C’era un tempo in cui Dakar voleva dire Africa. C’era un tempo in cui il termine Africa significava “Hic sunt leones”. La natura servita per essere sfidata. Un uomo, peggio ancora se pilota, non può fermarsi all’evidenza, deve accelerare, gettare il cuore oltre l’ostacolo, atteaverso lo spazio infinitamente esteso. Col deserto non scherzi per una semplice questione di lotta per la sopravvivenza, ma a volte oltre alla sabbia c’è di più: bombe, attentati, il subbuglio di un popolo nomade, proprio come quello dei piloti stessi. Unica costante fra questi due mondi così distanti è la darwiniana legge di conservazione dei corpi. Correre la Dakar è una cosa strana, la metafora della vita stessa, orientarsi in un deserto senza intravedere la metà; affidandosi all’istinto da vivo e alla ragione quando più morto che vegeto.
Dakar: Sesta tappa, drammatico incidente per Luca Manca
La quinta tappa della Dakar 2010, da Antofagasta a Iquique, è stata caratterizzata dal brutto incidente che ha visto protagonista il motociclista italiano Luca Manca, sorpresa della corsa, che si trovava al nono posto della classifica generale alla sua prima Dakar. L’italiano, in sella ad una KTM, è stato vittima di una caduta al km … Leggi tutto