Abbiamo visto una vettura italiana trionfare nella Germania che conta, senza rivali, senza obiezione. A dirla tutta ci hanno provato Button e Vettel, o Vettel e Button, ma autodistruggendo le loro speranze con errori piccoli che quando si corre sul filo dei millesimi sono paragonabili alle pugnalate. Così come il sorpasso di Vettel sull’inglese e la conseguente pugnalata, pardon penalità, inflitta dai giudici a fine gara. Una volta l’avrebbe passata liscia, ma da qualche anno non è più così facile. Per il resto è stata una gara intensa, e altrettanto intensamente ci accingiamo a dare i nostri giudizi. Nel classico modo: “Da 0 a 10”. Capitolo 10: Germania.
VOTO 0 A PASTOR MALDONADO
A volte le vittorie sono di consacrazione, o semplici fuochi di paglia. Viste le prestazioni del venezuelano dopo il gran premio di Spagna però, sembra che la sua prima volta sia stata un semplice fuoco di paglia. Ad Hockenheim parte sesto e chiude quindicesimo. Peraltro doppiato.
ALTERNATO
VOTO 1 AL TEAM MERCEDES
La stella a tre punte vive il massimo della sua gara di casa nel momento in cui Schumacher attacca Vettel allo start per la seconda posizione. Poi comincia il calvario di entrambi i piloti in versione camionisti per riuscire a terminare la gara senza ambizioni. In tre anni, oltre la vittoria in Cina, non si è visto nulla di buono. Urgono miglioramenti.
DELUDENTE
VOTO 2 A FELIPE MASSA
“Ognuno è artefice della propria fortuna”, mai detto fu più vero di questo, e se Felipe raccoglie tutta la sfiga possibile in ogni gran premio un motivo ci sarà. Difatti il sabato non riesce a fare il giro che può portarlo in Q3 a pista inizialmente bagnata. La sua qualifica termina lì e la sua gara comincia nel gruppone. Ed è anche logico che alla prima curva tutto può succedere, come perdere l’ala anteriore tamponando Ricciardo. Saluti, baci e cartolina dalla Germania. Il testo però è scritto in spagnolo.
FRAGILE
VOTO 3 A ROMAIN GROSJEAN
Basta un po’ d’acqua al sabato per mandarlo in crisi, come spesso accade. A sua difesa c’è da dire che guidava una Lotus proiettata pienamente sull’asciutto come testimoniato dalla qualifica di Raikkonen. Se il finlandese però è riuscito a risalire, lui, come Massa, incappa in un incidente che lo scaraventa nelle retrovie con annessa cartolina di cui sopra. Per fortuna è la sua prima volta fuori dal Q3, e gli auguriamo sia anche l’ultima.
SVOGLIATO
VOTO 4 A MARK WEBBER
Dalle stelle alle stalle in pieno stile…Mark Webber. E’ già, è sempre stato questo il problema dell’australiano: la costanza. D’accordo per la retrocessione dovuta alla sostituzione del cambio, ma il buon Mark non ha mostrato il minimo impegno per guadagnare qualche posizione e limitare il gap con Alonso in ottica mondiale. Gente come Raikkonen, Kobayashi e Perez gli è balzata davanti. Lui è rimasto dov’era. Di certo così non si diventa campioni del mondo.
SVOGLIATO
VOTO 5 A LEWIS HAMILTON
Arrendersi mai. E sembra anche giusto. Dopo aver rimediato una foratura che compromette la sua gara, e soprattutto la rincorsa al titolo, l’inglese ha dimostrato che come minimo avrebbe lottato per il podio. Lo fa sdoppiandosi da Vettel ed insidiando Alonso nel momento in cui i due erano in lotta per la vittoria. Nessuna logica di squadra, d’altronde il team gli aveva consigliato di farsi da parte quando arrivava Jenson, ma pura soddisfazione personale. Attenzione, morde.
ORGOGLIOSO
VOTO 6 A MICHAEL SCHUMACHER
Cos’altro chiedergli. Dà tutto in qualifica quando un po’ d’acqua lo rallegra e gli permette il quarto tempo, divenuto poi terzo posto sulla griglia. In gara si getta all’attacco di Vettel al primo giro, salvo poi giocare alla Trapattoni in catenaccio. Chiude settimo conquistato il suo primo giro veloce della seconda carriera, giusto per aggiornare le ricche statistiche. Dopo pole, podio e giro veloce manca soltanto una chicca alla sua second-life.
MESTIERANTE
VOTO 7 A SEBASTIAN VETTEL
Vuoi o non vuoi il podio l’aveva fatto. Poi gli è stato levato, ma quanto meno aveva acciuffato quel secondo posto necessario per limitare i danni. Sembra nervoso Seb, perchè la sua RedBull non è la solita vettura performante, così come da tradizione in Germania: la sua terra. Forse la lattina non digerisce questo tracciato. Si batte contro tutti e contro sé stesso, pagando forse quell’esperienza che Alonso e Button gestiscono alla grande. Forse un po’ di pazienza in più non avrebbe portato alla penalità in questione.
RIBELLE
VOTO 8 A JENSON BUTTON
Dategli una vettura che possa guidare e lui come minimo va a podio. Come ieri, quando partendo dalla terza fila si è inventato la solita gara tattica per salire un gradino alla volta la piramide tedesca. Gli è mancato l’ultimo gradino, quello più importante. Forse quel lungo che ha spiattellato la sua anteriore destra gli è costato caro, o forse no. Sta di fatto che Jenson è tornato. Almeno per ora.
RITROVATO
VOTO 9 A KIMI RAIKKONEN
Rieccolo sul podio. Anche se l’ha guadagnato solo a posteriori. Con suo immenso dispiacere, ovviamente non per la festa quanto per lo Champagne perso, gettato inconscientemente sulle teste di Alonso e Vettel come se fosse un bene da sperperare così nella calda domenica tedesca. La sua gara è stata ancora una volta in recupero, da decimo a quarto, poi divenuto terzo. Risolvendo i noti problemi che affliggono la Lotus in qualifica, forse un giorno ritroverà la vittoria.
PROMOSSO
VOTO 10 A FERNANDO ALONSO
Come un Surfer vive sulla cresta dell’onda, cavalcando la pioggia il sabato ed il sole la domenica. Probabilmente anche se vi fosse stata la neve avrebbe vinto, grazie ad una straordinaria Ferrari in grado di adattarsi ovunque e ad un muretto che non ne sbaglia una. A partire dal cambio gomme tattico che gli consente la pole al sabato. Vince di forza, di concentrazione senza commettere il minimo errore. Forse un lungo. Quello però è ampiamente concesso.
OVER THE TOP
Valerio Lo Muzzo
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