Dario Franchitti ha vinto la 94a edizione della 500 Miglia di Indianapolis, conquistando la sua seconda vittoria dopo quella del 2007. Nonostante abbia dominato la gara, il pilota scozzese ha rischiato fino all’ultimo di non vincere, a causa di un finale di gara in cui sono stati fondamentali i consumi. All’inizio dell’ultimo giro, Franchitti procedeva lentissimo senza essere sicuro di completare la gara, ma una caution provocata dal pauroso incidente tra Mike Conway e Ryan Hunter-Reay lo ha salvato e gli ha permesso di tagliare il traguardo a ritmo ridotto davanti al secondo classificato, Dan Wheldon. Gli ultimi giri hanno stravolto la classifica, così a sorpresa al terzo posto si è piazzato Alex Lloyd. Conway è stato trasportato in ospedale con una ferita alla gamba destra, è uscito dalla vettura aiutato dai commissari ma comunque sulle sue gambe.
Franchitti ha cominciato ad imporre il suo ritmo sin dal via, quando al primo giro riesce a superare sia Will Power sia il poleman Helio Castroneves. I primi giri sono caratterizzati da due caution. La prima subito al primo giro, quando Davey Hamilton per evitare Tomas Scheckter che lo superava all’esterno è finito in testacoda e poi contro il muretto della curva 2. Qualche giro dopo il restart, nella stessa curva Bruno Junqueira finisce a muro dopo aver perso il controllo della sua vettura. Quando la gara riparte, Franchitti impone subito il suo ritmo, mentre Power scavalca Castroneves per il secondo posto e Alex Tagliani fa lo stesso con Scott Dixon per il quarto. Dopo 20 giri, Tony Kanaan è risalito già al sedicesimo posto, dopo essere partito ultimo. Tramontano rapidamente le ambizioni di Mario Moraes, ritirato per un problema ad una sospensione, e Hideki Mutoh, afflitto da problemi meccanici. Quando arriva il momento del primo pit stop, gli ultimi a rientrare sono Franchitti e Power (che aveva preso la leadership per qualche giro), ma l’australiano riparte troppo presto dal pit strappando il bocchettone e uscendo con un pezzo ancora attaccato. Terza caution e Power costretto a tornare ai box, scivolando dal secondo al ventiquattresimo posto. Al restart, il più veloce è Raphael Matos, che si installa al terzo posto, mentre continua la risalita sia di Scheckter, nono, che di Kanaan, dodicesimo. Al giro 62 quarta caution per l’incidente di John Andretti, che finisce largo e va a muro alla curva 2. Tutti i piloti ne approfittano per effettuare il secondo pit stop, e chi ne trae l maggior guadagno è Kanaan che risale al quarto posto. Disastro invece per Matos e Dixon, che perdono entrambi una gomma mal fissata al pit, scivolando in fondo al gruppo.
La gara di Matos dura pochi altri giri, perché finisce a muro alla curva 1. Al restart, Franchitti è sempre in testa davanti alle due Penske di Castroneves e Ryan Briscoe, mentre Ed Carpenter soffia la quarta posizione a Kanaan. Al giro 82 Graham Rahal viene penalizzato con un drive-through per aver bloccato irregolarmente Wheldon. Al giro 104 Vitor Meira finisce troppo alto all’uscita della curva 2, toccando il muretto e rompendo la sospensione. Il contatto provoca l’uscita della bandiera gialla e un nuovo pit stop per tutti i primi. In testa si ritrova così Scheckter, che si era fermato in precedenza. Al restart, il sudafricano mantiene la leadership su Franchitti, mentre Kanaan supera Castroneves e si porta al terzo posto. Al giro 115 sia Franchitti che Kanaan superano Scheckter e si portano ai primi due posti.
Il vantaggio del pilota scozzese cresce fino a toccare quasi i 10 secondi al giro 140 quando inizia la sequenza dei pit stop. Al momento del suo pit stop Castroneves spegne il motore perdendo secondi preziosi e scivolando al quindicesimo posto. Poco dopo, il suo compagno Briscoe finisce largo e colpisce il muro esterno all’uscita della curva 4, provocando una nuova caution. In regime di bandiere gialle alcuni piloti, tra cui Castroneves, Rahal e Justin Wilson decidono di rifornire. Una volta ripartiti, anche Townsend Bell (che era quinto) viene penalizzato con un drive-through per aver bloccato irregolarmente Hunter-Reay. Poco dopo, il rookie Sebastian Saavedra finisce contro il muro alla curva 1 al giro 159. Tutti i piloti rientrano per il pit stop, tranne Conway, che si ritrova in testa, e i piloti che si erano fermati a rifornire in precedenza, Wilson, Castroenves e Rahal. Al restart i primi quattro vanno via, e la gara si gioca sui consumi. Il primo a dover rientrare è Conway, cedendo per un paio di giri la leadership al compagno di squadra Wilson. L’inglese e Rahal si fermano al giro 189, lasciando brevemente la testa della corsa a Castroneves, ma il brasiliano ha bisogno di una bandiera gialla per giungere al traguardo e infatti rientra al pit al giro 192. A quel punto Franchitti è in testa con un secondo di vantaggio su Kanaan. Il brasiliano non ha il carburante necessario ad arrivare in fondo e deve rientrare ai box a quattro giri dalla fine, cedendo il secondo posto a Wheldon. All’ultimo giro, con tutti i primi che procedono al rilento per conservare carburante, si scatena il caos, Conway (che aveva rifornito e poteva andare al massimo) arriva troppo forte su Hunter-Reay (che invece cerca di salvare carburante) all’interno della curva 3. I due si agganciano e la vettura di Conway decolla andandosi a distruggere contro le reti di protezione. L’inglese viene estratto dalla macchina e subito portato al Methodist Hospital per la valutazione di un eventuale infortunio alla gamba destra. Nel caos che ne deriva, Marco Andretti perde la terza posizione a favore di un sorprendente Lloyd, con Dixon quarto. Danica Patrick raddrizza una gara incolore e sempre nelle retrovie nel finale, quando riesce a risalire al quinto posto, migliore del suo team davanti ad Andretti. I due piloti di Penske, Power e Castroneves, completano la gara all’ottavo e nono posto, dietro a Wilson e davanti a Tagliani che completa la top ten.
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