Trentesima vittoria per il team Penske nella serie IRL/Indycar, terza personale per Ryan Briscoe: in poche parole cosi’ si può riassumere St. Petersburg 2009.
Non lasciamoci ingannare dalle apparenze però. E’ vero, Ryan ha corso in maniera superba, in questo quinto appuntamento fra le strade del cittadino della Florida lungo quasi due miglia, ma le sorprese e gli appunti da fare sono molti. Iniziamo subito con il dire che la gara, in barba alle previsioni meteo e contrariamente a quanto visto nelle libere e nelle qualifiche, si è disputata sotto il calore di un sole splendente nel cielo limpido. Ciò ha giovato allo spettacolo in quanto abbiamo visto una gara combattuta anche senza l’aiuto della pioggia,a differenzaci quel che accade altrove in altre categorie motoristiche.
E’ stata una “domenica”, un giorno di festa, anche per la scuderia di Roger Penske appunto. Il giro più veloce ed il maggior numero di tornate di gare sono stati fatti segnare da Justin Wilson, che guadagna in virtù delle nuove regole punti aggiuntivi surplus autonomi rispetto a quelli spettantigli per la sua terza posizione, ma l’appuntamento è stata vinto dall’ormai maturo Briscoe. Quarta vittoria, terza iridata per l’australiano a cui lo scorso anno è stato fatto carico del fardello lasciato da Hornish. A tredici giri dal termine, infatti, Briscoe passava Wilson e si issava alla testa della corsa, poi la lotta contro Hunter-Reay fino alla centesima tornata per il primo posto intervallata da due cautions ed altrettanti restarts. Nuovamente una vittoria in un circuito cittadino dunque, anche se a Surfer’s Paradise lo scorso anno non si assegnavano punti.
“Mi sento come a Milwaukee lo scorso anno, la mia prima vittoria in assoluto ed inaspettata. Allora avevo avuto una gara travagliata, qui siamo stati in testa per alcuni giri e in rampa di lancio per lottare per la vittoria. Non ci speravo visto il passo di Wilson di inizio gara ed invece eccoci qui a festeggiare. Devo ringraziare sia la squadra che mi ha fornito una vettura davvero prestante sia Roger che al muretto ha diretto la strategia in maniera impeccabile. Sono loro i veri valori aggiunti” – le prime parole raggianti del pilota
Continua poi parlando del momento chiave della gara , il sorpasso al terzultimo restart ai danni di Justin Wilson – : “Vi dirò la verità, sono stato un pò sorpreso. Justin oggi ha sempre dimostrato una combattività da elogiare sicuramente, ad ogni restart era li’ pronto a mordere. In quel frangente però ho avuto la sensazione che qualcosa fosse cambiato, il suo atteggiamento non era stato lo stesso delle ripartenze precedenti. Di solito accelerava in maniera decisa all’ingresso dell’ultima chicane, così da allungare prima dell’ultima curva.Ed in effetti era molto difficile restargli attaccato e seguirlo come un’ombra. In quell’occasione invece ha lasciato che gli restassi vicino fino all’ultima curva. Tutto ciò mi ha arrecato un forte vantaggio: sono potuto uscire in accellerazione a ridosso dei suoi scarichi, ho meticolasamente preso la scia e proprio allora l’ho attaccato. Arrivati alla prima curva mi sono trovato davanti io”.
Will Power, secondo pilota Penske, ha terminato la sua prestazione in sesta posizione , al suo debutto ufficiale con Penske sulla Dallara n°3. Sesto in qualifica, sesto in gara. Alcuni inconvenienti hanno caratterizzato la suvaa gara, su tutti il trentaseiesimo giro quando ai box sbagliava piazzola e si infila in quella della Ganassi adibita alla vettura di Dixon.
“Entrambi , io e Ryan, avevamo messo a punto una buona strategia di gara, ma in occasione del nostro pit la sfortuna si è accanita contro di noi. A parte questo ho cercato di guidare con prudenza e di togliermi dai pasticci per il proseguio della gara: con una gara regolare senza particolari patemi e senza eccessiva grinta mi sono ritrovato in un’ottima posizione. Questo mi soddisfa molto”- fa sapere Power.
Hunter-Reay, secondo, è stato distaccato di pochi decimi al traguardo, 0,4619 per la precisione.
“Il nostro principale obiettivo è stato portare la vettura a scorgere la bandiera a scacchi, quindi non ero pronto a fare l’impossibile per guadagnare la vittoria, ma mi sarei accontentato di un succoso piazzamento sul podio. In ottica campionato è importante accumulare più punti possibile, non vincere sempre “- aggiunge Briscoe- “E’ comunque una grande sensazione vivere i momenti successivi ad un trionfo”.
Al suo debutto in Vision Racing, il vincitore di Watkins Glen conclude la sua prova a ridosso del primo posto, Ryan Hunter-Reay non può che ritenersi felice per la sua prestazione di forza. Per la storia del team si tratta del migliore risultato ottenuto in assoluto, tanto più se dalla griglia si era partiti in quattordicesima posizione, alquanto indietro se paragonati ad altri che sono invece involuti nel corso della gara stessa.
Con pazienza e rigore, oltrechè con una guida aggressiva ma pulita l’ex pilota della Rahal-Letterman si faceva strada verso le posizioni alte. La grande opportunità giungeva al trentatreesimo giro quando ai box il team impiegava i giusti tempi per il rabbocco del carburante e cambio gomme. Al pit stop molte scuderie erano state indotte a causa di una situazione di bandiere gialle causata alla 33esima tornata da un duplice incidente separato: quello fra Danica e Matos dopo un sorpasso di entrambi al lento Stanton Barrett, e l’altro che ha visto coinvolti la KV Racing di Moraes e la Dallara n.27 di Mutoh. Nel primo caso Patrick ed il debuttante pilota della Luzco Dragon erano pericolosamente giunti appaiati prima della curva precedente il tornante che immetteva nel rettilineo principale, nel secondo, nel giro precedente , il giapponese, alla sua seconda stagione in Indycar, commetteva la prima delle due leggerezze che lo hanno visto protagonista in giornata. Nella curva dove Wheldon e Doornbos avranno il contatto nei giri finali, Mutoh affiancava Moraes nel tentativo di superarlo, questi si girava e per lui la gara terminava anzitempo. Mutoh poi, non pago della manovra rischiosa, stringeva a muro Wilson che lo stava per doppiare.
Ryan Hunter-Reay si ritrova dunque in quarta posizione con la sua Dallara-Izod n°21 dalla livrea scura. Dopo aver conseguito la seconda posizione ai danni di Justin Wilson a seguito della ripartenza all’ 86esimo giro dopo la caution provocata dal ritiro di Wheldon e Mutoh, insidia Briscoe per ben due volte.
La lotta per la vittoria diventa interessante dopo l’ 87esimo giro, con l’ennesima, la sesta, ripartenza. Briscoe dice di no ad un eventuale sorpasso ai suoi danni alla prima curva dopo il via, poi ad otto giri dal termine si aggiunge anche Wilson alla bagarre finale. Nel frattempo c’è uno scambio di posizioni fra il “vecchio” ed il “nuovo” della Aj Foyt Racing: Manning passa agevolmente Meira , là davanti Briscoe accumula il vantaggio necessario per poter amministrare il resto dei giri. Il contatto fra la Conquest di Tagliani ed il disattento Marco Andretti provoca la settima caution . Il canadese si rende autore di una gara in risalita dopo gli eventi della partenza che lo hanno privato della quarta posizione e relegato inizialmente in ottava piazza, poi dopo il valzer dei pit stops, nelle ultime. Per Marco Andretti invece una gara sottotono, assolutamente da dimenticare, a coronamento della prestazione in luce negativa dell’intero team, fatta eccezione per Tony Kanaan. Proprio in occasione delle susseguenti bandiere verdi c’è l’ultimo assalto alla posizione strenuamente difesa da Briscoe. Hunter-Reay sferra un attaco deciso, ma nel frattempo anche Wilson si fa sotto pericolosamente cercando di beffare entrambi. Ad un giro dal termine poi la Penske di Briscoe, scampata alle mire della Vision e della Dale Coyne sembra aver preso il largo.
Una gara intelligente ed aggressiva soprattutto nella parte finale per Hunter-Reay, non la stessa cosa si può dire per il compagno Ed Carpenter, rimasto invischiato nelle ultime posizioni fin dall’inizio, costretto poi al ritiro della sua Dallara Menards al settantunesimo giro, per un errore banale quanto provocato da una grave disattenzione del pilota, andato “lungo” a muro nella stessa curva, la 3, dove si ritirerà poco più tardi Scott Dixon. L’incidente di Carpenter provocherà la quarta caution ed è causata , oltrechè dall’errore madornale del pilota, anche dalle gomme non in temperatura ( la Dallara n° 20 aveva sostenuto il suo ultimo pit stop infatti).
” E’ stata una gara perfetta o quasi, non potevo chiedere di più dal mio debutto con Vision. Verso la fine della gara, anche io come Briscoe ho pensato – ‘Perchè rischiare un ritiro mesto quando c’è l’occasione di immagazzinare punti preziosi?’- . Ed è stato’ cosi’ che mi sono regolato infatti. Ho pensato al bene della squadra, che non aveva mai festeggiato un risultato cosi’ e siamo ora tutti soddisfatti. E’ bello ritrovarsi in meno di una settimana da pilota quasi senza impiego da titolare a quasi vincitore!” – è raggiante nelle sue dichiarazioni il pilota nativo degli States.
Dietro il duo di testa a completare il trio delle meraviglie il redivivo Justin Wilson, autore di una gara assolutamente perfetta. Cinquantadue giri assoluti percorsi in testa apparentemente senza avversario alcuno che potesse tener il suo ritmo. Poi proprio sul più bello, la debacle improvvisa, dovuta soprattutto ai meriti degli altri due specialisti dei circuiti misti, che ha spezzato i sogni di gloria. La Sonny’s Bar-B-Q, l’unica vettura Dale Coyne in gara ha saputo farsi onore fino alla fine ed il terzo posto finale rappresenta il primo risultato importante che il team mette in cascina.
“Quest’inverno non sapevo cosa ne sarebbe stato della mia carriera. Sono stato per mesi ad aspirare di poter correre ancora nella Indycar, non c’erano certezze: il posto alla Newman Haas era in bilico, non c’erano contatti con alcuna altra scuderia, immaginavo me stesso nelle vesti di disoccupato forzato anche a causa della crisi. In un arco di tempo molto breve ho trovato l’accordo con Dale Coyne, ho disputato le prove generali ad Homestead, quelle a Barber e sono stato chiamato a difendere i colori del team. Prima fila assoluta e terzo posto in gara dopo un bellissima prestazione, una delle mie migliori da quando sono qui, mi sono meravigliato io stesso. Per quanto riguarda la gara non ho saputo dimostrare sangue freddo alla ripartenza cruciale, quella che mi è costato un doppio sorpasso. Mi hanno affiancato sul rettilineo, non c’è nulla da fare quando questo accade. Poi mi hanno passato. Però sono veramente felice perchè la vettura che la squadra mi ha dato era eccellente. Devo loro grande riconoscenza, questo è il miglior modo per guadagnare la fiducia dei nuovi uomini con cui lavori da poco!”.
Se un podio potesse essere equivalente ad una vittoria, questo sarebbe il caso perfetto per celebrare questo connubio sinonimico. Dopo una partenza al fulmicotone ed aver preso la leadership già dopo poche curve, Wilson dominava quasi l’intera gara in maniera perentoria. Il mondo delle corse, tuttavia, arride agli audaci : chi riesce con le sole sue forze riesce ad uscire indenne dai molteplici eventi che accorrono durante il corso della prova, acquista fiducia in sè stesso e sa di non poter fallire se la concentrazione è dalla sua parte. Al trentaduesimo giro molte scuderie decidevano di far sostare i loro piloti, il corso degli eventi faceva si che queste operazioni venissero facilitate dalla seconda situazione di bandiere gialle createsi al giro seguente. Wilson si trovava momentaneamente relegato in nona posizione. Nel giro di poche tornate riusciva a farsi strada verso la terza posizione dietro Briscoe e Wheldon , approfittando anche dei tre giri in più percorsi in pista rispetto a chi precedeva.
Le cose si stavano mettendo per il verso giusto quando le bandiere gialle al quindicesimo giro rovinavano la festa alla Dale Coyne.
“E’ stato un fine settimana perfetto sotto ogni punto di vista” – commenta un comunque entusiasta Wilson – “Qualifiche, gara, anche i pit stops, tutto secondo i nostri piani ed oltre le nostre aspettative. All’ultima ripartenza le due vetture dietro di me sono uscite dalla curva 14 molto vicine e non ho potuto fare nulla per evitare quello che è successo. Non posso ringraziare abbastanza gli uomini della Dale che hanno lavorato in maniera perfetta. Abbiamo fatto squadra in un tempo molto breve, spero che l’avventura non termini presto”.
Per Dario Franchitti la soddisfazione di aver terminato in quarta posizione la gara del “debutto” in Indycar, se cosi’ si può chiamare. St Petersburg infatti è stata la sua prima gara dai tempi di Chicagoland 2007, dove ha vinto il titolo IRL all’ultimo giro. Colui con cui battagliava contro per l’alloro ora è suo compagno di scuderia. Uno stesso team, due storie diverse a St. Pete. Franchitti è stato veloce per tutto il fine settimana di gara, ha conquistato punti importanti e sfiorato il podio con una gara consistente. Scott Dixon, il detentore del titolo, è sembrato aver perso la lucidità e l’aggressività che aveva caratterizzato le sue gare lo scorso anno. Sedicesimo in classifica dopo alcuni errori di guida ed un contatto con la Dallara n°27 di Mutoh che lo ha messo fuori gioco all’ 80esimo giro in curva 3 . Per l’italo-scozzese è la quinta “Top Ten” consecutiva, scia positiva che annovera come primo appuntamento Sparta, Kentucky 2007.
Dario Franchitti – : “La mia “Air Wick” era abbastanza veloce, soprattutto verso la fine della gara. Abbiamo perso tuttavia alcune posizioni rispetto la nostra in griglia di partenza. Alcuni hanno approfittato più saggiamente di noi dei pit stops ed hanno azzeccato la mossa vincente. Noi d’altro canto non possiamo scoraggiarci, pensiamo positivo ed abbiamo mostrato molte qualità positive qui in Florida. Non mi ha convinto però il comportamento delle gomme. Nei primi giri nonostante tentassi di raggiungere Justin che era in testa non riuscivo a far lavorare bene gli pneumatici. Lui poi ha preso il largo. Alla fine l’ultimo spezzone di gara ci è stato alquanto favorevole. Tutto sommato non possiamo lamentarci del nostro avvio”.
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Breve cronistoria:
Partenza Il poleman Rahal parte male ed alla prima curva va in testacoda a causa di un contatto che coinvolge anche Conway, Tagliani e Kanaan. In testa va Wilson, Rahal si ritrova ultimo dietro, Kanaan nelle posizioni di rincalzo dietro Barrett e Carpenter, Conway è costretto al ritiro, Tagliani perde alcune posizioni. Dopo un giro abbiamo la prima caution: Wilson è seguito da Franchitti , Briscoe e Will Power. Darren Manning sale in quarta posizione , poco più dietro Dixon e Wheldon.
Primi dieci Giri Alla ripartenza la Dale Coyne di Wilson mantiene la prima posizione allungando su chi segue . Barrett è superato in coda da Carpenter, Kanaan e Rahal, che a loro volta superano anche la Vision Menard. Risalgono da dietro Robert Doornbos e Ryan Hunter-Reay dopo le rispettive discrete, non eccelse, qualifiche.
13esimo-25esimo giro Nel corso della tredicesima tornate avviene il sorpasso di Moraes su Mutoh. Franchitti al 14° passaggio fa segnare il miglior crono parziale. Nel corso del 17° giro Marco Andretti compie la prima sosta: passa in terz’ultima posizione.Ai box anche Mutoh al 18° giro, monta i pneumatici “neri” e d’ora in poi molti si fermeranno per compiere la stessa operazione. All’uscita dai box, la gara sembra rientrare nel vivo e si assiste ad un sorpasso di Viso nei confronti della debole Aj Foyt di Meira in fase di frenata poco più in là della corsia di uscita dei box.
27esimo-35 esimo giro Wilson aumenta il distacco dalla Ganassi di Franchitti e le Penske di Briscoe e Power : ora viaggia sull’ordine dei due secondi e mezzo di vantaggio. Kanaan pressa Mario Moraes che sembra fare da tappo avvedendosi di Rahal che segue la AGR come un’ombra, tentando più volte anche di intimorire il campione IRL 2004. Nelle posizioni più alte di classifica si assiste ad una bella lotta fra Dixon e la Dreyer&Reinbold di Manning per la quinta piazza.
Al 29esimo giro accadono i primi imprevisti: Tagliani, autore di un’ottima gara nonostante le difficoltà dovute al fuoripista forzato nel primo giro, compie la prima sosta. Qualche giro più tardi Manning nel tentativo di passarlo rompe l’alettone anteriore, il canadese in procinto di essere passato da Franchitti oppone una lieve resistenza: questo concere l’opportunità alle Penske di riavvicinarsi pericolosamente alla Ganassi n.10. trovando il tempo di superarsi a vicenda. L’errore di Tagliani comporta quasi la seconda caution: bandiere gialle presenti nell’ultima parte del tracciato e conseguente sprofondamento in classifica per l’unica Conquest in gara. Sosta forzata della gara che arriva poco più tardi al 33esimo giro. La regia inquadra prima lo scontro fra Raphael Matos e Danica Patrick, poco dopo in replay anche il ritiro di Mario Moraes dovuto ad una lotta strenua con Hideki Mutoh che rischia anche di mettere fuori gioco il capogruppo Wilson. Durante la caution la classifica delle prime posizioni è la seguente: Wilson, Franchitti, Power, Manning, Dixon, Briscoe, Wheldon, Kanaan, Rahal e Viso.
36esimo-56 esimo giro: Wilson, come gran parte dei piloti sostano ai box, la corsa riparte poco dopo. Briscoe è al comando, seguito dal regolare ed attento Wheldon, da Viso e Ryan Hunter-Reay. Wilson è scatenato: al quarantunesimo giro in occasione della ripartenza, passa perentoriamente Doornbos per il quinto posto, poco dopo prende la scia all’alfiere Vision superandolo al 42esimo passaggio. Il debuttante olandese della NHL perde contatto con i primi e nel rettilineo, in contemporanea con il duello Wilson-Hunter-Reay, la Ganassi di Franchitti lo supera agevolmente. Anche Rahal (ora davanti a Kanaan), Kanaan e Manning approfittano del momento di difficoltà.
Dopo il 50esimo giro Briscoe ha un vantaggio di tre secondi nei confronti della Panther e circa quattro e mezzo sulla HVM. Durante la 53esima tornata Wilson sferra l’attacco decisivo, riuscendoci appieno, nei confronti di EJ Viso per il terzo posto. Al 55esimo giro entra in pista per la terza posta la Pace Car per un errore banale di Barrett alla curva 8. Il pilota del 3G poco prima aveva provocato disagio nei doppiaggi e coinvolto in un trenino di macchina era quasi venuto a contatto con la Penske di Power. Dixon passa Meira in questo frangente subito , ma dato che il sorpasso avviene in regime giallo ricede la posizione. Briscoe perde tutto il vantaggio accumulato sul gruppo. Al 56esimo giro Power e Viso si fermano ai box.
57esimo- 72 esimo giro. Franchitti sale in quinta posizione, Wilson attacca Wheldon alla fine del rettilineo ma non riesce a superarlo. Briscoe riprende un consistente vantaggio dopo il primo giro. Al 66esimo giro Dixon è in rimonta nonostante i problemi causati da Power in occasione della sosta di Power venti giri prima. Al 65° giro si ferma per la seconda volta per immettere etanolo senza cambio gomme. Viso si ferma anche lui ma monta le “red”. Al giro seguente si fermano “a coppie” : Power e Manning anche loro montano le gomme ‘rosse’; Briscoe e Wheldon; Rahal e Kanaan. Il brasiliano rientra in pista prima del vincitore dell’edizione 2008 di St Petersburg. Wilson intanto sta per doppiare Viso, richiamato dalla squadra ai box nuovamente nel giro di un tempo brevissimo: il venezuelano oppone un pò di resistenza prima di cedere. Al 70esimo giro Rahal in frenata sul rettilineo è passato da Mutoh. Franchitti monta le gomme rosse, Meira e Tagliani rientrano ai box. Stranamente la stessa operazioni è compiuta anche da Rahal. All’uscita dei box questi battaglia con Dixon e con Meira, entrambi lo superano. Con Foyt Racing rischia il contatto dopo essersi allargato all’esterno passato dal campione Indycar 2008. Wilson monta le gomme nere, Andretti è momentaneamente al comando. Il pilota della Dale Coyne però porta a termine il suo fine e rientra davanti all’ex-leader Briscoe. Entrambi intraprendono una lotta e Wheldon valuta attentamente la situazione distanziato di pochi decimi. Andretti rientra e si ristabilisce la classifica di poche tornate prima, mentre l’uscita di Carpenter (impatta una pila di pneumatici) fa rientrare la Pace Car. La classifica : Wilson, Briscoe, Wheldon, Hunter-Reay, Franchitti, Kanaan. Ben sei piloti di sei scuderie diverse al comando, di cui tre di esse ritenute di norma outsiders e non top-team: il tutto a dimostrazione del valore e della qualità del campionato Indycar.
72esimo-86esimo giro Wheldon alla ripartenza (79esima tornata) perde tre posizioni, coloro che ne beneficiano sono il pilota Vision vincitore di Watkins Glen 2008, Kanaan e Franchitti. La 7-Eleven supera la Ganassi in un attimo di esitazione della Dallara n°10, ma poco dopo Franchitti si rifà sull’ex-compagno di scuderia con gli interessi. Dietro Dixon passa Power e si innalza al decimo posto. Il campione in carica però deve fare i conti con una giornataccia. Il suo errore però è deprecabile ed un contatto con la fiancata della vettura n°27 di Mutoh rompe la sospensione anteriore sinistra finendo a muro nella curva seguente, la stessa dove si era registrato il ritiro di Carpenter. E’ il momento della quinta caution.
86esimo-92esimo giro Il restart dura pochissimo, giusto il tempo di vedere Power attaccare e passare Mutoh per l’ ottava posizione. La corsa registra un nuovo stop per lo scenografico incidente che coinvolge Wheldon,Doornbos e Mutoh. L’inglese, disposto a rimontare freneticamente le posizioni perdute, viene affiancato da Robert Doornbos che stacca apparentemente davanti alla curva 4 venendo stretto. Il crash è inevitabile ma Wheldon ha la peggio e finisce a muro nello stesso punto del contatto Moraes-Mutoh. Le vetture sfilano facendo attenzione ma l’incolpevole Mutoh coperto dalle vetture davanti all’esterno impatta la vettura sponsorizzata dalla National Guard. Il pilota della Panther e la AGR di Mutoh sono costrette al ritiro, la NHL di Doornbos procede danneggiata. Con le bandiere verdi si assiste al momento cruciale della corsa: Briscoe al comando, Wilson relegato in terza piazza dopo un doppio sorpasso subito ai suoi danni. Il pilota Penske respinge due attacchi pericolosi e si assicura un vantaggio consistente da amministrare.
93esimo-100 giro C’è un fra Tagliani ed Andretti al 97° giro. Il pilota della Andretti Green ha la peggio e resta fermo a bordo pista. Entra la settima Pace Car e la corsa riparte a due giri dal termine per un esito finale al cardiopalma. E’ in quest’occasione che Briscoe sventa il secondo attacco portato dalla Vision. La vittoria è sua.
MN
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