A cura di Vincenzo Carlesimo
Nel 2012 è nato il primo talent show per gli amanti dei motori “Make It Your Race”, un programma promosso dall’Abarth che cercava di far realizzare il sogno di diventar pilota a chi avrebbe vinto e ai finalisti della prima edizione.
Il vincitore del concorso è un italiano, Alberto Fontana, intervistato da eRace subito dopo la sua straordinaria vittoria qui e che oggi ci racconta la sua prima gara da professionista al Nürburgring nel Trofeo Abarth Benelux.
Del programma “Make It Your Race” partecipano a questo campionato oltre a Fontana, Fabio Keller, James Brazier, Arne Krummelberger, Jerome Glesener e Fabien Jeanblanc, ovvero chi è riuscito a superare tutte le prove arrivando in finale.
La prima gara in un circuito come il Nürburgring non è semplicissima per un esordiente, infatti, nel video alla fine dell’articolo in cui Alberto Fontana ci racconta la sintesi delle due gare si possono notare molti errori, sorpassi azzardati e frenate che fanno spiattellare le gomme, come quella che ha costretto l’italiano a ritirarsi da gara 2.
In gara 1 Fontana partiva dalla pole position, ottenuta con un grandissimo giro in qualifica, ma allo spegnersi dei semafori è stato superato quasi da tutti per un’incertezza al via, qualche giro più tardi un testacoda gli ha fatto perdere le chance di chiudere sul podio conquistando comunque un buon quinto posto al debutto!
Il migliore pilota di “Make it Your Race” è stato Fabien Jeanblanc, il francese ha concluso gara 1 sul podio seguito proprio da Alberto Fontana in quinta posizione; in gara 2, come raccontato dal video, il tedesco Arne Krummelberg è finito a testa in giù ribaltandosi con la sua Abarth nel tentativo di fare un sorpasso azzardato ma fortunatamente per lui non ha avuto problemi fisici dopo l’incidente.
Video: Nürbugring highlights
Alberto immagino sarai emozionato, dopo aver vinto il talent Show “Make it Your Race” hai guidato in un tracciato storico come il Nürburgring. Hai già spiegato nel video cosa hai provato a correre dove ci ha corso Schumacher, Senna e tutti i più grandi piloti, sei passato dall’essere un simdriver a correre realmente in pista. E’ un cambiamento radicale, non trovi?
“E’ un cambiamento radicale …sì e no! Sì perché sicuramente correre nella realtà è ciò che tutti i simdriver hanno sempre sognato, quindi rappresenta il coronamento di un sogno.”
“Vedere dal vivo ciò che hai sempre visto sullo schermo è un’emozione e un’esperienza unica! Oltretutto nella realtà c’è il rischio di farsi male e di fare danni, cosa che sul simulatore non esiste, quindi rappresenta senz’altro una variabile in più, oltre alle forze G assenti sul simulatore.”
“No perché le similitudini con le simulazioni di guida sono davvero incredibili e dopo i primi giri di assestamento e di abitudine alla novità, la guida di una vera auto da corsa si trasforma sempre di più in qualcosa di stranamente familiare!”
E’ stato detto più volte che i simulatori di guida sono parecchio distanti dalla realtà, tu sei un campione con rFactor, software progettato dagli ISI, ma lo spiattellamento della ruota se esageri in frenata non c’è nel primo. Sarai contento che in rFactor 2 questa modifica ci sarà, così magari eviterai quell’errore portato dalla frenesia di recuperare dopo una partenza a rallentatore. Ora che hai girato su una pista vera, quanto ti ha aiutato il simulatore o, non essendo così realistico, quanto ti ha portato a sbagliare durante il week-end tedesco?
“Dovessi stabilire delle percentuali, direi che il simulatore mi ha aiutato al 100%. Gli errori che ho commesso li avrei commessi sia che fossi stato un simdriver, sia che non lo fossi stato.”
“Non aver mai guidato un simulatore non ti evita di spiattellare mentre l’aver guidato un simulatore ti aiuta a imparare meglio la pista!”
“Ciò che mi ha dato il simulatore di importantissimo è stato l’apprendimento della pista e delle traiettorie, oltre che l’abitudine a sopportare lo stress e la concentrazione che subentrano in gara. Cose fondamentali dal momento che prima della gara hai circa 16 giri a disposizione per imparare la pista!”
L’inesperienza si è fatta sentire e forse anche l’emozione di essere per la prima volta un pilota vero, quali sono le tue aspettative per Zandvoort? Pensi di poter raggiungere il podio, visto il quinto posto di gara 1, e soprattutto di non ripetere gli errori di gara 2?
“Punto a raggiungere il podio, costi quel che costi. I numeri parlano chiaro: potenzialmente sono il più veloce.”
“Sia in gara sia in qualifica ho fatto il miglior tempo tra tutti quelli del campionato e, soprattutto, a differenza di molti altri piloti, io al Nürburgring non ci ho mai girato, quindi partivo svantaggiato.”
“Il potenziale quindi è alto e sulla carta sono il favorito per il podio; ciò che non bisogna sbagliare è la partenza, dato che 2 su 2 sono andate male.”
“Molti dicono che “le gare non si vincono in partenza”. Non è vero!! La partenza è fondamentale. Ne sono la prova i due risultati pietosi del Nürburgring.”
“Mi sbilancio: Se non succedono imprevisti, incidenti o guasti, torno a casa con una coppa.”
Com’è il rapporto con gli altri piloti di “Make It Your Race”? Amichevole e molto collaborativo oppure c’è una grande rivalità ma poi fuori dal tracciato siete tutti amici?
“Il rapporto con gli altri piloti del MIYR è fantastico quasi con tutti. C’è sempre stato uno spirito di competizione sana, al punto che durante i sorpassi in gara ci salutavamo dal finestrino.”
“Molta comprensione anche, dato che col tedesco ci siamo subito chiariti senza polemiche dopo l’incidente. L’unico che ha seminato zizzanie intorno a sé è lo svizzero Keller, guidando a sportellate, buttando fuori 3 macchine e dando la colpa a tutti gli altri.”
“Senz’altro l’elemento destabilizzante del gruppo al quale bisognerà prestare molta attenzione in gara.”
Con l’inizio di questa avventura pensi di lasciar perdere il simulatore e concentrarti solo sulle gare vere? Credi di poter diventare un pilota professionista dopo questa esperienza con Abarth, oppure al termine di quest’avventura tornerai a sfidare gli altri simdriver su rFactor?
“Il simulatore non lo abbandonerò mai, perché: è stata la mia scuola, ci sono nato, mi piace e mi serve d’allenamento alle gare vere.”
“Riguardo la mia carriera vedo un grosso punto di domanda: trovare una casa che ti sponsorizzi interamente una stagione, pur avendo zero esperienza, è al limite dell’assurdo nel 2013, quindi già il fatto che stia correndo una stagione ha dell’incredibile.”
“Quindi quest’esperienza va vissuta coi piedi di piombo: poche aspettative per il futuro, pochi sogni e pensiamo a vivere il presente e goderci questi momenti di rara bellezza. Poi chissà che magari non nasca qualcosa di nuovo per il 2014.”
“Certo, se vincessi il campionato o perlomeno la classifica tra noi 6 di Make It Your Race, le chance aumenterebbero.”
Grazie Alberto per l’intervista e in bocca al lupo per Zandvoort!
“Grazie a voi per l’articolo e crepi il lupo!”
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