E’ stata l’ultima gara prima delle ferie, quella che ha chiuso il ciclo di luglio e manda tutti al mare, al fresco, prima di rivedersi a Spa. Non è stata una grande giornata ricca di sorpassi, ma intensa nel ritmo e nella tattica al punto di giocare sul filo dei decimi, giro dopo giro, attimo dopo attimo. L’ha spuntata Hamilton alla fine, precedendo un super Raikkonen ed una super Lotus esaltata dalle alte temperature ungheresi che l’hanno fatta in barba alla pioggia invocata dalla previsioni e dai gufi. Andremo in ferie anche noi, ma prima di rimandarci a settembre cogliamo l’occasione per dare un personale giudizio su quanto visto in quel di Budapest. “Da 0 a 10”, capitolo 11: Ungheria.
VOTO 0 AL TEAM MERCEDES
Lento, distante, rinunciatario. La casa della stella a tre punte compie un altro passo falso in Ungheria, fuori in Q2 con entrambe le vetture, anonimo in gara e solito tritagomme. Il distacco tecnico dai Top Team è irrecuperabile, ed anche Williams, Force India e Sauber sembrano avere qualcosa in più del team tedesco. Da qui a fine anno Spa e Monza potrebbero rappresentare un terreno fertile. Piccole soddisfazioni per una stagione da buttare. L’ennesima.
DESOLANTE
VOTO 1 ALLE STRATEGIE MCLAREN/REDBULL
L’azzardo ci può stare, ma le tre soste sono inspiegabili, soprattuto in una pista dove non si sorpassa nemmeno in corsia di emergenza. Sta di fatto che Button incappa dietro Senna a metà gara perdendo tempo, mentre Webber non guadagna più di tre posizioni chiudendo dietro il brasiliano. Provare è lecito, farlo senza senso no.
INSPIEGABILI
VOTO 2 ALLO START DI SCHUMACHER
Ecco spiegato il motivo della falsa partenza: Schumacher ha sbagliato piazzola. Anzichè posizionarsi 17esimo, il tedesco ha rubato il posto di Kovalainen: il 19esimo. Poi il motore spento volontariamente a causa di un surriscaldamento, oppure, come dicono i maligni, perchè una volta la procedura prevedeva lo spegnimento del propulsare. Un week-end da dimentiare per Michael, evidentamente non abituato alle posizioni da retro gruppo. Più che un augurio per Spa non possiamo fargli.
DISTRATTO
VOTO 3 A PASTOR MALDONADO
Ormai un abituè dei voti bassi, ma il cattivo Pastor ne ha combinata un’altra delle sue. Stavolta la vittima è stata Paul Di Resta, benedetto con una ruotata dal venezualano che così ha rimediato un drive-trough quando la sua Williams poteva dare tanto in pista come dimostrato da Senna. I tempi passano, ma lui non cambia. Mai.
AUTOSCONTRISTA
VOTO 4 AL TEAM SAUBER
Fiuto ridotto al minimo per il team di Peter, spesso abituato a grandi rimonte dalle retrovie con strategie da camionisti. Forse ci hanno abituato fin troppo bene, ma la gara di Budapest è letteralmente da dimenticare.
STANDBY
VOTO 5 A FELIPE MASSA
Non dispone di una grande Ferrari, ma non incide più di tanto sulle prestazioni, quindi sul risultato finale. Poteva approfittare dell’errata strategia di Webber, ma si è limitato a portare la rossa al traguardo.
SUPERFICIALE
VOTO 6 A FERNANDO ALONSO
Guarda alla semplice amministrazione, ma quanto meno balza davanti a Button e Webber, e “rischia” il colpaccio su Vettel, quando in RedBull azzardano un ulteriore cambio gomme sulla vettura del tedesco. Esce dall’Hungaroring con sei punti di vantaggio in più sul secondo in classifica iridata. Per uno che ragiona come lui la domenica ungherese vale come una vittoria, peraltro nel giorno del suo compleanno.
AMMINISTRATORE
VOTO 7 A BRUNO SENNA
Sarà la svolta stagionale o un semplice fuoco di paglia? Ai posteri l’ardua sentenza. Sta di fatto che Bruno stavolta risulta “in palla” per tutto il week-end, tenendo testa a Button a metà gara e riuscendo a chiudere davanti la RedBull di Webber al traguardo. Restiamo in attesa di conferme.
INASPETTATO
VOTO 8 A SEBASTIAN VETTEL
Con una RedBull in difficoltà dopo le ultime vicende “soffiate”, il tedesco dà quel che può prima in qualifica, poi in gara, dove prova una rimonta clamorosa sul francese Grosjean. Alla fine non ce l’ha fatta, ma il bicchiere mezzo pieno è legato ai due punti recuperati ad Alonso. La vetta però è lontana. Ma non troppo.
FIDUCIOSO
VOTO 9 A KIMI RAIKKONEN
Eccolo ancora qua, ad un passo dalla doppia cifra. Se la meriterebbe tutta, se non per una qualifica opaca se paragonata a quella del compagno di squadra. In gara è senza dubbio il più veloce, per gran parte conservativo, ma aggressivo quanto serve. Esemplare la chiusura sul giovane Grosjean, giusto per fare capire chi comanda. Se la vettura glielo consentirà allora a Spa potrebbe arrivare il suo momento.
TESTA DI SERIE
VOTO 10 A LEWIS HAMILTON
Un week-end al Top, imprendibile per tutti. Favoloso al sabato con un giro da urlo in qualifica, martellante in gara dove la sua leadership non è mai stata seriamente in pericolo. Era l’ultima occasione per ribadire la sua presenza nella lotta al titolo, e più che ribadirlo l’ha gridato al mondo intero.
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