“SORPASSARE”
“Quattro sillabe, dovresti sentirle da sola … Allora, dov’è la difficoltà ??? DO-VE ??? Scrivi e dividi in quattro sillabe… FORZA … SOR-PAS-SA-RE!! “
La scheda di italiano da completare nel fine settimana è di quelle fotocopiate direttamente dal testo approvato dal Ministero dell’ Istruzione. E’ stata appositamente concepita da Miss Gelmini in persona, con il chiaro intento di togliere la ruggine e la salsedine lasciata dalla vacanze estive su cervelli da terza elementare e ugole materne. Il volume proveniente dalla cucina cresce con il passare dei minuti, in modo direttamente proporzionale alla difficoltà di comprensione. Sillabe contorte, astruse tentano di sfondare la porta dell’ adiacente salotto con scarsi risultati.
Il volume della tv cresce proporzionalmente.
“Alba, fra poco partono… vieni a vedere la partenza ?”
“Se vieni tu a fare i compiti con Cristina…”
La risposta non è che si faccia attendere. Semplicemente non c’è. Contro Fer-Nan-Do in pole non ci può essere altra risposta che l’ennesima speranza di muta comprensione.
A Singapore è ormai buio, notte fonda. Notte che diventa giorno, grazie al sapiente mix di riflettori e fuso orario. Circuito che diventa Silhouette, luci color ghiaccio che portano nelle case di tutto il Mondo uno strano senso di freschezza misto a odore di cartolina plastificata di fresco.
Installation Lap, gomme e freni da scaldare a puntino, zigzag, solita routine, pronti a partire.
“Partono… vieni ??”
“Compiti d’italiano … vieni ??”
Il Volume della Tv continua a crescere, le luci del semaforo si spengono di botto, le macchine scattano ordinate dai blocchi di partenza, per la terza volta in tre anni Valerio Maioli sviene. Per il creatore dell’ illuminazione del Marina Circuit un altro anno di training autogeno non è servito a nulla. Il riflesso incondizionato provocato dal improvviso spegnimento di una qualsiasi lampadina è sempre quello : lo svenimento.
Sotto agli occhi sbri-cio-la-len-ti ( “Capito Cristina come si fa ??!!”) di Domenicali al muretto, il solito Fernando lascia per strada centimetri preziosi permettendo ad uno scattante Sebastian di rifarsi sotto. Se la determinazione potesse esser misurata a peso, per lo Spagnolo dentro alla Ferrari “Alfa”di questo primopomeriggioserainoltrata non basterebbe una pesa pubblica.
Stringe il tedesco al muro, proprio come l’altro Tedesco di cui si stanno pian piano perdendo le tracce ama fare ( chiedere a Barrichello per eventuali conferme ) ed affronta la prima curva in testa. In coda al gruppo parte la Ferrari “Omega” del CalimeroFelipe. Da laggiù il semaforo s’intravede appena. Ad uno occhio scaltro come il suo è bastato individuare Valerio Maioli tra il pubblico in tribuna per capire il momento esatto in cui staccare la frizione. La sua gara inizia in rimonta, passandone quattro o cinque di slancio. Tutto il gruppone, a parte il ritrovato Heidfeld, decide a tavolino che non è il caso di farsi troppo male all’ inizio gara. Rispetto a Montecarlo qui in un paio di curve si può tentare l’attacco. La gara è lunga, soprattutto per Felipe e le sue gomme sostituite dopo appena un giro grazie ad una strategia disperata già vista in occasioni analoghe.
Al Muretto Rosso si registrano le prime scommesse sul “Felipe Piazzato”.
“DETERMINAZIONE, forza Cristina, DE-TER-MI-NA-ZIO-NE ”
“Ok Mamma, ma questa è difficile però…”
“Dai, andiamo avanti che è ancora lunga. Dopo ci sono da fare anche i compiti d’inglese”
Le voci che arrivano dalla cucina sono rassicuranti. Alzare la voce con Cristina ha lo stesso effetto di una doccia di Svitol su un bullone dimenticato nell’ angolo più umido del magazzino. Le voci che arrivano nelle cuffie di Giampiero Lambiase (ingegnere di pista di Tonio Liuzzi ) e Bernd Maylander hanno invece effetti diametralmente opposti. Una voce spegne, l’altra accende. Nel senso che per un motore Mercedes che si spegne (causa braccetto della sospensione posteriore divelto) c’è né uno che si accende. Con la freccia a destra di chi aspetta il suo turno per immettersi nel traffico, la BerndMobile versione SafetyCar fa cosi la sua prima e scontata apparizione. Altrettanto scontata è l’automatica e immediata fila all’ingresso della pit lane. Tra tutti i nomi in ingresso al PitLaneParty spicca quello di Webber da abbinare al 56 sulla ruota (panoramica) di Singapore. 56, come i giri che dovrà fare con quelle gomme se vorrà vedere il traguardo.
Al Muretto RedBull si registrano incredibili scommesse sul Mark a podio.
Tra gomme forate ( la sfiga continua a perseguitare il povero Jarno ) e ruotate più o meno cattive che permettono a CalimeroFelipe di raggiungere il quattordicesimo posto dopo sette giri, il Nando trasuda “de-ter-mi-na-zio-ne”. Il Cameracar lo inquadra mentre in uscita di curva osserva Sebastian negli specchietti, mentre ne prende le misure, ne osserva le traiettorie, i metri guadagnati in staccate troppo cattive per non pensare di mettere a repentaglio dischi e pastiglie.
Girando un secondo e mezzo più veloci di Hamilton & C. i due inferociti capofila scavano cosi un solco di quindici secondi in venti giri. Mentre sulla tribuna del rettilineo ci si dà da fare nel tentativo di rianimare un signore di mezza età collassato al via, solo pochi addetti ai lavori si accorgono che non è questo il dato più interessante.
Il divario tra Lewis III e Mark VIII è sceso sotto ai venti secondi, questo è il dato che conta. All’ uscita del pit stop di Hammy il fregio Mercedes sul tappo del radiatore cosi di moda sui “Chiodi” degli anni ottanta si trasforma in mirino, l’australiano Webber ci finisce nel mezzo di diritto.
“Alba, vieni… RedBull e Ferrari entrano in pit assieme, uno dietro all’ altro. Corri !!!”
“It’s Sunday today. It’s sunny…ripeti con me …dai Cristina che manca poco … ”
“Any Given Sunday” … Ogni Maledetta Domenica. Neanche Al Pacino potrebbe definire meglio quello da due domeniche a questa parte capita al povero Luigino. Dopo il secondo ingresso in pista della B.M. ( leggi SC…) e dei commissari spazzini tutti intenti a raccogliere souvenir dalle macchine di Kobayashi e BrunoSenna spalmate sotto alle tribune scoppiettanti di flash, manco fosse un defensive-end dei San Francisco 49ers , anche oggi Lewis si butta nella mischia.
Come Al Pacino insegna, anche lui vorrebbe guadagnare giro dopo giro quei centimetri che sommati alla fine diventerebbero metri, quei centimetri che alla fine farebbero la differenza tra l’Inferno e il Paradiso, tra Vivere o Morire. Anche oggi tenta di mettere tutto sé stesso davanti all’ avversario, tenta di mettersi dietro il Webber di turno. Ed anche oggi, proprio come domenica scorsa, ne esce con le ossa e le sospensioni rotte.
Vivere o Morire ? No. Carbonio e Punti Mondiali lasciati per strada, con la sola compagnia di un volante lanciato fuori dal abitacolo come uno snap sbilenco ad un quarterback distratto.
Al muretto McLaren si stracciano le scommesse su Hamilton Campione del Mondo.
“The Book is ON the desk…The cat is UNDER the chair”
“Ancora due e dopo basta Mamma, va bene ?”
“Mai dire gatto se … “
Per uno come Schumacher i giri che mancano dopo essersi preso a ruotate con il ritrovato Heidfeld sono di quelli in grado di amplificare dubbi, di insinuare perplessità, di far perdere credibilità.
Per Alonso e Sebastian i giri che mancano sono tutti da qualifica, sono roba per gente mai sazia di color fucsia sui monitor del Live Timing, roba per intenditori che conoscono la differenza tra guidare e pilotare, tra lo stare nei limiti ed uscirne.
Per uno come Kubica i giri che mancano sono di quelli da ricordare tra una trentina d’anni con i suoi compagni di texas hold’em, con un paio di carte in una mano e una birra nell’ altra mentre fuori nevica come nelle pubblicità. A quindici giri dalla fine, complice una foratura è costretto al rientro ai box e alla perdita di quattro posizioni. Posizioni che si riprende poco dopo con una serie di sorpassi da pilota destinato a vestire colori importanti, disegnando traiettorie da campione, rubando la scena ai due davanti. Stra-to-sfe-ri-co.
“Mai dire gatto se non c’è l’hai nel sacco”
“Forza Cristina, abbiamo finito… The Fire is… ??”
“Allora…The fire is red. The fire is hot”
“Cristina, corri a vedere il “fire” !!! Corri in salotto !!!
Stranamente Cristina arriva accompagnata dalla madre. Un’ ultima breve pausa prima della fine dei compiti, prima della fine del gran premio. Cristina ha già visto, toccato, accarezzato con curiosità e rispetto una F1. Cristina ama i cavalli, tifa per il Cavallino. Cristina resta a bocca aperta quando in tv vede tutto quel fuoco, fatica a capire il motivo per cui li sia notte e qui sia giorno, fatica a capire perché quel Kovalainen non sia entrato ai box per farsi aiutare.
Con quello che sarebbe diventato suo marito, Alba è andata ad Imola nel ’94 per applaudire un elicottero che si portava via il più Grande di sempre. Con quello che sarebbe diventato il padre delle sue figlie è tornata ad Imola per l’ultima volta della F1 in terra emiliana. Alba era da sposare allora, ed è da sposare “Ogni Maledetta Domenica” in cui la tv trasmette motori dalla meccanica veloce.
L’ultimo giro del duo Fer-Nan-Do e Se-Ba-Sti-An viene seguito da tutta la famiglia stringendo i denti, incrociando le dita, chiedendosi perché Papà sia cosi quando davanti c’è una Ferrari, in piedi fino a sotto la Bandiera a scacchi che decreta la riapertura della caccia al titolo finale. Come ampiamente pronosticato sul gradino più basso del podio riesce a salire un sempre più granitico Webber. Se non fosse per la schermata di riepilogo delle posizioni finali, nessuno si accorgerebbe che dietro a lui arrivano un Button, un Rosberg e un Barrichello paradossalmente sempre sotto ai riflettori ma mai inquadrati dalle telecamere.
“Cristina…”
“Dimmi Papà”
“ SPETTACOLARE …. quante sillabe ha ??? “
by http://www.pierpaologelussiphotographer.com/
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