Kurt Busch ha completato ieri il suo test ad Indianapolis con l’Andretti Autosport. Il pilota NASCAR ha completato le tre fasi previste dal Rookie Orientation Program ed ha ottenuto il miglior tempo di 218.210 mph su un totale di 83 giri, girando sulla vettura di Ryan Hunter-Reay. Busch si è detto possibilista verso una sua partecipazione alla 500 Miglia di Indianapolis in futuro, presumibilmente nel 2014, anche se ha avvertito che molto lavoro dovrebbe essere fatto prima che lui si senta pronto. “Questo è un progetto di 13 mesi“, ha detto Busch. “E’ tutta una questione di business, di sponsorizzazioni e tempistica, ma voglio assolutamente correre nella Indy 500, se siamo in grado di realizzare questo progetto. Ma io non sto parlando di quest’anno. Una cosa è correre da soli, un’altra è farlo con altre 30 macchine. Sarei come un dardo senza piume in tutto quel traffico, quindi mi piacerebbe essere più a mio agio magari correndo un’altra gara prima di venire qui. Oggi è stato solo un piccolo passo. Ho notato che quando sono su una macchina di questo tipo c’è meno tempo per guardare le cose. A metà del secondo run che abbiamo fatto le cose hanno cominciato a rallentare mentalmente. Quindi non resta che abituarsi alla macchina e con il livello di comfort. Bisognerà rispettare la pista di più con una IndyCar. E’ stato un piacere che non può essere eguagliato. Raggiungere le 218 mph il tuo primo giorno è una conquista, ma non è vicino a quello di cui c’è bisogno per correre. La più grande cosa che vedo quando guardo la 500 Miglia di Indianapolis è come devi essere molto più rapido ad anticipare le cose. Quando si è l’unica auto là fuori, va bene. Ma quando metti tutte le auto insieme, non c’è modo di simulare quella situazione.” “E’ troppo presto per dire qualcosa di preciso, ma se riusciamo a risolvere le cose mi piacerebbe schierare Kurt qui il prossimo anno“, ha detto Michael Andretti. “E’ un pilota straordinario e si è adattato rapidamente a questa vettura e quindi penso che sarebbe bello per tutti e due poter correre qui l’anno prossimo.”
Marco Strazzulla
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