Motomondiale – In memory of Shoya Tomizawa

tomizawa_high-500x342 Motomondiale - In memory of Shoya Tomizawa

Noi tutti, amanti di sport motoristici dalle due alle quattro ruote, siamo estasiati, appassionati ed in un certo senso, forse un pò per l’abitudine a frequentare o vedere le gare, non facciamo molto caso a concetti come velocità, rischio, pericolo, dolore. Certo, si pensa sempre che al giorno d’oggi, nel 2010, niente di grave possa succedere, al limite ci si fa male, ma poi i dottori rimettono in piedi chiunque nel giro di poco. Eppure la vita è sempre lì a bussare alla porta, e si è costretti a farci i conti senza nessun preavviso.

Ieri nel paddock di Misano, sotto un sole caldissimo, incontro questo ragazzino, forse meglio dire quasi coetaneo, dagli occhi tanto a mandorla che quando sorride per le foto sembrano quasi due fessurine sul viso: e Shoya ride sempre. La mia mente va subito all’inizio stagione in Qatar: prima gara nella storia di Moto 2 e prima vittoria proprio per lui: sceso dalla moto al parco chiuso non poteva credere ai suoi occhietti, si si aveva vinto proprio lui, con una gioia incontenibile e un sorrisone immenso.

Il sogno per Shoya è appena iniziato: i risultati infatti continuano ad arrivare, fino al Gp di Le Mans conduce saldamente la classifica, conquista la pole position persino in un tracciato storico come Brno, va veloce Tomi. Uscito quasi dal niente, approdato in Moto 2 si allena streanuamente prima dell’inizio stagione, e riesce a cucirsi addosso dei risultati buonissimi, come solo un ragazzino alle prese con l’occasione della vita può saper fare.

Qui a Misano i suoi 19 anni finiscono ai 240km/h: in una domenica di settembre due genitori si ritrovano improvvisamente a fare i conti con la perdita di un figlio, c’è chi avrà perso in Shoya un amico, un fratello, un nipote, il suo team non troverà più il suo pilota da coccolare, e certamente De Angelis e Redding si porteranno dietro per sempre questo grande peso nel cuore.

E mentre i grandi signori discutono di regolamenti, bandiere rosse e procedure, c’è sicuramente anche Shoya da qualche parte che fa i conti con la fine del suo sogno, ma sempre con un sorriso.

Beatrice Moretto

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