Ero un fanciullo, farneticavo a fatica qualche parola e non riuscivo ancora a percepire il perchè ero su questo estenuante mondo che viveva da milioni di anni a mia insaputa. Nello stesso periodo in cui stavo ancora cercando il feeling con la difficile realtà quotidiana, un ragazzo di media statura, capelli coperti da un cappellino bianco blu e dall’aspetto fresco e gioviale, intraprendeva la sua carriera nel mondo della F1. Costui, Jarno Trulli, era considerato una promessa del motorsport allora ed ha sempre fatto di tutto pur di mettere in risalto il suo talento. Arrivata l’opportunità in Minardi e continuata con la Prost, ha sempre mantenuto quel suo stile di guida pulito e disinvolto che tradiva le emozioni e i sentimenti che provava il pescarese nel casco ad ogni gara. La sua storia è iniziata a Zeltweg a quasi 11 anni di distanza, dove fece qualcosa di straordinario, tenendo testa con la sua mediocre vettura made in France, le ben più incavolate ed aggressive Ferrari e Williams. Il risultato fu disastroso ma alla fine Jarno Trulli divenne la star, l’icona, a capo di un sogno di qualcosa che poteva avvenire ma non sulla Prost, e cioè il mondiale. Da una vettura francese passa alla Jordan e qui, sperando di volare alto, spezzò le ali direttamente e finì quasi per infrangersi con la porta d’uscita del mondo del circus. Allora stanco di avere una F1 veloce ma incapace di reagire sulla distanza, volò da Briatore e iniziò una breve ma discreta carriera in Renault dove finalmente riuscì ad entrare nell’albo d’oro dei vincitori nel variopinto mondo della F1. Niente da fare, gare deludenti, il fenomeno Alonso si sporse man mano che passarono le gare e quindi via in Giappone, quasi come se fosse un lungo viaggio di un nomade senza sapere il proprio futuro in modo definitivo. Passano gli anni, la Toyota fa miracoli solo nel 2005 dove fece cose straordinarie con un Trulli fresco di nuovo contratto, bei soldini in banca e talento da vendere che stava scomparendo pian piano. Siamo arrivati nel 2008 e nulla è cambiato, sempre stesse situazioni dove Jarno non è mai nella lista dei favoriti e ne convince i più esperti, quindi tanto vale la pena dirlo che si è sempre trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato, insomma tanto vale riflettere e pensare di percorrere altre vie oltre la F1, sempre se la sua età lo consentirà.
Stefano Chinappi
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