Il contenuto di questo articolo si prefigge la volontà pedagogica di sensibilizzare quel pubblico in Italia , lo stesso che si dichiara “appassionato di motori” e che incoerentemente e puntualmente si disinteressa di tutto ciò che non ricade sotto la sfera di influenza della specie “Formula Uno” ( se non addirittura soltanto di quella “Ferrari”) a voler prendere cognizione dell’esistenza di altre categorie sportive. Tra queste nelle ruote coperte, quella che vede in azione le vetture Sport-Prototipi dell’Endurance, un genere che fino a trenta-quaranta anni fa surclassava la stessa Formula Uno per quel che concerne l’ interesse generale di cui era attorniato da parte degli stessi addetti ai lavori : piloti in primis ma anche e soprattutto anche case costruttrici, ingegneri e giornalisti.
Giova ricordare una frase che userò a mò di citazione pronunciata da una persona che molto mi ha insegnato in quanto a cultura storica automobilistica. Parlando delle corse di quei tempi, fine anni Sessanta- inizio anni Settanta, una volta si soffermò ironicamente ed in maniera malinconica su una questione in particolare, descrivendo il tutto con parole semplici, dirette, vuote di retorica. Con la consapevolezza di non voler svelare nessuna verità nascosta, quanto fare una semplice constatazione, tra le righe compose gli elementi di un paragone a cui chiunque l’avesse sentito sarebbe stato indotto per intuizione. Evocò serafico e mesto quei giorni che egli aveva vissuto in prima persona e con essi l’atmosfera del modo di intendere le corse agonistiche di cui erano impregnati, epoca della quale ormai gli resta ora solo un ricordo affettuoso che serba gelosamente con sè . Contrapposta è l’epoca contemporanea, arida e priva di corrispondenze con quel passato – “Se una Casa partecipava sia alla F1 che alla F2 che alle Sport-Prototipi, ai piloti della massima formula non era concesso partecipare alle gare delle altre categorie. Erano obbligati! “.
Quale dunque il motivo della nostra reprimenda?
Oggi invece sembra esserci un quasi totale ostracismo e disinteresse verso sia la “Le Mans Serie” serie costruita attorno all’evento storico della 24 H di Le Mans che si corre ogni anno, sia verso il campionato “gemello” che si corre in terra americana.
Quest’articolo si propone, cosi’ come ne sono comparsi altri simili su differenti testate giornalistiche online ed a cui con piacere ci uniamo, di dare una scossa generale a questo pericoloso andazzo, foriero del modo di intendere lo spirito agonistico ed etico del motorsport.
Vi riportiamo un articolo scritto dal pilota Francesco Sini che è uno dei primi promotori dell’iniziativa.
D: Cos’è la LMS?
R: La LMS (link al sito ufficiale), abbreviazione che sta per Le Mans Series, è una serie di gare automobilistiche europee create come supporto della più famosa 24 ore di Le Mans. Le gare sono modellate sulla American Le Mans Series (ALMS), che si svolge negli Stati Uniti e in Canada, cominciata nel 1999. I piazzati al primo e al secondo posto della classifica finale ricevono un invito di partecipazione alla 24 ore di Le Mans dell’anno successivo.
Il campionato si divide in gare da 1000km o sei ore, tra le quali vi era fino all’anno scorso la 1000km di Monza (quest’anno uscita dalla lista in favore della 1000km di Portimao).
In pista corrono contemporaneamente quattro categorie di vetture: LMP1, LMP2, GT1 e GT2. Le LMP sono prototipi (tra le quali ci sono l’Audi R15, Peugeot 908, Aston Martin P1, Pescarolo, ORECA, Lola, Zytek, Porsche, ecc..), le GT sono le GT che abbiamo utilizzato per anni in GTR/GTR2.
D: Hai qualche video giusto per capire meglio di cosa stai parlando?
R: Per quanto riguarda la LMS:
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Questa invece è la ALMS:
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D: Di cosa di tratta?
R: Si tratta di una petizione online, iniziata da Francesco Sini (pilota ufficiale del team KSM quest’anno in LMP2), per far si che l’Italia si adegui al resto del mondo e finalmente trasmetta le gare LMS (ma anche ALMS) con una copertura televisiva decente. Non è giusto che pure in Islanda possano seguire integralmente le diretta della LMS e ALMS, mentre qui in Italia, patria dei motori e di alcune tra le più belle auto nella storia ci dobbiamo accontentare di un’ora e mezza di gara su oltre sei di competizione.
Non esiste solamente la F1, ci sono una miriade di altri campionati dove l’Italia è sempre ben rappresentata, con piloti, tecnici, addetti ai lavori, ma che la televisione in Italia snobba.
Quello che vorremmo è che ci fosse più attenzione nei riguardi di questo campionato, con uno spazio televisivo che segua la gara in diretta ed integralmente, come avviene in tutto il resto del mondo.
D: Come posso rendermi utile?
R: Firma la petizione online (link) e se puoi aiutaci a diffonderla invitando altri tuoi amici. Probabilmente sarà l’ennesimo buco nell’acqua, ma per lo meno c’avremo provato. Io personalmente sono stanco di cercare ogni volta il live streaming in internet per seguire uno degli eventi motoristici più importanti al mondo, continuerò a farlo, ma volete mettere godervi lo spettacolo che un evento del genere può dare, seduti comodamente sulla divano davanti alla televisione, senza dover strabuzzare ogni volta gli occhi per seguire una finestra 10cm x 10cm 8o.
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Sottoscrivo in pieno quanto detto da te in questa reprimenda, volevo scrivere anche io due righe a riguardo come da te richiesto, ma oggi per impegni lavorativi sono riuscito solo ora ad accedere al web.
Purtroppo in Italia si va perdendo il bagaglio culturale motoristico, retaggio di una storia carica di fasti gloriosi, di grande meccanica e struggenti vicende umane, in nome di una logica commerciale dove in tv passa solo ciò che innanza l’auditel. Sembra quasi che in Italia tutto quello che non è calcio, Ferrari o Rossi non interessi. Meno di due settimane fa un signore di nome Capello Rinaldo detto Dindo ha trionfato a Sebring, dopo una carriera costellata di prestigiosi risultati sia nell’endurance che nelle ruote copette del turismo ebbene, qualcuno ha avuto il coraggio in tv di dedicare 10 secondi a questo pilota? Quanti giovani sanno dell’esistenza di Capello, Pirro, Tarquini, Giovanardi, Biagi, Bruni e compagnia?
in italia non vedremo più penso per molto tempo gare endurance (o LMS che dir si voglia), turismo (o wtcc che dir si voglia) e anche nella categoria formula (formula 3 formula 3000 formula 2 che dir si voglia) da nessuna parte. Monza, Pergusa, Imola, Vallelunga, Misano, Magione…SSSSIGH!!!! Autodromi Moribondi. Pergusa addirittura trasformata quasi in area picnic in stile autogrill. resta soltanto la formula 1 a monza e non so se il wtcc a imola. Dobbiamo prenotare lowcost per andare ad ABU-Dabhi, in Barhain, magari prossimamente in afganistan o in iran.