La Indycar Series ha firmato un contratto di tre anni con Northlands, la compagnia organizzatrice della “Rexall Edmont Indy”. Dunque anche Edmonton entra a far parte del campionato e lo fa dalla porta principale, per quest’anno la gara è prevista nel week-end 24-26 Luglio. Sarà la diciassettesima prova ufficiale del campionato Indycar Series 2008, competizione che, dunque, assegnerà punti validi ai fini del campionato.
MN
Indycar- 500 Indy- Curiosità e statistiche della 92esima edizione
Scott Dixon ha vinto la sua prima Indy 500 dopo sei tentativi. Questa è la sua dodicesima vittoria in carriera nella Indycar Series /IRL e la sua seconda nel 2008 dopo Homestead.
Questa è stata la prima vittoria nella 500 Miglia per Ganassi. Il record appartiene a Roger Penske con quattordici, poi Lou Moore con cinque. Ganassi aveva trionfato con Montoya nel 2000 ed era co-proprietario della vettura di Fittipaldi nel 1989.
Questa è stata la quarta volta che una vettura con il numero nove ha vinto ad Indianapolis 500. L’ultima volta proprio con Montoya nel 2000.
Dixon è il primo neozelandese a vincere la prestigiosa gara.
Indycar- 500 Indy- Come è dolce il latte di Indy
Momenti di un giorno indimenticabile. Sarà forse vero che questa ultima edizione della 500 Miglia di Indianapolis non è stata all’altezza per i duelli in gara rispetto alle recenti passate edizioni. Magari proprio perchè Hornish e Franchitti, due pietre miliari dello sport motoristico d’oltreoceano a ruote scoperte degli ultimi anni, non ci sono più. Sicuramente in quanto a suspence, la Indy ha regalato domenica scorsa, come del resto è sempre accaduto nelle altre edizioni che si sono disputate dal 1909 fino all’anno passato, uno spettacolo mozzafiato, che mette i brividi anche per chi guarderebbe l’evento senza minimo interesse. Perchè le tradizioni sono tali e vanno rispettate, e la Indy 500 è “la” tradizione dello sport motoristico. Perchè lo scenario pre-gara non è stato da meno rispetto al passato, e quando inizia la gara sale l’andrenalina anche a chi la guarda da casa (figuriamoci i fortunati presenti sugli spalti). Perchè anche quando per misfortune varie, escono i piloti per cui tifi, ti ritrovi lo stesso ad assistere agli ultimi giri, gli ultimi chilometri, miglia pardon, percorsi dai piloti, con un attesa snervante, desideroso di sapere chi alla fine riuscirà a trionfare. Perchè a chi vince spetta l’onore di essere ricordato nell’albo d’oro della prestigiossima gara che vale tanto quanto un campionato mondiale di F1 intero. Perchè Dixon non aveva mai assaggiato il latte dell’Indiana (o forse Chip Ganassi che se lo è scolato per primo dalla contentezza e presumiamo dalla sete anche). Tanti “perchè” ed un solo motivo, una risposta univoca e più che soddisfacente : la 500 miglia di Indianapolis è sempre la 500 Miglia. E’ la storia di una competizione che ha radici più antiche delle stesse corse “europee” moderne, e ciclicamente si ripete ogni anno e riproponendosi con una nuova linfa vitale. In particolar modo come accaduto quest’anno.
Le “classiche” della F1: 1986- L’epilogo dolce-amaro australiano
Il prologo
Mansell 70 punti, Prost 64 e Piquet 63.
Punteggi frutto di cinque vittorie per Mansell, quattro per il brasiliano e due per il francese.
Gli ultimi due devono assolutamente vincere la gara e acquisire i nove punti che consentirebbero loro di superare il punteggio di Nigel. Questi, avendo già conseguito gli undici risultati utili ai fini del conteggio, se vuole avere la certezza del titolo anche in caso di vittoria degli sfidanti, deve fare almeno un terzo posto , cioè quattro punti. Tutto questo gli permetterebbe di scartare un quinto posto conseguito (due punti) per un totale netto di settantadue punti. Gli stessi dell’eventuale vincitore di Adelaide: o Piquet, o meno probabilmente, Prost appunto. Con l’inglese avvantaggiato dalle eventuali cinque vittorie e dai numerosi podii. Infatti se fosse stato Piquet a vincere in Australia, allora avrebbero fatto la differenza fra lui e il suo compagno di squadra i migliori piazzamenti dell’ex pilota Lotus; in caso di vittoria di Prost , le sue eventuali tre vittorie confrontate con le cinque di Nigel, avrebbero fatto si che l’inglese potesse avere il sopravvento comunque.
Una carriera breve ma intensa: l’ultima chiamata per Keke Rosberg
Adelaide 1986. Un articolo su una gara che è passata alla storia per ben altri motivi, non può avere un titolo del genere direte voi. I protagonisti di quel confronto furono ben altri, la posta in palio il titolo piloti. Certo, fu una stagione fuori norma, spettacolare, con equilibri che si assestavano e definivano di gara in gara. Combattuta sostanzialmente a tre. E tra questi non c’era Rosberg. Anzi, per essere precisi, soltanto due avevano serie possibilità di trionfare alla fine dei giochi : Mansell e Piquet. Ecco perchè la vittoria di Prost , rocambolesca, fece e fa scalpore ancora oggi. Le statistiche dicono che quello fu un mondiale buttato al vento dalla Williams, proprio come nel 1981. Allora ad avvantaggiarsene fu la Brabham di Piquet. In quella nuova occasione propizia che il destino mise davanti, invece, fu proprio il brasiliano una delle vittime sacrificali del fato. Le statistiche. Fredde, scarne. Riportano a chiare lettere anche un altro dato abbastanza notevole: Prost campione per la seconda volta consecutiva.
15 Maggio 1986- Addio Elio..
“He drove racing cars with the same natural fluidity, feel and precision as he played classical music on the piano..”
Jo Ramirez fu al fianco di Elio, quando il pilota romano si affacciò sulle scene della F1. I tempi della Shadow sono lontani, ma il messicano ha dei ricordi indelebili del suo rapporto di amicizia , oltre che professionale, con De Angelis. Ecco il suo ricordo.
“Elio assomigliava sotto molti aspetti , nel suo modo di essere, a Francois Cevert , un ragazzo puro, di sani valori, e un eccellente pilota. Anch’egli molto sfortunato. Mi ricordo il giorno in cui firmò il contratto per correre la sua prima stagione con la Shadow : uscimmo la sera per celebrare l’evento a dovere,e ci recammo in un “coffee shop” a Northampton. Il locale si chiamava “Cagney’s” . Mangiammo hamburgers e patatine! Nonostante tutto il benessere e la ricchezza in cui navigasse, Elio era un ragazzo con i piedi piantati per terra . Delle volte veniva ospite a casa da me e ci dilettava con il pianoforte, proprio come Francois. Era specializzato nel comporre e suonare musica classica.
Indycar- 500 Indy- Griglia e novità su alcune livree
Griglia di partenza della 92esima edizione della 500 Miglia di Indianapolis
1 – Dixon – Ganassi – 226.366 2 – Wheldon – Ganassi 3 – Briscoe – Penske
4 – Castroneves – Penske 5 – Patrick – AGR 6 – Kanaan – AGR
7 – M Andretti – AGR 8 – Meira – Panther 9 – Mutoh – AGR
10 – Carpenter – Vision 11 – Scheckter – Luzco Dragon 12 – Bell – D&R
13 – Rahal – NHL 14 – Manning – Foyt 15 – Junqueira – Dale Coyne
16 – Wilson – NHL 17 – Rice – D&R 18 – Hamilton – Vision
19 – Lloyd – Rahal Letterman/Ganassi 20 – Hunter-Reay – Rahal Letterman 21 – J Andretti – Roth
22 – Fisher – Sarah Fisher 23 – Power – KV 24 – Simmons – Foyt
25 – Servia – KV 26 – Viso – HVM 27 – Duno – D&R
28 – Moraes – Dale Coyne 29 – Bernoldi – Conquest 30 – Camara – Conquest
31 – AJ Foyt IV – Vision 32 – Lazier – Hemelgarn 33 – Roth – Roth
Indycar- 500 Indy- Bump Day, fuori il nostro Papis!
Il “Bump Day”, l’ultima chiamata possibile per i non qualificati nelle giornate precedenti, ha cosi’ decretatocon una sentenza inappellabile quanto inamovibile: Yasukawa, Domiguez e Papis si vanno ad aggiungere a Giebler, in qualità di piloti non partecipanti alla novantaduesima 500 Miglia di Indianapolis. Un giorno caldo, infuocato, dove le nostre speranze di vedere un italiano al via della 500 Miglia (l’ultima volta è stato nel 2006 proprio con “Mad Max”) sono svanite come neve al sole. Buddy Lazier, Aj Foyt e Marthy Roth sono invece a bordo, e saranno loro a prendere parte alla gara e a darsi battaglia con gli altri.
Indycar- 500 Indy- Qualifiche 2/3 e libere 7,8,9,10
Quest’anno come anticipato non vi sono state quattro sessioni di qualifiche per la Indy 500, quanto invece tre, per il fatto che la seconda e la terza sono state accorpate in un’unica sola sessione . Ogni sessione è della durata di sei ore, da mezzogiorno fino alle sei di sera di ogni giornata, e come previsto anche questa sessione speciale è stata di soli 360 minuti.
Nella “Pole Day” è stato decretato Dixon come poleman di quest’anno, e sono state assegnate le prime undici posizioni in griglia, in questa giornata sono state assegnate le restanti posizioni, eccezion fatta perl’ultima la trentatreesima, che sarà decisa nel cosiddetto “Bump Day”: la giornata dove vi è l’ultima chiamata per gli esclusi di riscattarsi e conquistatare un posto per la gara. Uno solo, il trentatreesimo appunto.
Indycar- 500 Indy- Yasukawa con Beck Motorsports
Il giapponese Roger Yasukawa ha vinto il ballottaggio con Alex Barron per un posto alla Beck Motorsports con cui ha preso parte quest’anno anche alla gara di Motegi. Tenterà di qualificare la vettura numero 98 del team. Per lui sarà la terza partecipazione consecutiva alla gara dell’Indiana. Nel 2006 arriva sedicesimo, mentre lo scorso anno … Leggi tutto