Nell’odierna era della f1 ridotta a mero business dai guadagni facili, con budgets di milioni di dollari e stipendi vertiginosi, è facile scordarsi che soltanto 30- 40 anni orsono, correre un gran premio era una sfida che comportava uno sforzo immenso per i privati. Pensate ad un pilota che si ritrova senza sedile da titolare per l’anno successivo e aggiungete qualche sponsors che apporta un pò di denaro. Perchè non metterli assieme con in aggiunta meccanici di fiducia che possano lavorare alacremente ai box, un telaio cliente, dei motori (Cosworth) non troppo dispendiosi e disponibili immediatamente, e dei pneumatici Goodyear? . E infine che ne dite di assemblare il tutto per creare ex novo una scuderia ? O meglio ancora ,prendere carta e penna , alcuni fogli di ricambio in alluminio (quando oggigiorno però vanno di moda quelli in fibra di pre-carbonio), adeguarsi alle ultimissime tendenze in materia e progettare la propria vettura dal nulla? E fare proprio come Arturio Merzario soprannominato “il fantino” o il “cowboy italiano” per via del suo famoso copricapo.
“Il giorno di Gilles”
Ci sono episodi che cambiano la storia e ci sono giorni che cambiano il destino. A Jarama il 29 aprile 1979, per esempio, cambiò il destino di Gilles Villeneuve. Quel giorno si corre il Gran Premio di Spagna, il quinto della stagione. I primi quattro sono stati vinti da due sole squadre: la Ligier-Gitanes e la Ferrari. La vettura francese … Leggi tutto