessata la pioggia, la pista è andata asciugandosi rapidamente, e la direzione gara ha deciso di ritardare di una ulteriore ventina di minuti il via della gara per consentire ai piloti di montare le gomme slick e partire con l’asciutto.
Il via della corsa viene subito interrotto dai testacoda di Mike Conway e Dario Franchitti. Al momento del restart Marco Andretti balza dal terzo al primo posto scavalcando Power e Scott Dixon, ma la sua leadership dura solo un giro prima che Dixon lo ripassi alla curva 1, con Castroneves che effettua la stessa manovra il giro seguente. Power perde slancio dopo la mossa di Andretti e scende al quarto posto, ma una migliore gestione delle gomme gli permette di recuperare, superare Andretti e Castroneves e tornare al secondo posto al giro 19. Al giro 22 Takuma Sato provoca la seconda bandiera gialla della gara finendo a muro nel tentativo di difendersi dagli attacchi di Vitor Meira. Con gran parte del gruppo che rientra ai box per la prima sosta, il brasiliano resta fuori e si porta in testa, seguito da Raphael Matos e Franchitti. Dopo il restart, Dixon tocca Mario Moraes danneggiando il musetto. Dixon e Moraes devono rientrare ai box, insieme a Tony Kanaan e Andretti che danneggiano le loro vetture passando sui detriti.
L’incidente più violento della giornata arriva al giro 46, quando la sospensione posteriore destra di Dan Wheldon cede all’ingresso della curva 1, mandando l’inglese contro Moraes. Durante la caution, una parte del gruppo rientra ai box e Power torna al comando davanti a Wilson, EJ Viso (KV), Simona De Silvestro (HVM) e Danica Patrick (Andretti Autosport). I primi tre allungano dopo il restart, con Viso che è il primo a fermarsi per la sua ultima sosta al giro 64. Allo stesso momento, Conway finisce a muro per un contatto con Matos causando un’altra bandiera gialla. Con tutto il resto del gruppo che rientra ai box durante la caution, Viso si ritrova in testa. Ma le sue chance di vittoria svaniscono dopo pochi giri, fino a che un problema al cambio lo costringe a rientrare ai box per le riparazioni. Dopo un’altra caution (causata da un contatto tra Graham Rahal e la De Silvestro alla curva 1 e dall’incidente di Dixon alla curva 9) la gara giunge allo sprint finale. Nonostante riesca ad avvicinarsi a Power, Wilson non è mai in grado di attaccare l’australiano, finendo poco meno di un secondo dietro il vincitore, mentre dietro Briscoe e Castroneves si danno battaglia per l’ultimo posto sul podio. Il protagonista del finale è Franchitti, che in una dozzina di giri sale dall’undicesimo al quinto posto. Alex Tagliani termina con un eccellente sesto posto la seconda gara di sempre del suo team FAZZT. Resistendo con le gomme morbide nell’ultimo stint, la Patrick termina al settimo posto. Matos, Rahal e Kanaan completano la top ten davanti a Ryan Hunter-Reay e Andretti. Alla fine della gara si registrano 10 cambi di leadership tra otto differenti piloti.
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