Può sembrare il titolo di un film, un remake, un sequel. Invece è un “semplice” anniversario, un momento storico. Da ricordare e da tramandare. Vent’anni fa probabilmente nessuno avrebbe mai pensato che quel ragazzino tedesco, presentatosi come il semplice sostituto dell’arrestato Bertrand Gachot a Spa, sarebbe rimasto in F1 così a lungo percorrendo la carriera che tutti conosciamo. Così come probabilmente nessuno avrebbe mai immaginato il ritorno alle corse del Kaiser, nel 2010, con una scuderia diversa dalla rossa di Maranello.
In questi finti 20 anni di F1 (realmente 17) di acqua sotto i ponti ne è passata davvero tanta, a litri, a fiumi o meglio a cascate. Nel pieno dei suoi 42 anni Michael può perdersi nella bacheca di casa, ricca di trofei, record e qualche delusione o brutto ricordo. Partendo dal primo giorno a Spa, dalla prima vittoria (guardacaso a Spa), passando per quella figura, simile ad un 7, che esce fuori unendo con un tratto indelebile i punti rappresentati dalle 91 vittorie delle sua vita.
Nella Second life intrapresa nel 2010, del vecchio Michael resta l’orgoglio e qualche spruzzo di genialità messo in mostra ultimamente in quel di Montreal. Del resto il 42enne tedesco è atteso da tutti alla prova del 9, pardon… dell’otto, nel momento il cui la Mercedes sarà in grado di fornirgli una macchina tale da competere per il titolo. Soltanto al quel punto scopriremo se il fresco “ventenne” sarà in grado di far balzare tutti dalla sedia nel corso dei pranzi domenicali, incrementando il numero di iridi nella sua bacheca, raggiungendo quell’otto che nella mitologia cinese è il numero degli immortali.
Non resta che chiudere con un grosso augurio al Kaiser per questo traguardo e per quelli a venire. 1000 di questi giorni Michael! Siamo certi che per lui non saranno mai troppi.
Valerio Lo Muzzo
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