Stesso posto, stessa storia, stessi protagonisti. Sembra questa la prefazione migliore all’edizione numero 78 della 24 ore di Le Mans. A contendersi la vittoria sono sempre loro: Audi contro Peugeot, Germania contro Francia, che mezzo secolo fa si scannavano per l’Alsazia e la Lorena, mentre adesso invece l’orgoglio se lo giocano in pista, a Le Mans, nella corsa più importante al mondo. Sì, avete capito bene, la “più importante” e lo diciamo senza pudore, perchè al mondo vi è soltanto una gara capace di radunare 365.000 spettatori e a partire in pole position davanti a tutta quella gente domani ci saranno le tre Peugeot, veloci come da tre anni e questa parte, ma ormai perfette da quando nel gennaio 2009 la direzione del team fu affidata a Olivier Quesnel, lo stratega autore dei successi mancati fino al 2008. Dall’altra parte invece, passata la festa per la vittoria del 2008 (una delle più belle mai viste in questa gara), è arrivato il momento di cambiare rotta. La R10, che in quell’anno vinse grazie alla bravura e all’esperienza di Joest e dei suoi piloti, ha lasciato nel frattempo spazio alla R15, che nel 2009, complice i pochi test e l’affidabilità precaria, non si dimostrò capace di opporre resistenza alle velocissime Peugeot. E’ passato un anno e purtroppo, almeno nella prestazione pura, sembra proprio che il gap non si sia colmato, a meno di colpi di scena, che a Le Mans non sono un eccezione ma una regola, proprio come nel 2008, quando Davide batté Golia. Un coupe de theatre che sicuramente non arriverà grazie ai vari outsider a benzina, dato che dietro di loro le Aston Martin non sembrano essere ancora al livello dei diesel e lo stesso vale per le varie e numerose barchette che compongono il resto della classe LMP1. Chi invece ci farà passare quasi sicuramente 24 ore di fuoco saranno le Acura di Strakka ed Highcroft, scortate a distanza dalla Ginetta Zytek del team Quifel. Si potrebbe parlare anche qui di esperienza, perchè l’Acura si troverà impegnata per la prima volta a Le Mans mentre la Ginetta Zytek qui ha già corso lo scorso anno e con lo stesso team; ma non siamo d’accordo, perchè nei programmi Acura, da quattro anni a questa parte, c’è sempre stato l’obbiettivo di partecipare a questa gara soltanto quando sarebbe arrivato il momento buono, evitando quindi le brutte figure; e così, dopo tre 12 ore di Sebring molto positive è arrivato il momento X, il punto di non ritorno. Non sarà difficilissimo, ma nemmeno facile, così come non lo sarà in GT1 per l’Aston del Young Driver. A rigor di logica la DBR9 sembra l’unica vettura in gara con alle spalle una struttura capace di assicurare la vittoria, ma attenzione a non sottovalutare le Ford: questione di storia, di leggenda, ma quando si corre a Le Mans gli dei delle corse possono sempre accorrere in aiuto di chi ha fatto diventare grande questa storia. Gli stessi dei che potrebbero interferire nei verdetti della classe GT2, dove tutto sembra andare a meraviglia per la Ferrari del Risi Competizione, che domani in corsa oltre alle Porche dovrà vedersela pure con BMW e le strepitose Corvette, che a distanza di un anno sono riusciti ad essere già fra i primi, mettendo dietro molte Ferrari e Porsche come se fossero Spyker. Niente pronostici quindi, a Le Mans si parla alla fine, quando sei nel tuo albergo a riposare alle 18.00 di domenica pomeriggio, perchè da quando si abbasserà la bandiera tricolore sappiate che ogni cosa a Le Mans è possibile….
Giacomo Sgarbossa
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