Secondo alcune indiscrezioni, o “voci di paddock” pare che la rinata formula 2, categoria lanciata dalla FIA con lo scopo di contenere al massimo i costi, e permettere quindi ai piloti con budget ridotti di poter far strada nelle monoposto, non stia effettivamente rispettando le aspettative iniziali. Il primo fattore che salta subito agli occhi è stato l’innalzamento del budget richiesto ai piloti, portato da 200’000 a 25o’000 euro. Fin qui non è che ci sia da stupirsi più di tanto, sapendo che, per una stagione di F3 euroseries, vengono richiesti circa 700’000 euro a pilota. Ma forse la mancanza di un adeguato numero di test pre stagionali ha spinto alcuni piloti a scendere in pista nei test collettivi di altre categorie, a cui ovviamente non prenderanno parte essendo iscritti al campionato di F2.
La struttura di Johnathan Palmer organizza test in F2 per i propri piloti sul circuito di Bedford, a pagamento. Intanto Tobias Hegewald è sceso in pista la scorsa settimana a bordo di una Dallara World Series Renault a Valencia, mentre a Imola sono scesi in pista Alex Brundle con una Dallara F3, e Henry Surtees con la Tatuus formula master. Un circuito ancora più dispendioso quello che questi piloti stanno affrontando, con scopi ancora poco chiari. Si aprono così molti interrogativi sul dove sia effettivamente andato a finire lo scopo prncipale della categoria, ovvero: contenere i costi.
Marco Borgo
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