Oggi ricorre il secondo anniversario della morte del pilota inglese Craig Jones, tragicamente coinvolto in un incidente durante il round del mondiale Supersport 2008 sul tracciato di Brands Hatch.
Jones era nato il 23 gennaio 1985 a Northwich, ed era considerato una delle stelle nascenti del motociclismo britannico: il giovane era stato scoperto da “King” Carl Fogarty, quattro volte campione del mondo Superbike; nel 2002 aveva vinto il campionato britannico Superstock, e l’anno successivo era passato al campionato Supersport, ottenendo nel 2005 il secondo posto in classifica generale dopo la sfida per il titolo con Leon Camier. Gli anni successivi, date le sue performance positive, Jones conquista il posto di wild card in alcune gare sie del mondiale Supersport, sia in Superbike con il team Ten Kate Honda, e nel 2006 passa proprio al mondiale SBK con un team purtroppo non competitivo. Nel 2007, quindi, Craig prende la decisione di affrontare un intero mondiale Supersport con il team Reve Ekerold Honda, conquistando il quinto posto a fine stagione. Nel 2008 continua la sua avventura nelle Supersport con il team portoghese Parkalgar Honda, fino al tragico incidente di Brands Hatch il 3 agosto 2008.
L’incidente si verificò al 16° giro: Jones era in seconda posizione, e stava lottando per il suo primo successo con il connazionale Jonathan Rea; in terza posizione seguiva l’australiano Andrew Pitt. Alla Clark Curve, Craig perse il controllo della sua Honda scivolando rovinosamente a terra, colpito alla testa prima dalla sua moto, poi tragicamente investito da Pitt, che niente poteva fare in quella parte di pista per evitarlo. Subito è chiaro che l’incidente è gravissimo, e viene immediatamente esposta bandiera rossa: il pilota inglese viene soccorso e trasportato alla Clinica Mobile, dove viene rianimato per 4 volte, poi trasportato d’urgenza al London Royal Hospital, dove arriva in condizioni critiche.
Craig Jones muore nella notte del 4 agosto 2008 per le gravi lesioni riportate nell’incidente: al suo capezzale erano accorsi, insieme alla famiglia, i colleghi e amici Tommy Hill e James Toseland. Il numero con il quale correva è stato in seguito ritirato: nessuno potrà correre con il #18 nel mondiale Supersport, ma dato il talento, quel numero si sarebbe sicuramente aggiunto alla ciurma di colleghi inglesi del World Superbikes che ora tanto ci fa divertire nel motociclismo, sport che regala molto e in alcune circostanze toglie altrettanto.
Beatrice Moretto
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