L’edizione 2010 della 24 ore di Le Mans ha dimostrato, una volta di più, la vera essenza delle competizioni endurance, ove l’affidabilità e la precisione di guida valgono molto di più della pura velocità. Infatti, sovvertendo i pronostici della vigilia che vedevano un facile e probabile bis per Peugeot, le vetture dell’Audi hanno conquistato le prime tre posizioni nella classifica assoluta, lasciando nelle lacrime piloti e tecnici della casa francese.
Dopo aver conquistato la Pole Position nelle qualifiche dell’edizione n°78, dimostrando più volte una facilità imbarazzante nell’abbassare i tempi sul giro, le tre Peugeot 908 Hdi conducono in testa le prime fasi di gara, seguite come un’ombra dalla Peugeot 908 Hdi del Team Oreca Matmut e dalle tre Audi R15+ Tdi, sofferenti rispetto alle francesi di una minore velocità cronometrica sul giro secco.
Fra qualche uscita della safety car ed alcune bagarres varie fra le granturismo della LM GT2, il sogno Peugeot di sbancare la roulette della Sarthe inizia a vacillare, con la vettura #3 costretta al ritiro per problemi meccanici. Rimangono così solo 3 le 908 Hdi a farla da padrone, mentre l’Audi R15+ Tdi #7, quella del celeberrimo trio Capello-Kristensen-McNish rimane attardata per un lieve incidente di gara.
Il calare della notte, dopo un tramonto dai colori caldi che avvolgeva di un’impalpabile malinconia il circuito francese, non fa migliorare l’umore in casa Peugeot, difatti la vettura #1, campione uscente, perde parecchio tempo per delle noie fortunatamente risolvibili, tingendo di fosche tinte la dolce notte di inizio estate. Il nuovo giorno prende vita e, alle sette del mattino, la 908 Hdi #2, perentoriamente in testa, è costretta all’abbandono per la probabile rottura della bancata destra del motore lasciando, causa anche le disavventure delle altre due Peugeot, la R15+ Tdi #9 prendere il largo davanti alla gemella #8.
Con due Audi su tre in testa ed il cronometro che inesorabilmente scandisce il passare delle ore, alla Peugeot #1 di Gené-Wurz-Davidson non resta che spingere a fondo per cercare di recuperare il terreno perduto, riuscendo, a suon di giri veloci (costantemente 3-4 secondi in meno a tornata rispetto alle vetture tedesche) a superare l’Audi #8. La rimonta, accompagnata anche dalla bella performance della Peugeot dell’Oreca che tiene a bada l’Audi #7, sembra quasi realizzabile, sotto la spinta entusiasta del pubblico francese e della guida magistrale di Genè, Davidson e Wurz. Con l’austriaco al volante, a poco più di due ore dal traguardo, il motore turbodiesel cede con un’evidente fiammata dalla bancata di destra, consegnando così la vittoria di classe LM P1 all’Audi #9 di Rockenfeller-Dumas-Bernhard.
La disfatta per la Peugeot è tremenda, visti gli sforzi economici e tecnici profusi durante gli ultimi anni per diventare i migliori nell’endurance dei prototipi, le lacrime disperate di Olivier Quesnel rendono bene l’idea di quanto tenesse alla Sarthe l’intero gruppo PSA. Poco dopo, per rendere ancora più dura una giornata da incubo, la 908 Hdi dell’Oreca rende l’anima con la medesima fiammata dalla bancata di destra, ponendo seri interrogativi sull’affidabilità mancata del propulsore francese.
Spazio libero quindi all’Audi di Capello-Kristensen-McNish per il gradino basso del podio, completando un trionfo inaspettato e forse irripetibile, lasciando incredulo il dottor Ulrich e tutto l’entourage della casa di Ingolstadt del gruppo Volkswagen.
Fra i prototipi leggeri della classe LM P2, vittoria della vettura HPD dello Strakka Racing che ha raggiunto addirittura il quinto posto nella classifica generale in mezzo alle LM P1, seguita sul podio dalla Pescarolo Judd dell’OAK Racing, che ha approfittato dei problemi dell’altra HPD. Sul terzo gradino del podio di categoria, dopo una bella lotta con gli avversari che ancora una volta ha dimostrato la validità prestazionale delle LM P2, è giunta la Lola-HPD del Team RML. Non avranno la potenza e la possenza dei prototipi turbodiesel della LM P1, ma le piccole LM P2 sono sempre in grado di garantire gare spettacolari e dense di spunti di riflessione, ed anche la 24 ore del 2010 ha mantenuto questa piacevole tradizione.
Nel segno dell’affidabilità precaria la gara delle granturismo LM GT1, alla loro probabilmente ultima apparizione sulla Sarthe, conclusasi con la vittoria della “vecchietta” Saleen S7R del Larbre Competition davanti alla Corvette C6R dell’Alphand Adventures ed all’Aston Martin DBR 9 #52 dello Young Driver AMR.
Spettacolo sin dalle primissime battute per le granturismo LM GT2, con la vittoria della Porsche 997 GT3 RSR del Felbermayr Proton davanti alla Ferrari F430 GT dell’Hancook Team Farnbacher ed alla Porsche 997 GT3 RSR della BMS Scuderia Italia. Nonostante l’handicap tecnico rispetto alle sorelle maggiori della LM GT1, in questa edizione della 24 ore le GT 2 si sono dimostrate globalmente più veloci, precedendo alcune GT1 nella classifica generale, in attesa della prossima unificazione delle due classi di granturismo.
Di seguito riportiamo i primi 5 piazzamenti per ciascuna classe:
Classe LM P1
1) Audi R15+ Tdi #9 dell’Audi Sport North America (Rockenfeller-Dumas-Bernhard)
2) Audi R15+ Tdi #8 dell’Audi Sport Team Joest (Treluyer-Lotterer-Faessler)
3) Audi R15+ Tdi #8 dell’Audi Sport Team Joest (Capello-Kristensen-Mc Nish)
4) Oreca 01 AIM #6 dell’Oreca Matmut (Ayari-Andre-Meyrick)
5) Lola Aston Martin #007 dell’Aston Martin Racing (Fernandez-Mucke-Primat)
Classe LM P2
1) HPD ARX-o1 #42 dello Strakka Racing (Leventis-Watts-Kane)
2) Pescarolo Judd #35 dell’OAK Racing (Charouz-Moreau-Lahaye)
3) Lola HPD Coupé #25 del RML (Erdos-Newton-Wallace)
4) Pescarolo Judd #24 dell’OAK Racing (Nicolet-Hein-Yvon)
5) Ginetta-Zytek 09S #41 del Team Bruichladdich (Ojjeh-Grives-Chalandon)
Classe LM GT1
1) Saleen S7R #50 del Larbre Competition (Gardel-Berville-Canal)
2) Corvette C6R #7 dell’Alphand Adventures (Policand-Gregoire-Hart)
3) Aston Martin DBR9 #52 dello Young Driver AMR (Enge-Nygaard-Kox)
Gli altri equipaggi della LM GT1 si sono ritirati.
Classe LM GT2
1) Porsche 997 RSR GT3 #77 del Team Felbermayr Proton (Lieb-Lietz-Henzler)
2) Ferrari F430 GT #89 dell’Hankook Team Farnbacher (Farnbacher-Simonsen-Keen)
3) Porsche 997 RSR GT3 #97 della BMS Scuderia Italia (Holzer-Westbrook-Scheider)
4) Ferrari F430 GT #95 dell’AF Corse srl (Alesi-Vilander-Fisichella)
5) Porsche 997 RSR GT3 #76 dell’Imsa Performance Matmut (Pilet-Narac-Long)
Jona Ceciliot
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