Marcello Lotti, presidente della KSO (la società che organizza e gestisce il mondiale turismo), in un intervista rilasciata al settimanale Autosprint ha delineato quali sono le prospettive future della serie. In particolar modo ha fatto il punto su quelle che sono le case costruttrici interessate ad un ingresso nel WTCC e all’inserimento di alcune gare nuove all’interno del calendario.
Prima di esprimersi sul futuro del mondiale, ha voluto commentare l’inizio della stagione 2010, avvenuto una decina di giorni addietro sul circuito brasiliano di Curitiba: “Ritengo la stagione sia iniziata sotto i migliori auspici. Abbiamo lavorato per difendere quelli che per noi sono i punti principali del programma: avere un buon prodotto sullo schieramento e continuare a sviluppare il brand del campionato” ha esordito Lotti che , riferendosi ai partecipanti presenti alla prima gara, aggiunge “Siamo partiti con 21 vetture in griglia full season, ciò vuol dire avere una media di 24/25 vetture a fine anno, perfettamente in linea con il 2009 e il 2010. Non possiamo che essere soddisfatti, perché tutti sanno che la crisi oggi non aiuta per niente il motorsport”.
Per quanto riguarda i costruttori impegnati nel WTCC, già un paio di settimane fa vi avevamo informato su un probabile impegno in veste ufficiale da parte di Seat e Volvo a partire dalla stagione 2012. Ma oltre ai due costruttori, attualmente impegnati rispettivamente con i team SR-Sport e Polestar Racing, dovrebbero fare il loro ingresso nel mondiale anche Subaru e Ford, a tal proposito Lotti afferma: “Rimane ancora aperto il discorso Subaru [la casa giapponese aveva comunicato che entro fine marzo avrebbe preso una decisione] per ora in stand-by per la catastrofe in Giappone. Con la Ford le cose vanno avanti. La vettura è la stessa che corre nel BTCC, che ha regolamenti diversi benché all’80% rispecchianti quelli delle Super 2000. A maggio arriverà il primo motore 1.6 per la Focus e a giugno prenderà il via un programma di test”.
L’eventuale ingresso nel mondiale della casa americana non fa che aumentare le attenzioni rivolte dagli organizzatori verso gli Stati Uniti, uno dei paesi dove a breve potrebbe approdare il WTCC. Ricordiamo che nei mesi precedenti Lotti ha incontrato più di una volta Ali Arsham, promoter del campionato a stelle e strisce USTCC, per studiare delle eventuali sinergie tra le due serie. Il primo risultato di questa collaborazione è stata la messa in palio di un test a fine anno per il vincitore della serie americana, il quale proverà una BMW 320TC del Proteam Motorsport. Riferendosi alla Ford, Lotti dichiara: “E’ anche per questo che stiamo guardando all’organizzazione di una gara negli USA, che risulterebbe sicuramente gradita dagli altri marchi già presenti nel campionato. Abbiamo un opzione per Miami, logisticamente semplice da raggiungere, in special modo se si prevede un appuntamento dopo il Brasile. In alternativa ci sono Laguna Seca, Infineon Raceway e Las Vegas: entro fine aprile prenderemo una decisione”.
Nei giorni scorsi era circolata anche la notizia di un possibile ritorno al Nurburgring, sul circuito della Nordschleife, ma è sul fronte asiatico e sudamericano che si sta concentrando l’attenzione: “Per il 2012 possiamo confermare gli appuntamenti di Giappone, Cina e Macao. Ma stiamo lavorando anche per un evento in Russia. Guardando ancora più avanti al 2013, abbiamo il progetto di aumentare il numero di corse. Quello ideale per essere più internazionali è di 14 tappe”. Dopo aver perso l’appuntamento di Marrakech, unico evento motoristico internazionale sul suolo africano, le mire espansionistiche vertono verso alcuni mercati emergenti dell’area del Pacifico: “Stiamo valutando dei mercati interessanti come India e Singapore e un ulteriore gara in centro America”. Con l’aumento delle gare in campionato lievitano anche i costi, in tale prospettiva Lotti va incontro alle case costruttrici: “Aumentando le gare dobbiamo dare più supporto alle squadre, a fronte di un budget che si stima possa essere del 20% superiore a quello attuale. Il nostro intento è anche quello di dare un contributo per non far salire i costi dei team”.
Silvano Taormina
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