I grandi Piloti – Henri Pescarolo, nel 1968 nasce un Eroe

lemans72-henri-pescarolo-on-his-way-to-victory-in-the-matra-ms6701-500x383 I grandi Piloti - Henri Pescarolo, nel 1968 nasce un Eroe

Dopo una sequela di partecipazioni ininterrotte, iniziate nel 1966 come pilota e giunte all’epilogo nel 2009 come titolare di scuderia, la 24 ore di Le Mans, che si disputerà fra una manciata di giorni, non vedrà al via uno dei suoi più grandi interpreti, un signore francese di 68 anni dall’importante barba brizzolata e dagli immancabili occhiali scuri.

La persona che da decenni nasconde il suo volto sotto la severa coltre barbuta si chiama Henri Pescarolo, presentatosi al via del “Double tour du montre” di Le Mans per 33 volte nelle vesti di conduttore e per altre 10 nelle qualità di proprietario dell’omonimo team, potendo vantare nella bacheca di casa 4 vittorie sulla Sarthe ed una serie innumerevole di prestigiosi piazzamenti.

Nato il 25 Settembre del 1942 nella capitale francese, Henri Pescarolo ebbe il primo contatto con il mondo delle automobili da competizione all’età di 20 anni, quando il padre, affermato medico, invitò il figlio a fargli da navigatore in un rally amatoriale riservato ai lavoratori ospedalieri. L’esperienza piacque moltissimo al giovane Henri, che all’epoca aveva da poco intrapreso gli studi universitari in Medicina, ponendosi dei seri interrogativi su quale fosse la strada da seguire per garantirsi un futuro decoroso, dovendo scegliere fra una carriera da spendere nelle corsie dei nosocomi o l’istinto corsaiolo scaturito dopo aver partecipato al rally con il padre.

Pur continuando i faticosi studi universitari, nel corso del 1963 Henri frequenta la scuola di pilotaggio promossa dall’AGACI (Association Générale Automobile des Coureurs Indépendants) in collaborazione con la filiale francese della Ford risultando, sin dal principio, l’allievo più dotato di talento verso la guida. I buoni risultati ottenuti alla scuola di pilotaggio, permisero ad Henri di  disputare nel 1964 le prime competizioni automobilistiche, a bordo di una Lotus Seven nel campionato della Coupes des Provinces. Nel corso di questa serie propedeutica, nata per scoprire giovani piloti, si videro ben tre vittorie nel corso dell’annata ottenute da Pescarolo il quale, pur non riuscendo a primeggiare nella classifica generale, si mise in luce quale giovane più promettente, aprendosi così le porte ad un futuro al volante di un’auto da corsa.

Il campionato della Coupes des Provinces portò fortuna ad Henri, infatti per il 1965 ottenne un ingaggio da parte della Matra per disputare alcune corse della stagione di Formula 3, condividendo il programma di crescita tecnico sportiva assieme a piloti del calibro di Eric Offenstadt, Jean Pierre Jaussaud e Jean Pierre Beltoise. Fu grazie alla promozione di Beltoise in Formula 2 che Henri ottenne il volante per la stagione completa del 1966 in Formula 3. L’evolversi del 1966 fu positivo per Pescarolo, che giunse secondo nella classifica generale dopo un lungo duello con il nuovo compagno Johnny Servoz-Gavin, gettando così le basi per un 1967 da disputarsi in esclusiva funzione della vittoria in campionato.

Le promesse furono mantenute appieno, difatti il conduttore parigino vinse il titolo di Formula 3 in modo netto, conquistando ben 11 affermazioni nel corso del campionato, ottenendo la possibilità di debuttare, verso la fine della stagione, nella Formula 2 europea. Davvero non male per un ragazzo che fino ai vent’anni non si era mai interessato alle corse automobilistiche; nel frattempo, siccome la carriera iniziava a prender forma, Henri decise di abbandonare gli studi accademici per dedicarsi in toto alle competizioni. Il 1968 è stato probabilmente l’anno più importante dell’avventura automobilistica di Henri, infatti nello stesso lasso di tempo divenne vice campione d’Europa di Formula 2, battuto solamente da Beltoise, ed ebbe l’occasione di debuttare in Formula 1 al volante di una Matra al Gran Premio del Canada, comportandosi in modo onorevole. La grande chance di poter mostrare le proprie qualità in Formula 1 fu seguita, nel breve evolversi di una settimana, da un’opportunità ancor più grande, il disputare la 24 ore di Le Mans da pilota ufficiale Matra, dopo averci guidato con alterna fortuna nei due anni precedenti, condivendo con Johnny Servoz-Gavin il volante della Matra MS630.

Fu proprio alla 24 ore del 1968 che Henri Pescarolo divenne una stella di prima grandezza nel firmamento del motorsport;  nel corso della notte di gara a Le Mans iniziò a piovere in modo consistente, tutto proseguiva secondo i normali canoni finchè si ruppe il tergicristallo della Matra, in quel frangente guidata da Servoz-Gavin. Questi, giudicando improbo ed irrazionale il dover guidare di notte sotto la pioggia senza il tergicristallo, rientrò ai box con l’intenzione di ritirarsi. Un comportamento logico, vista la situazione. Invece Pescarolo, dopo aver ironicamente sorriso alle lagnanze del compagno, scese nell’abitacolo, inserì la prima marcia e si lanciò in pista, mandando in visibilio il pubblico francese, che in lui vedeva lo spirito e l’ardimento dei Nuvolari, dei Varzi, dei Caracciola e dei Campari. Un’azione di grande cuore, di un coraggio fuori dai normali limiti quella di Henri, così facendo riuscì a rimontare diverse posizioni durante la notte, issandosi sino alla piazza d’onore. Purtroppo, a sole due ore dal termine, un detrito metallico sparso per la pista fece esplodere un pneumatico, comportando un’uscita di pista ad alta velocità che distrusse la Matra.

Pescarolo uscì fortunatamente illeso dall’incidente, rendendo ancor più epica un’azione d’altri tempi, dove l’Uomo ed il suo coraggio dimostrarono di essere più forti dell’oscurità delle tenebre e dei mille riflessi della pioggia, da quel momento in poi, pur essendo giovane, Henri iniziava già ad esser considerato un’Eroe, rispettato da tutti dentro e fuori le corse.

Il 1969 doveva essere l’anno che avrebbe portato Pescarolo a conquistare la vittoria sulla Sarthe invece, durante una sessione di test preparatori alla 24 ore, lungo il terribile rettilineo dell’Hunaudiéres, l’abbassamento improvviso del posteriore della Matra comportò lo sbilanciamento dell’aerodinamica dell’avantreno, che fece perdere totalmente ad Henri il controllo della vettura, che involandosi, terminò la sua ardita traiettoria  fra gli alberi del bosco adiacente. Il pilota fortunatamente riuscì a sopravvivere, subendo però la frattura di due vertebre e numerosi ustioni alla gambe, in quanto il rottame della Matra si incendiò dopo essersi spezzato urtando gli alberi. Le condizioni della colonna vertebrale erano piuttosto serie, costringendo così Pescarolo a passare tutto il resto della stagione da spettatore, al fine di poter favorire la salda giunzione delle vertebre fratturate.

Finivano quindi così, sul letto di un ospedale, i primi anni della carriera di un ragazzo già divenuto Mito, deciso più che mai a riprendere in mano il volante di una vettura sport per poter portare a casa, dopo tante vicissitudini, il primo alloro nella gara regina dell’Endurance, con l’intento di divenire Leggenda anche per quanto riguarda il numero di vittorie e trofei da esporre in bacheca.

Continua…

                                         Jona Ceciliot

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