Con il Gp d’Italia la F1 dice ciao all’Europa e vola in Oriente, dopo uno scalo notturno sul nuovissimo circuito di Singapore, si atterra infatti in Giappone e Cina sui sacri pendii del monte Fuji e alle porte della vastissima Shanghai.
Mirko Gibbi
La storia di Monza
13 Settembre 2008, Monza, Gran premio d’Italia…poche semplici parole in grado di accendere i cuori di tutti gli appassionati, ferraristi e non.
L’autodromo nazionale di Monza è infatti uno dei più antichi e affascinanti impianti del mondo, su cui sono state scritte pagine di storia meravigliose di ogni categoria del motorismo a 2 e 4 ruote.
La sua costruzione risale al 1922, quando venne realizzato nel tempo record di soli 110 giorni dalla SIAS di Milano che iniziò i lavori il 15 maggio e già il 28 luglio permetteva ad una vettura di posare le ruote sulla neonata pista per un giro completo, si trattava di una Fiat 570 pilotata dagli assi degli anni ’20 Piero Bordino e Felice Nazzaro.
La storia dell’Hungaroring – 2° parte
Entriamo così negli anni ’90 che si aprono con la vittoria del Belga Thierry Boutsen al volante della Williams Renault davanti a Senna (che rimonta senza troppi complimenti dalla quarta piazza in griglia “accompagnado” fuori Nannini) e alla Benetton Ford di Piquet.
Seguono nei successivi 2 anni altrettante cavalcate trionfanti di Senna, che domina incontrastato nel ’91 e nel ’92, la vittoria del ’92 assume un significato particolare in quanto ottenuta con l’obsoleta McLaren Mp4/7 Honda che ha ragione dell’astro-Williams di Mansell a cui Ayrton rifila ben 40 secondi!
La storia dell’Hungaroring- 1° parte
Domenica 3 Agosto 2008, il carrozzone della F1 fa tappa nell’Europa dell’est, più precisamente in Ungheria al circuito/toboga/Kartodromo (chiamatelo come volete) dell’Hungaroring.
Uno di quei circuiti strani, di quelli che li guardi e ti chiedi il perché stiano lì in calendario, tra le futuristiche cattedrali nel deserto (in tutti i sensi visto dove ormai si va a correre) e i mostri sacri che hanno fatto la storia, stretto, lento e per certi versi pure insulso, spesso teatro di autentiche processioni di vetture che hanno fatto addormentare pure il più stoico degli appassionati e fatto nascere la convinzione che per vincere lì devi fare solo una cosa, la pole position, poi puoi pure guidare come se fossi in autostrada tanto nessuno ti passerà.
La storia di Silverstone- 2° parte
Si va poi al 1979 che vede la prima vittoria di una scuderia inglese destinata a diventare leggenda, la Williams, che con la sua FW07 condotta dall’indimenticabile Clay Ragazzoni vince il Gp di casa ereditando la leadership dal compagno di squadra Jones, che si ritira al 38esimo giro mentre comandava la gara dopo aver siglato la pole, si narra che in Williams nonostante la vittoria non avessero esultato più di tanto, poiché “l’eletto” alla prima vittoria avrebbe dovuto essere il pupillo australiano di Sir Frank.
La storia di Silverstone – 1° parte
Domenica 6 Luglio 2008; dopo un lungo cammino che lo ha visto spostarsi sempre più lontano dalle sue radici europee per accasarsi nelle mastodontiche e asettiche cattedrali made-in-Tilke, il grande circo delle F1 torna a casa e ritrova se stesso nell’autodromo che ne vide i natali precisamente il 13 maggio 1950, il circuito di Silverstone.