E’ un puzzle che va completandosi pian piano, a poco a poco, punto per punto, pezzo per pezzo. L’ultimo tassello, il più grande finora, è stato posto lì tra i tanti pezzettini, che in questa stagione tanto pezzettini non sono, domenica sera, dopo aver tagliato il traguardo canadese, dopo aver vinto la prima gara in Formula Uno. E’ ovvio che il riferimento è rivolto a Robert Kubica, la vecchia promessa, la nuova conferma. Ci ha impiegato poco e niente a diventare un “grande”, uno che lotta, uno che aspira al titolo mondiale, ed è proprio il titolo il pezzo più grosso che manca ancora al puzzle polacco per potersi definire completato.
L’ESORDIO Robert Kubica si affaccia nel mondo della Formula Uno nel 2005 quando la Renault, fresca campione del mondo, gli permette di testare, in quel di Barcellona, la propria vettura. I risultati furono ottimi, ma la casa francese non mise sotto contratto il polacco. Così ne approfittò la Bmw che lo assunse come terzo pilota ufficiale dopo Heidfeld e Villeneuve.
La stagione di quest’ultimo non fu niente di eccezionale, e la Bmw decise di sostituire il canadese per una gara, a favore del polacco ventiduenne. Era il gp di Ungheria, e mentre Button trionfava sfruttando i ritiri di M.Schumacher ed Alonso, si notava lì, al settimo posto, un esordiente: Robert Kubica. Purtroppo poi la sua vettura fu squalificata e i punti iradati non gli furono attribuiti.
Per Robert quella fu la gara chiave, l’occasione non sciupata, ma sfruttata buttando fuori un pilota esperto come Villeneuve, conquistando la fiducia della squadra e di molti appassionati che notarono subito le sue capacità.
Passarono quindici giorni e il nome di Kubica si leggeva su tutti i giornali, visto il terzo posto conquistato a Monza, nel giorno in cui Schumacher ufficializzò il suo ritiro dalle corse a fine anno.
Da quel giorno Kubica entrò a far parte della Formula Uno che conta, tant’è che la Bmw lo confermò immediatamente per la successiva stagione.
IL BOTTO La favola Kubica prosegue per il meglio, e il polacco comincia la sua seconda stagione in Formula Uno debuttando in Australia e in tanti circuiti per lui nuovi. Un certo Lewis Hamilton gli toglie un po’ di visibilità, ma l’inglese guida una McLaren, mica una Bmw.
Il nome di Kubica riappare su tutti i giornali il giorno dopo il gp di Canada. Stavolta non si celebra nessun punto o nessun podio, ma un incidente che fino a pochissimi anni fa avrebbe causato la morte del pilota. Al tornante “L’Epingle” nel corso del Gp, Robert perde il controllo della vettura a più di 240Km/h. La Bmw è una trottola, sbatte a destra e manca e a tutti sembra di rivevere quei momenti tragici dei primi di Maggio ’94. Fortunatamente per lui, Kubica riporta “solo” un leggero trauma cranico che gli impedirà di correre ad Indianapolis.
Le Ferrari e le McLaren sono letteralmente imprendibili, e Robert chiude sesto a fine anno dietro il compagno Heidfeld. La Bmw decide di non prendere Alonso confermando il polacco e il tedesco per la stagione in corso.
LA VITTORIA Il maturamento di Kubica continua nel corso dell’inverno, e la Bmw gli mette a disposizione una vettura degna da poter ottenere la prima vittoria per la casa tedesca.
Il polacco parte male in Australia, ma poi fa capire che quest’anno c’è e che le qualità le ha, e questo nessuno lo aveva messo in dubbio, e si riscatta in Malesia giungendo secondo.
La presenza e gli obiettivi di Kubica cominciano a farsi notare con la prima pole in Bahrain, condito da tanto di podio finale. Il polacco ormai è una bomba in qualifica e fa sempre meglio del compagno di squadra. In gara è intelligente e il podio è sempre lì a portata di mano.
La vittoria per lui è solo questione di tempo e la grandissima prova di Monaco, giunto secondo, lo mette ancora in luce, fin quando non arriva il Canada.
E’ la pista dell’incidente, è la pista dove ha visto la morte, è la pista che ricorderà per sempre. La ricorderà perché lì se l’è vista brutta, ma se la ricorderà ancora di più perché lì ha vissuto la prima gioia, il primo inno polacco suonato nella storia della Formula Uno.
Un altro pezzo è stato aggiunto al puzzle del polacco e siamo certi che prima o poi il pezzo più grosso verrà aggiunto. Intanto Robert guarda tutti dall’alto verso il basso, visto il primato in classifica, e comincia ad usare la stampa come un pilota deve fare, dichiarando la sua candidatura al titolo, dichiarando che lui c’è e lotterà contro tutto e tutti. Ora che la prima vittoria è arrivata, ora che gli resta soltanto un obiettivo: completare quel puzzle cominciato meno di due anni fa.
Onlysicily per eRace
Valerio Lo Muzzo
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